Reddito di cittadinanza, partiti divisi anche all'interno

Reddito di cittadinanza, partiti divisi anche all'interno
di Alessandra LUPO
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Lunedì 6 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 20:23

Salvare l’estate o salvare il reddito? Di fronte all’allarme carenza di personale sempre più incalzante continua a far discutere la proposta del ministro del turismo Massimo Garavaglia di dimezzare il reddito di cittadinanza, garantendo la continuità del diritto a chi accetta i lavori stagionali. Una modifica che stando alle ultime dichiarazioni dovrebbe arrivare ormai a giorni. Ma sulla vicenda il clima è assai teso, perché, benché temporanea, la soluzione del ministro leghista prende di mira uno dei simboli del governo Conte.

M5S


Dal Movimento 5 Stelle, il senatore Iunio Valerio Romano non fa una piega: «La polemica delle ultime settimane intorno al reddito di cittadinanza non mi ha appassionato perché è chiaramente montata ad arte per esigenze elettorali - spiega il senatore dei 5s - . Se la questione la si vuole affrontare in maniera realmente costruttiva, è necessario che l’analisi tenga conto dei dati oggettivi e che non si alimenti di luoghi comuni puntualmente sconfessati. Provenendo dal mondo della vigilanza sul lavoro, nel corso degli ultimi vent’anni ho toccato con mano quanto sia radicata la ‘cultura dello sfruttamento’, che proprio lo strumento del reddito di cittadinanza sta contribuendo a far emergere. Quello sollevato da Garavaglia è un falso problema. Se le aziende passassero dai servizi per l’impiego, garantendo condizioni di lavoro di fatto, e non solo formalmente regolari (intelligenti pauca), il problema non sussisterebbe. Bisogna “educare” al rispetto delle regole - conclude - che per troppe persone non esistono.

IL PD

Ma non tutti sono così compatti e nel Pd, ad esempio, dopo che ieri il senatore Dario Stefàno riteneva valida la proposta del ministro e spingeva a «non trincerarsi dietro le posizioni politiche precostituite», oggi l’onorevole dem Marco Lacarra sembra di tutt’altro avviso: «Ritenere che la causa della mancanza di personale in determinati settori sia il Reddito di Cittadinanza è una narrazione semplicistica – sottolinea il deputato Pd -. Il Reddito di Cittadinanza, pur con i suoi limiti, ha aiutato in questi anni una grossa fetta della popolazione italiana. Questo strumento è fondamentale in uno Stato di Diritto che voglia definirsi civile, piuttosto bisognerà ragionare su come migliorarlo». «Non si può ritenere normale eliminare un sussidio importante come il Reddito di Cittadinanza – aggiunge Lacarra - e pensare che il giorno dopo tutti quelli che lo percepiscono possano trovare un lavoro. Dobbiamo far in modo che diventi sempre di più un sussidio transitorio, lavorando a delle politiche attive del lavoro che aiutino i disoccupati e le persone in difficoltà ad inserirsi, o reinserirsi nel mondo del lavoro». Ed in merito alla problematica personale lamentata da molti settori, il deputato Pd aggiunge: «È fondamentale che i lavoratori abbiano la giusta retribuzione commisurata al proprio profilo e al tipo di lavoro che svolgono, così come è necessario che i contratti vengano rispettati e che vengano riconosciuti eventuali straordinari e tutto quanto dovuto.

Non si può pensare, soprattutto dopo due anni di pandemia, che ci si possa “accontentare” pur di avere un lavoro».

LA LEGA

Dalla Lega, la proposta Garavaglia viene difesa a spada tratta da Roberto Marti, ma con alcuni chiarimenti: «L’idea della modifica del reddito - spiega il senatore leccese del Carroccio - nasce dal dato di 300mila stagionali che mancano all’appello. Per riuscire a dare questo servizio la proposta del ministro - prosegue Marti - mira a non far perdere il diritto al reddito riuscendo nel contempo a garantire un servizio che serve non solo agli operatori ma a tutta la collettività, dall’indotto al sistema turistico in sé. L’intera catena produttiva - prosegue Marti - si interrompe o non funziona bene. È legittimo che la gente non voglia perdere il reddito - conclude il senatore - ma l’emergenza è questa, non dobbiamo strumentalizzarla da un lato né dall’altro ma solo usarla come strumento. Bisogna solo fare in modo che un settore fondamentale per il ritorno alla normalità non venga messo in crisi», aggiunge il senatore leghista. «Se c’è un 10% di disoccupazione ma la gente non si presenta a lavorare, l’unica spiegazione è questa. Si tratta di dare alle persone l’opportunità di lavorare senza perdere il diritto al reddito, ma tenendo ben presente che questa misura era nata per rappresentare un avviamento al lavoro non uno status occupazionale».

I SINDACATI


Ma la misura non piace soprattutto ai sindacati che vi leggono un ennesimo colpo contro la classe dei lavoratori. Da Lecce, Marcello Frassanito, segretario generale della Fisascat Cisl, è molto netto: «Le parole del Ministro del Turismo Garavaglia, che paventa di risolvere il problema della mancanza dei lavoratori nel settore turistico con la modifica in peius del reddito di cittadinanza, non denotano la volontà di risolvere le questioni importanti di questo Paese bensì di acuirle - scrive il sindacalista salentino -. Ad oggi il reddito di cittadinanza è stato uno strumento efficace per contrastare la povertà che ha raggiunto fette sempre più grandi della popolazione italiana. Siamo consapevoli del fatto che si tratti di una misura che va modificata (al fine di migliorarla e non certo di indebolirla) per agganciarla strettamente alla riforma delle politiche attive del lavoro; tuttavia ciò non significa che sia ad esso imputabile la mancanza di lavoratori nel comparto del turismo. Come il nostro sindacato suggerisce da mesi – ribadisce il segretario Generale della Fisascat Cisl di Lecce - sarebbe sufficiente applicare i contratti buoni che disciplinano le prestazioni lavorative di molti lavoratori».

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