La maxi-scheda e gli sfottò: il voto tra code, impacci e mascherine

La maxi-scheda e gli sfottò: il voto tra code, impacci e mascherine
di Paola COLACI
4 Minuti di Lettura
Lunedì 21 Settembre 2020, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 11:19
Documento di identità e scheda elettorale alla mano. Ma anche e soprattutto, mascherina obbligatoria sul viso. E poi la quella giusta dose di pazienza necessaria ad affrontare le file fuori dalle sezioni elettorali e nei seggi: fisiologici rallentamenti dovuti al rispetto del rigido protocollo anti-contagio. Infine, l’oggettiva difficoltà nel ripiegare la scheda elettorale di colore arancione: quel “lenzuolo” a quattro colonne che riporta i nomi degli 8 aspiranti governatori e delle 29 liste in campo per le regionali.

Una scheda di dimensioni tali da mettere a dura prova anche le doti manuali gli elettori più abili. Tutto sommato però, rispetto ai timori della vigilia, la prima chiamata alle urne nell’era del Covid non ha fatto registrare particolari disagi sul fronte dell’organizzazione. E seppure la macchina del voto in Puglia abbia rallentato, in tutte le province pugliesi gli ingranaggi non si sono mai inceppati.



Sono in tutto 3.569.318 i pugliesi che - da ieri mattina alle 7 e sino alle 23 e anche oggi dalle 7 alle 15 - sono chiamati alle urne per esprimersi sul referendum costituzionale relativo al taglio dei parlamentari. Ma anche e soprattutto, per scegliere eleggere il nuovo governatore e rinnovare il Consiglio regionale pugliese. Infine, per eleggere sindaci e rinnovare Consigli comunali in 49 Comuni pugliesi. Appuntamento che gli elettori - soprattutto quelli in età più avanzata - hanno inteso onorare sin dalle prime ore del mattino. Documento di identità in tasca, scheda elettorale in una mano e mascherina sul viso, si diceva. E in alcuni casi persino i guanti in lattice, già indossati già da casa. Perché, seppure tale precauzione non rientrasse nel vademecum di regole per il voto in sicurezza diffuso dalla Asl e redatto in collaborazione con la Regione e le Prefetture pugliesi, qualcuno ha puntato tutto sulla prudenza. Ma tant’è.

Le prime code si sono formate fuori dalle sezioni elettorali già prima dell’ingresso ai seggi, in aree appositamente allestite e delimitate da transenne. Se in alcune sezioni di Lecce città si è proceduto alla misurazione della temperatura corporea già all’esterno, in altri seggi del capoluogo è stato richiesto agli elettori il deposito di un’autocertificazione in cui si attestasse il buono stato di salute e l’assenza di contatti con soggetti positivi al virus. Ai volontari della Protezione civile, agli agenti di Polizia municipale e alle forze dell’ordine il compito di indicare i percorsi obbligati di ingresso e uscita e di garantire il rispetto del distanziamento. Ma anche di procedere alla chiamata cadenzata degli elettori in base alla disponibilità di accesso delle sezioni all’interno. 

Dunque, il secondo “check in” all’interno. Prima tappa obbligata: le postazioni dedicate alla sanificazione delle mani allestite lungo il percorso. Poi la consegna delle schede elettorali e la matita per procedere al voto. E stesso obbligo di sanificazione delle mani anche prima di lasciare il seggio. Un metro di distanza anche tra i componenti delle commissioni elettorali, nella maggior parte dei casi “supplenti”. Dopo la pioggia di defezioni e rinunce giustificate da motivi di salute da parte di presidenti di seggio e scrutatori designati dalla Corte d’Appello - più del 60% in provincia di Lecce e analoga percentuale in provincia di Brindisi e Taranto - i sindaci e gli uffici elettorali hanno dovuto correre ai ripari per “coprire” i seggi. Come nel caso di Gallipoli, dove a declinare l’invito sono stati 10 presidenti di seggio designati e più di 30 scrutatori. Tutti sostituiti “in corsa” e senza la necessità di ricorrere ai volontari della Protezione civile, come invece è accaduto in altre Comuni.

Supplenti che per tutta la giornata di ieri hanno distribuito agli elettori tre schede: una per ciascuna consultazione. Anche se, a sentire i cittadini, quella che ha destato i problemi maggiori sul fronte della ripiegatura è quella delle regionali. La maxi-scheda arancione, troppo grande e ingombrante secondo la maggior parte degli elettori, che per le sue dimensioni ha messo in difficoltà anche i più esperti. In pochi sono riusciti nell’impresa di ripiegarla e imbucarla nell’urna al primo tentativo. Per la maggior parte dei votanti, invece, l’operazione ha richiesto più tempo del previsto (con coda di sfottò e ironie varie, inclusi improvvisati tutorial on line). E le file all’esterno inevitabilmente si sono allungate. Ma già questa mattina alle 7 i seggi riapriranno e ci sarà tempo di votare sino alle 15. E in molti sperano che i tutorial diffusi in rete su: “Come piegare la scheda arancione” possano essere utili ad accelerare le operazioni di voto. 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA