Il nuovo Reddito di cittadinanza, due milioni di inattivi in Puglia: sgravi per chi li assume. Ecco come funzionerà

Il nuovo Reddito di cittadinanza, due milioni di inattivi in Puglia: sgravi per chi li assume. Ecco come funzionerà
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Domenica 16 Aprile 2023, 05:00

Il nuovo Reddito di cittadinanza, chiamato Garanzia per l’inclusione (Gil) potrebbe interessare in Puglia 238.599 cittadini per un totale di 103.970 nuclei familiari. Tanti sono i percettori della vecchia misura di sostegno censiti da Istat al 28 febbraio scorso. Per la Cgil, tuttavia, «ci sarà un taglio di circa 70mila assegni, pari al 20% degli attuali aventi diritto» dice il segretario generale del sindacato, Pino Gesmundo. Un taglio legato ai criteri più stringenti che è necessario rispettare per ottenere l’aiuto statale, a partire dall’indicatore Isee per potervi accedere, indicatore che scenderà dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. 
Ad accompagnare la Gil ci saranno, poi, altri due interventi legislativi dedicati alle politiche attive per il lavoro: la Prestazione di accompagnamento al lavoro e la Garanzia per l’attivazione lavorativa riconosciuta a diverse categorie di cittadini.

Lo spacchettamento del Reddito

Con ordine. Secondo la bozza di riforma del Reddito, dal primo gennaio prossimo sarà introdotta la Gil, riconosciuta ai nuclei familiari al cui interno vi sia almeno un disabile, un minore, un soggetto con almeno 60 anni di età o una persona a cui è stato riconosciuto l’assegno per l’invalidità civile. Il beneficio - che avrà durata massima di 18 mesi e dopo un mese di stop potrà essere ottenuto per altri 12 - raggiungerà i seimila euro l’anno, ovvero circa 500 euro al mese e potrà essere integrato fino a 3.360 euro (280 euro al mese) con il contributo affitto. La Prestazione di accompagnamento al lavoro potrà essere richiesta dagli attuali percettori di Reddito dal primo settembre e varrà 350 euro al mese. Si stima che l’intervento interessi su scala nazionale 213mila persone per una spesa di 276 milioni di euro. La stessa che servirà a copertura della Garanzia per l’attivazione lavorativa riconosciuta a soggetti tra i 18 e i 59 anni in condizione di povertà assoluta, con un valore Isee non superiore a 6mila euro e non hanno i requisiti per ottenere la Gil. 

Gli sgravi fiscali

Per favorire l’occupazione la bozza di decreto messa a punto dal Governo Meloni prevede degli sgravi per le imprese che vorranno pescare dalla platea dei percettori di questi aiuti per assunzioni a tempo indeterminato o stagionali. Nel primo caso lo sgravio contributivo sarà del 100% per un massimo di 8.000 euro; nel secondo del 50% per un massimo di 4 mila euro l’anno. Il ministero del Lavoro ipotizza che, entro l’anno, ci saranno così 20mila nuove assunzioni stabili e 50mila a termine, ma i sindacati storcono il naso. «Non si comprende perché questo Governo ce l’abbia così tanto con i poveri - sbotta Gesmundo - visto che, togliendo il Reddito a centinaia di famiglie e senza reali politiche attive per il lavoro, l’unica alternativa sarà migrare. Al Sud i giovani saranno pure occupabili, ma è il lavoro che non c’è - prosegue il segretario della Cgil regionale -, manca anche per le donne, sempre costrette a incaricarsi anche dei servizi di cura familiare. L’emigrazione è l’unica via e così, nel Mezzogiorno, si concluderà la desertificazione, anche demografica, già in atto». I correttivi suggeriti dal sindacato? «Formazione, istruzione che veicoli il lavoro e pianificazione delle attività produttive. Arriveranno tantissime risorse dall’Europa - prosegue Gesmundo -: vogliamo investirle per creare occupazione o soltanto profitto? Sono d’accordo nel mettere al centro il lavoro, ma se manca che si fa? Il Governo mira solo a rastrellare risorse per metterle a disposizione di chi guadagna fino a 85mila euro con la partita Iva pagando soltanto il 15% di tasse. Le difficoltà che ci sono diventeranno marginalità e aumenterà il rancore sociale, con conseguenze che non possiamo immaginare. La Francia insegna».
Timori che vanno letti alla luce dei dati raccolti da Inps e Istat ed elaborati dall’Osservatorio Aforisma.

La platea di lavoratori inattivi soltanto in Puglia conta poco meno di due milioni di persone - 1.918.000 unità al 31 dicembre scorso - mentre la percentuale di cittadini in povertà relativa è del 27,5%. Più di uno su quattro. 

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