Reddito di cittadinanza, criminali tra i percettori: tra i “furbetti” anche il cassiere della Scu

Reddito di cittadinanza, tra i “furbetti” anche il cassiere della Scu
Reddito di cittadinanza, tra i “furbetti” anche il cassiere della Scu
di Roberta GRASSI
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Giovedì 4 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:39

L’allarme era stato lanciato più volte: gli strumenti di contrasto alla povertà possono diventare merce preziosa per la criminalità organizzata. E nella maxi “retata” contro i furbetti del reddito cittadinanza ci sono finiti anche presunti esponenti (o ex) della malavita, tra cui il sampietrano Tonino Screti, al quale si attribuisce il ruolo di cassiere, pensionato, della Sacra corona unita e che si trova agli arresti domiciliari. A Screti negli anni scorsi sono state confiscate diverse proprietà che sono state poi affidate all’associazione Libera per la coltivazione dei terreni e l’organizzazione di iniziative di vario tipo.

I casi eclatanti

Tre sono i casi “eclatanti”, in chiave “criminalità”, citati dai carabinieri nel report sugli approfondimenti effettuati per stanare quanti avrebbero approfittato della possibilità di ottenere il reddito di cittadinanza, in attesa di trovare un lavoro. Due sono pugliesi. Uno, come si diceva, di San Pietro Vernotico: Screti, avrebbe omesso di comunicare di essere sottoposto a detenzione domiciliare. A Bari Palese un noto pregiudicato (arrestato il mese scorso in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, per furto) aveva richiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza nonostante fosse colpito da sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza, avendo omesso di comunicare l’esistenza della misura di prevenzione a suo carico.

In provincia di Napoli un 41enne aveva ottenuto il beneficio pur trovandosi ai domiciliari con braccialetto elettronico, del tutto tracciabile. Stando ai dati Inps, il 38,4 per cento delle persone su cui sono state eseguite verifiche, allo scorso 30 aprile, in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata, sono soggetti già noti alle forze dell’ordine.

Di questi il 2,6 per cento, cioé 90 in tutto, sono persone che hanno subito condanne. Del resto il rischio era stato denunciato più volte dagli addetti ai lavori, ma anche dalla politica.

Il filo logico c’è, se si considera che le vecchie e nuove leve delle associazioni dichiarano patrimoni irrisori o spesso risultano essere nullatenenti, come dimostrato dalle numerosissime indagini patrimoniali che vengono condotte proprio per ricondurre loro beni e denaro illegalmente accumulati. Un gioco da ragazzi, per molti di loro, certificare di possedere i requisiti per beneficiare dei sussidi: una di quelle strategie per convogliare nei bilanci dei clan denaro messo a disposizione dallo stato. Lo stesso sistema che si teme sia stato attivato per “aggredire” i bonus concessi a pioggia e con procedure semplificate durante la pandemia, per contrastarne gli effetti devastanti sull’economia e sui redditi delle famiglie italiane.

Così sono state adottate contromisure, tra cui la maxi operazione del comando interregionale Ogaden dei carabinieri che ha scovato numerose anomalie. Tra le prescrizioni della norma ce ne sono alcune molto chiare ma aggirabili con false dichiarazioni: non possono ottenere il reddito di cittadinanza coloro che sono sottoposti a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida di arresto o fermo, coloro che sono stati condannati nei dieci anni precedenti la richiesta per associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico – mafioso, strage, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o eversione dell’ordine democratico, attentato per finalità terroristiche, sequestro di persona a scopo di terrorismo o eversione.

Screti è personaggio noto per il suo ruolo di rilievo in seno alla Scu che ha spesso fatto parlare di sé anche in tempi recenti, pur dichiarando di essere ormai fuori da dinamiche e logiche criminali. Ha chiesto l’aiuto dello Stato, lo ha ottenuto da uomo libero, a quanto è stato ricostruito. Poi si è ritrovato ai domiciliari e non avrebbe più potuto ottenere alcun accredito.

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