Regionali, corsa a liste e alleanze. L'epidemiologo Lopalco verso il sì a Emiliano

Regionali, corsa a liste e alleanze. L'epidemiologo Lopalco verso il sì a Emiliano
di Francesco G.GIOFFREDI
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Martedì 14 Luglio 2020, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 18:25
Si stringono i bulloni delle coalizioni, tentando accordi dell'ultima ora. E provando a precettare nomi inattesi per sparigliare un po' le carte in tavola. Settimane roventi, per la politica pugliese. Dal centrosinistra al centrodestra, passando per il Movimento cinque stelle e per il polo liberaldemocratico, è corsa alle liste: 12 per la coalizione di Michele Emiliano, da 5 a 7 per il centrodestra unitario di Raffaele Fitto, 2 o 3 per i pentastellati a sostegno di Antonella Laricchia, infine 2 per la mini-coalizione trainata da Ivan Scalfarotto.
Proprio oggi Emiliano presenterà alla stampa le 12 liste: il governatore accelera, anche perché vuol lanciare segnali inequivocabili, mostrare i muscoli e spiegare che non arretrerà. Ma l'ipotesi, già di per sé residuale, di una marcia indietro emilianiana pur di rinsaldare il fronte giallorosso (Pd, M5s e renziani) sembra ormai tramontata del tutto, anche tra i pontieri più coraggiosi e ottimisti di stanza a Roma.

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Emiliano tira dritto. E nelle liste civiche potrebbe precettare, in tre collegi, Pierluigi Lopalco: all'epidemiologo, cooptato in Puglia per guidare la task force regionale nel cuore dell'emergenza, è stata proposta la candidatura. Terreno scivoloso: il governatore vorrebbe schierarlo per poi affidargli, in caso di elezione e di vittoria, l'assessorato alla Sanità. Ma la discesa in campo del professore salentino catalizza inevitabilmente le polemiche. «Meglio un assessore alla sanità che capisce qualcosa che uno che prende solo un sacco di voti», prova a tagliare corto Emiliano - che pure di portatori di voti è un grande catalizzatore. In serata, su La7, l'epidemiologo sembra aprire alla candidatura, quasi un sì ufficiale: «Non mi sto candidando per lanciarmi nell'agone politico e sperare di diventare parlamentare, ma per fare l'assessore alla Sanità. È solo l'evoluzione di un ruolo tecnico. Potevo starmene a Pisa a fare l'epidemiologo da talk show, ma volevo mettermi in prima linea a governare l'epidemia. Mi è stato detto: hai lavorato bene, abbiamo bisogno di un assessore, candidati. È una discesa in politica per un ruolo specifico».

Resta intanto più o meno viva la fiammella di un accordo con i cinque stelle, magari sotto la regìa dei vertici nazionali dei democratici e dei pentastellati. E non demorde lo stesso Emiliano, che anche ieri ha provato a tendere la mano: «Io cercherò nuovamente, come ho fatto l'altra volta, di coinvolgere il M5s nel governo della Puglia e mi auguro, ovviamente, che voglia aprire una discussione politica non sulle persone ma sui programmi. Noi sosteniamo il Governo Conte. Conte è un pugliese che noi stimiamo. Abbiamo sempre sostenuto Conte e il M5s assieme al Pd». Solito copione, però: «Lo ribadiamo ancora una volta, non può esistere e non esisterà nessun accordo con Emiliano né prima, né durante, né dopo le elezioni», afferma Laricchia. «Se dopo aver provato a mentire circa un'alleanza pre elettorale ora Emiliano cerca di vendersi un inesistente matrimonio post elettorale, dimostra di non aver ancora capito che non ha a che fare con il centrodestra, disposto a vendersi in cambio di poltrone». E anche da Italia viva il refrain è lo stesso: «In questo momento in Puglia ci sono due destre in campo. Una - dice la ministra renziana Teresa Bellanova - rappresentata dal sovranismo e da una idea di destra come quella di Meloni, l'altra è rappresentata da una persona, da Emiliano, che pensa di poter mettere insieme una coalizione dove si va da Casapound alla cosiddetta sinistra radicale. Sono due facce della stessa medaglia. Dopodiché c'è la proposta rappresentata di Italia Viva, Più Europa e Azione che punta a dare una idea diversa di questa regione, una idea di riformismo, che punta a costruire nuove classi dirigenti, non a raccattare quello che gli altri schieramenti non vogliono. È il Pd che deve decidere, se vuole stare al soldo di un uomo come Emiliano che in questi anni ha dimostrato di concentrare solo su di sé, perché ha fatto il presidente della Regione, l'assessore alla Sanità e l'assessore all'Agricoltura, o se invece vuole partire dal programma. Noi abbiamo sempre pensato che se si parte da un programma si trova una persona su cui costruire la sintesi migliore. Se si parte da Emiliano - ha concluso - noi non ci siamo».
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