Il Piano di ripresa e resilienza per la Puglia: investimenti per porti, alta velocità e una mobilità più sostenibile

Il Piano di ripresa e resilienza per la Puglia: investimenti per porti, alta velocità e una mobilità più sostenibile
Il Piano di ripresa e resilienza per la Puglia: ​investimenti per porti, alta velocità e una mobilità più sostenibile
di Alessio Pignatelli
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Giovedì 6 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:08

Fondi per entrambe le Zone economiche speciali (Adriatica e Ionica), risorse per i porti, per le aree industriali, per i collegamenti ferroviari e per la mobilità sostenibile. È il pacchetto, anzi ne è un’anticipazione sommaria, di quello che spetterà alla Puglia in termini di investimenti grazie al Recovery Fund. Per leggerla in un’altra maniera: si tratta del Piano di ripresa e resilienza declinato sugli asset pugliesi che dovranno sostenere la ripartenza tramite la blue economy, trasporti più efficienti e aree più connesse.

I progetti per la Puglia 

 

Ormai è noto che saranno circa 82 i miliardi destinati al Mezzogiorno, ossia il 40 per cento del totale del Pnrr. La Puglia avrà la sua fetta ed è interessante il prospetto anticipato dalla ministra per il Sud, Mara Carfagna, sui diversi territorio del Meridione. Uno schema non esauriente ma una traccia che può essere utile per capire le priorità.

Innanzitutto, le Zes. La Regione Puglia, con i suoi due porti di livello “core” di Taranto e Bari, ha creato due differenti Zone economiche speciali a carattere interregionale: una ha il suo baricentro nello scalo jonico e si estende in Basilicata, la seconda è incentrata nel sistema dei porti del Mar Adriatico e comprende il Molise. Entrambe beneficeranno di investimenti per un totale di 124 milioni.

Per i porti, come già preannunciato a Quotidiano dai due presidenti delle Autorità portuali Sergio Prete (Mar Ionio) e Ugo Patroni Griffi (Mar Adriatico), si scommette su quella che tecnicamente è definita accessibilità marittima. Cioè il miglioramento di infrastrutture tramite dragaggi e altre opere per affrontare al meglio le sfide imposte dal cambiamento climatico.

Si tratta di 5 interventi complessivi. A Taranto per esempio sono previste due dighe foranee (una per il Molo Polisettoriale e l’altra per la parte più centrale del porto) e si riporterà alla luce il progetto Distripark: una struttura che consenta di trattenere sul territorio le merci in entrata/uscita dal porto, a vantaggio dell’economia locale attraverso operazioni di logistica e di lavorazione. Per Brindisi, invece, saranno realizzati dragaggi, accosti e interventi improntati al green. Queste alcune cifre filtrate da un incontro recente della ministra Carfagna con alcuni media locali: 50 milioni di euro per il porto di Taranto, 41 milioni per il porto di Manfredonia mentre le aree industriali di Brindisi, Lecce e Taranto usufruiranno rispettivamente di 8,6 milioni, 16,2 milioni e 8,1 milioni.

Altro capitolo importante, i trasporti e i collegamenti.

Investimenti sull'alta velocità

 

Per quanto riguarda alta velocità e infrastrutture ferroviarie, la Puglia è coinvolta negli interventi sulla linea adriatica e nella connessione diagonale con il Tirreno. Sulla linea ad alta velocità Napoli-Bari il progetto finale consentirà di viaggiare tra i due capoluoghi in 2 ore rispetto alle attuali 3 ore e 30 minuti; ci sarà un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle sezioni a doppio binario e un adeguamento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci di lunghezza fino a 750 metri senza limitazioni di peso assiale.

Sulla linea Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia saranno realizzate alcune tratte intermedie del progetto: al completamento, i tempi di percorrenza saranno abbattuti di 30 minuti sulla Napoli-Taranto (via Battipaglia) rispetto all’attuale tempo richiesto di 4 ore. La capacità sarà aumentata da 4 a 10 treni all’ora sulle sezioni in fase di aggiornamento e la linea ferroviaria sarà adattata per consentire il passaggio dei treni merci.

A proposito di collegamenti su ferro, un importante progetto di riqualificazione funzionale, miglioramento dell’accessibilità e intermodalità sarà destinato alla stazione di Barletta in quanto inclusa nel circuito Easy&Smart: stazioni che, grazie all’innovazione tecnologica, facilità di accesso, alti livelli di sicurezza e qualità dei servizi, diventano delle piccole smart city inserite nel tessuto urbano.

E proprio per quanto concerne la mobilità sostenibile, ci saranno interventi su Bari, Taranto e Lecce ma non si è andati nel dettaglio in questa breve anticipazione. Un grande cantiere - citando la narrazione ufficiale del ministero - «per accompagnare una nuova stagione di convergenza tra Sud e Centro-Nord per affrontare un nodo storico dello sviluppo del Paese». Più prosaicamente, un’onda d’urto per rendere la Puglia - e più in generale il Mezzogiorno - più veloce, efficiente e sostenibile.

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