Un bambino che nasce in Puglia vivrà in buona salute sette anni in meno rispetto a uno nato a Bolzano. Adolescenti: uno su tre è in sovrappeso

Un bambino che nasce in Puglia vivrà in buona salute sette anni in meno rispetto a uno nato a Bolzano. Adolescenti: uno su tre è in sovrappeso
di Giuseppe ANDRIANI
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Mercoledì 16 Novembre 2022, 18:57 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 14:42

L'aspettativa di vita in buona salute di un bambino pugliese è di sette anni in meno rispetto a un coetaneo di Bolzano. Per un bimbo che nasce in Puglia l'aspettativa di vita è di 81,1 anni, ma la speranza di vita in buona salute è di 59,5 anni, mentre a Bolzano è di 67,2 anni (il dato più alto in Italia). È uno dei numeri sciorinati dall'atlante di Save the Children, che rappresenta le situazioni nelle varie regioni di disuguaglianze socio-economiche, educative e territoriali. 

Perché?

Perché un bambino che nasce in Puglia ha un'aspettativa di vita più bassa rispetto a uno che nasce al Nord? Dal rapporto emergono diverse criticità. Intanto c'è da dire che la pandemia e la crisi economica che ne è derivata hanno acuito le disuguaglianze: in Italia 1,4 milioni di bambini vivono in povertà assoluta e la Puglia fa registrare la seconda più alta percentuale di povertà relativa (35%).

E il tutto si riflette sulla speranza di vita media alla nascita, che in Puglia è più bassa rispetto alla media nazionale (81,8 anni contro 82,4). Tra chi nasce a Caltanissetta e chi nasce a Firenze la differenza di aspettativa di vita è di 3,7 anni. E la situazione diventa ancor più pesante se si guarda all'aspettativa di vita in buona salute, cioè quanti anni in media in un territorio "vive" un bambino senza ammalarsi. In Puglia il dato si attesta a 59,5 anni, con un divario di oltre sette anni e mezzo rispetto alla provincia di Bolzano.

Obesità e poco sport: numeri drammatici

I numeri dell'emergenza dell'infanzia e dell'adolescenza, poi, travolgono anche altri aspetti della vita dei nostri ragazzi. In Puglia solo un ragazzo su tre pratica sport in maniera costante (33%) e il 33,3% dei giovani (da 3 a 17 anni) sono "sedentari" (cioè non praticano mai sport). Anche qui, come si evince dalle cartine, il divario tra Nord e Sud è piuttosto evidente. Non c'è da stupirsi, poi, se gli effetti sono obesità e ragazzi in sovrappeso. E anche qui i grafici evidenziano un gap territoriale importante e pesante. In Puglia sono in svrappeso tre ragazzi su dieci. In Valle d'Aosta appena uno su dieci. Il macro discorso è lo stesso: l'aspettativa di vita è inferiore perché si fa meno sport e si mangia in modo meno sano. Niente di nuovo sotto al Sole, ma la pandemia, secondo il rapporto, ha visto aumentare le differenze tra Nord e Sud. 

Il commento

«“Come stai?” è la domanda che molti ragazzi e ragazze avrebbero voluto sentirsi rivolgere durante la pandemia e che ancora oggi non viene loro rivolta dagli adulti. Abbiamo voluto dedicare l’Atlante del 2022 alla salute perché è necessario assicurare a tutti i bambini e gli adolescenti una rete di servizi di prevenzione e cura all’altezza delle necessità, superando le gravi disuguaglianze territoriali che oggi incidono sul sistema. Nel panorama mondiale, il nostro servizio sanitario nazionale si posiziona come una eccellenza per la cura dei bambini, ma questo non deve spingerci ad ignorare i divari e le criticità che la pandemia ha contribuito ad accentuare.  Al tempo stesso, i dati dell’Atlante mostrano la necessità di mettere la salute dei bambini al centro di tutte le scelte politiche, dalla tutela dell’ambiente urbano alle mense scolastiche, fino agli spazi per lo sport e il movimento, con una particolare attenzione al tema della salute mentale degli adolescenti, fortemente colpiti dalla pandemia. Questo impegno è ancor più urgente oggi, in un Paese che attraversa una difficile fase economica e che ha toccato il picco di quasi un milione e 400mila bambini in povertà assoluta. Per molti di loro, la povertà materiale ed educativa si traduce anche in povertà di salute e occorre fare di tutto per spezzare questo circolo vizioso, orientando le risorse disponibili sui territori che maggiormente soffrono queste difficoltà» ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia.

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