Referendum, in Puglia stravince il sì. Boom nel Foggiano, calo nel Salento. Le curiosità

Referendum, in Puglia stravince il sì. Boom nel Foggiano, calo nel Salento. Le curiosità
di Alessandra LUPO
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Lunedì 21 Settembre 2020, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 20:22
Con un'affluenza del 61,91%, la Puglia è stata la quarta regione d'Italia dove si è più votato per il referendum dopo Veneto, Marche e Toscana, complice il voto per le amministrative. Diversi punti oltre la media nazionale la vittoria del Sì (75,24%) contro il No fermo al 24,76%. 

Una percentuale, quella del sì, che sale all'80,12% nel Foggiano (no al 19,88%), per calare gradualmente verso il sud della penisola fino alle percentuali più basse del Salento, dove il Sì è arrivato al 72,72% contro il 27,28 % dei No. E ancora meno sono stati i voti per il sì a Lecce città (64,79% - 35,21%), dove i comitati del No erano molto mobilitati.
In mezzo le province di Bat (78,19%- 21,81%), Bari (74,21%-25,79%), Taranto (74,90%-25,10%), dato sostanzialmente simile alla città capoluogo (74,49%-25,51%), Brindisi (74,36% - 25,64%). Ma con un lieve aumento a Brindisi città (76,53% - 23,47%).

Un dato, quello pugliese, in ogni caso più alto della media italiana, dove la riforma sul taglio dei parlamentari è stata confermata complessivamente dal 69,58% dei votanti (il no in Italia è invece al 30,40%).


A partire dalla prossima legislatura, dunque, i deputati passeranno da 630 a 400 e da 315 a 200 e con il rinnovo delle due assemblee (anche) la Puglia avrà meno rappresentanti. A Montecitorio ci sarà posto soltanto per 27 pugliesi (anziché 42), al Senato, invece, i seggi per i rappresentanti eletti nelle circoscrizioni della regione passano da 20 a 13. 

Ottimo il dato dell'affluenza. Oltre la metà degli italiani, esattamente il 53,85%, si è recata alle urne per il referendum costituzionale sul taglio al numero dei parlamentari, affiancato in sette Regioni dalle elezioni regionali e in tutta Italia. Nella classifica basata sul numero dei votanti, in testa c'è la Valle d'Aosta con il 73,44% seguita appunto dal Trentino-Alto Adige con 70,96% e poi tutte le altre sei regioni chiamate al voto: nell'ordine Veneto 67,54%, Marche 66,39%, Toscana 65,88%, Puglia 61,91%, Campania 61,04%, Liguria 59,17%. Per quanto riguarda il resto della classifica, si prosegue con Emilia-Romagna 55,37%, Piemonte 51,56%, Lombardia 51,36%, Abruzzo 50,78%, Friuli-Venezia Giulia 50,22%, Basilicata 50,14%, Umbria 48,75%, Molise 47,44%, Lazio 45,67% e Calabria 45,22%. A chiudere la classifica le due Regioni dove le elezioni comunali si svolgeranno a ottobre e non dove non vi erano dunque sindaci da eleggere: Sardegna 35,70% e Sicilia 35,39%.
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