Alleanze regionali Pd-M5s, il pressing di Conte. La rivolta di Laricchia: «Non piego la testa, tagliatemela»

Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti
Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti
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Mercoledì 19 Agosto 2020, 13:33 - Ultimo aggiornamento: 13:37
A tre giorni dalla presentazione delle liste per le elezioni regionali, esplode il caso sull'asse Pd-M5s. Dopo il voto degli iscritti pentastellati sulla piattaforma Rousseau, torna prepotentemente alla ribalta il nodo dell'alleanza giallorossa anche alle regionali. A cominciare proprio dalla "strategica" Puglia. A riaccendere ulteriormente il dibattito c'è anche l'appello di Giuseppe Conte: in una intervista rilasciata a "Il Fatto Quotidiano", il presidente del Consiglio sostiene di trovare ragionevole «che le forze politiche che sostengono il governo provino a dialogare anche a livello regionale. In Puglia e nelle Marche presentarsi divisi espone al rischio di sprecare una grande occasione». In Puglia tuttavia Antonella Laricchia, candidata governatore del M5s, ribadisce il "no" a qualsiasi accordo con il Pd: «Non piego la testa, piuttosto tagliatemela». 

Le parole di Conte. «Una sinergia anche a livello territoriale può imprimere una forte spinta per realizzare le strategie del Green deal, dell'innovazione digitale, degli investimenti nelle infrastrutture, negli asili nido e nelle scuole», spiega il premier. Queste elezioni regionali «coincidono con un appuntamento storico per l'Italia. Stiamo elaborando un Recovery Plan, finanziato con ingenti fondi europei, che costituisce la più grande opportunità per le nuove generazioni dal secondo dopoguerra a oggi. Le Regioni saranno coinvolte in questi progetti e diventeranno anche dei centri di spesa». Comunque «non si tratta di dare un voto al governo. Ma ritengo legittimo auspicare che le forze di maggioranza trovino il modo di collaborare anche a livello regionale». 

La risposta di Laricchia. «Più importanti dei miei vantaggi personali (mi hanno promesso poltrone certe, prestigio assicurato) o di Giuseppe Conte (una maggioranza parlamentare teoricamente più rinsaldata), ci sono gli interessi dei pugliesi», scrive su Fb la candidata del M5S. Laricchia immagina che «l'intervista sia stata distorta» perché contraddice «i contenuti di un dialogo cordiale, intelligente, profondo, che ho avuto pochi giorni fa con Conte». «Questa mattina - aggiunge Laricchia - sto ricevendo tanto amore» dai pugliesi e «messaggi con cui mi incoraggiano ad andare avanti, senza fare alleanze di alcun tipo con chi sta ammazzando il futuro della Puglia». «Le elezioni regionali - rileva la candidata del M5S - decidono il destino della sanità di un territorio, dei servizi agli agricoltori offerti da Agenzie e Consorzi di Bonifica, dei centri per l'impiego, della formazione, dell'Acquedotto Pugliese». «Michele Emiliano - rileva - oltre a essere pericoloso per la puglia non è credibile». Anche «Raffaele Fitto» è «un pericolo per la nostra regione», aggiunge Per questo, conclude Laricchia, «io ritengo doveroso garantire una valida opportunità di vero cambiamento».

Crimi: solo se ci sono le condizioni. «La costruzione di alleanza basate sui programmi, sugli obiettivi comuni, ancor prima delle persone, è un valore aggiunto, in quanto il risultato di un percorso comune, in cui i contenuti vengono prima del contenitore. Ma va fatto solo dove ci sono le condizioni». Lo afferma ad Affaritaliani.it il capo politico del M5s, Vito Crimi commentando le parole del premier Conte secondo il quale «in Puglia e nelle Marche la maggioranza divisa è un'occasione sprecata».

Il Pd pugliese. «Pensare che il voto regionale non abbia alcun riverbero sul governo nazionale credo sia un atteggiamento irresponsabile»: lo ha detto Marco Lacarra, segretario regionale del Pd Puglia, a margine di una conferenza stampa per presentare le liste del Pd alle regionali. «È evidente - ha aggiunto - che non è nella mia disponibilità far cadere un governo. È evidente che il mio ruolo è quello di segretario regionale, ma sono un dirigente politico e deputato e credo di avere il diritto di esprimere delle valutazioni politiche».
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