Verso la quarantena soft in caso di contagi a scuola. I pediatri: più test rapidi

Verso la quarantena soft in caso di contagi a scuola. I pediatri: più test rapidi
di Andrea TAFURO
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Lunedì 27 Settembre 2021, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 19:45

Prende quota la quarantena ridotta a scuola per durata e numero di studenti coinvolti. Una decisione attesa per evitare la sospensione delle lezioni in presenza o misure più drastiche come la chiusura dei plessi scolastici.


L'ipotesi al vaglio di Governo e Regioni, avanzata nei giorni scorsi dall'assessore alla sanità del Lazio, Alessio D'Amato, è di ridurre i giorni di quarantena per i contatti dei positivi, dagli attuali 7 a 5 giorni per i soggetti vaccinati, ma soprattutto di limitare il numero di studenti obbligati a restare a casa in Dad. L'iniziativa arrivata già sul tavolo del Comitato tecnico scientifico (Cts), al momento però trova la bocciatura di Luigi Nigri, pugliese e vicepresidente della Federazione italiana medici pediatri, che al contrario richiede «massima attenzione nei luoghi chiusi e tamponi preventivi nei ragazzi in età scolare per individuare e bloccare sul nascere i possibili focolai».
Intanto il nuovo modello di quarantena avanza nella discussione e potrebbe somigliare a quello delle bolle adottato in aereo: se c'è un positivo vanno in quarantena i passeggeri nelle due file dietro, davanti, e di lato rispetto al caso.

Lo stesso meccanismo potrebbe essere quindi applicato nelle scuole, sostituendo alle file i banchi. Linea condivisa anche dall'assessore alla sanità pugliese Pier Luigi Lopalco. «Partiamo da un presupposto, la variante Delta è estremamente rapida nella trasmissione, dunque se non compare entro quattro o cinque giorni ha senso pensare di consentire il rientro a scuola. Sono più perplesso invece sulla definizione del contatto stretto: all'intero di una classe, dove i ragazzi si muovono in continuazione, risulta essere molto sfuggente». Oggi invece la regola generale prevede che tutta la classe resti in isolamento. L'obiettivo perseguito è quindi fissare regole standard per tutta Italia, visto che al momento cambiano da regione a regione e da un'azienda sanitaria all'altra. Da tener presente nella valutazione, che gli istituti scolastici non sono tutti uguali: alcuni hanno spazi per garantire il distanziamento, altri impianti di aereazione moderni, altri ancora classi troppo numerose. Inoltre quasi tutti hanno optato per il turno unico a scuola, solo in Provincia di Bari si è partiti con il doppio turno, che nelle prossime settimane potrebbe comunque essere abbandonato. Non semplice dunque trovare la quadra, dopo pochi giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico, soprattutto nelle scuole primarie con gli alunni under12 tenuti al momento fuori dalla campagna vaccinale. Nei prossimi giorni un vertice tra Istituto superiore della sanità, Regioni, Ministeri della Salute e della Pubblica istruzione, potrebbe fare chiarezza e definire misure omogenee per tutto il Paese.
In Puglia intanto la situazione dei contagi nella fascia giovanile resta monitorata dai pediatri: al momento rilevata una diminuzione dei positivi negli under19, a fronte di un aumento delle vaccinazioni che si attesta in media per la prima dose al 75% tra i 12 e 19 anni. «Sono dati che ci lasciano abbastanza tranquilli perché con il vaccino il rischio di contagio si riduce afferma Nigri. Importante però non abbassare la guardia. Bisogna fare di più, occorre entrare nelle scuole e comunicare con i ragazzi attraverso una campagna vaccinale mirata. È necessario attivare tutte quelle misure preventive per scongiurare il proliferare di focolai». D'altra parte la possibile riduzione dei tempi di quarantena non lascia del tutto tranquillo Nigri. «È un discorso molto teorico, che non tiene in conto dei tempi di quarantena dettati dalla malattia. Pur comprendendo la volontà politica di tenere aperte le scuole, non vedo una reale utilità nella riduzione dei tempi di quarantena. Al contrario aggiunge il presidente Fimp - quello che realmente servirebbe è un intervento urgente per identificare tempestivamente ogni possibile nuovo contagio da covid, prima che l'influenza autunnale prenda il sopravvento nelle scuole, mischiandosi al virus e creando così il caos». Necessarie quindi delle soluzioni rapide per anticipare il problema. «Tutti i luoghi chiusi sono ad altissimo rischio contagio. E la scuola non fa eccezione. La soluzione che da tempo proponiamo spiega il medico - è quella di intervenire con tamponi rapidi, sia in caso di primi sintomi, sia al termine della quarantena. In Puglia siamo in 500 pediatri e siamo pronti a farlo direttamente anche nei nostri studi. Per avere una scuola in presenza conclude Luigi Nigri - non basta cambiare i tempi della quarantena, occorre prevenzione e sicurezza».
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