Quarantena per chi rientra in Puglia: Regione al lavoro con i sindaci per garantire la sicurezza

Quarantena per chi rientra in Puglia: Regione al lavoro con i sindaci per garantire la sicurezza
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Martedì 28 Aprile 2020, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 14:19

Chiunque rientrerà in Puglia dovrà affrontare l'isolamento come misura precauzionale al diffondersi dei contagi da coronavirus? Probabilmente sì. La Regione Puglia, infatti, è pronta a emanare una nuova ordinanza per regolamentare gli ingressi nel proprio territorio da altre regioni. La Regione disporrà - com'è già stato per l'ordinanza dell'8 marzo - l’isolamento fiduciario con obbligatoria registrazione sul sito dell’ente per chiunque varcherà i confini pugliesi provenendo da fuori. Gli uffici regionali e l'Avvocatura sono già al lavoro perché la nuova ordinanza si muova nei solchi del Dpcm varato dal Governo Conte pochi giorni fa. I dettagli saranno poi definiti nel corso di un incontro fra il governatore e i sindaci pugliesi, che già nei giorni scorsi avevano sollecitato al presidente la conferma di quell'ordinanza, scaduta tempo fa, senza tuttavia ottenere nulla: la Regione, infatti, aveva ribadito che i provvedimenti governativi superavano, per limiti stringenti, i contenuti del documento pugliese.

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La nuova ordinanza, dunque, servirà a regolamentare gli spostamenti consentiti come «rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza», previsti all'articolo 1 del Dpcm governativo. L'isolamento volontario di 14 giorni presso il proprio domicilio, dunque, riguarderà le decine di migliaia di persone che sono rimaste bloccate in altre regioni per effetto della pandemia.

Qualora l'isolamento non fosse possibile in casa propria o di familiari - per via, ad esempio, di abitazioni troppo piccole e affollate - la Regione valuterà anche la possibilità di estendere a queste persone l'opzione degli “Hotel Covid”, dove trascorrere la quarantena in sicurezza. 

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Se al Nord, dunque, i governatori leghisti vorrebbero far saltare il lucchetto e riaprire tutto (o quasi) subito, Michele Emiliano, in Puglia, soppesa le possibilità e valuta il da farsi. L’intenzione è di non arrivare al muro contro muro con palazzo Chigi, l’obiettivo è temperare ulteriormente il lockdown e decretare “ripartenze” nei margini consentiti dal decreto.

In queste ore il governatore ha consultato l’avvocatura regionale per capire come muoversi e in quale direzione, ma tutto conduce a un’ordinanza regionale “omnibus”: verrebbero ammessi gli spostamenti verso le seconde case per attività di manutenzione, mossa che darebbe un po’ di respiro a chi intende organizzarsi per la stagione turistica; ma allo studio c’è anche la possibilità di permettere la riapertura di alcune attività commerciali o artigianali. D’altro canto, il teorema di fondo - seppur imbevuto di prudenza - è chiaro e noto: al Sud e in Puglia (ieri appena 10 contagi rilevati) la curva s’appiattisce fino ormai a scendere, l’epidemia è apparentemente sotto controllo e proprio le regioni del Mezzogiorno potevano essere il primo banco di prova della fase 2.

In ogni caso, la sorveglianza epidemiologica deve restare ovunque alta e vigile: il ministero della Salute sta ultimando la griglia degli “indicatori sentinella”, indici che fotograferanno quotidianamente lo stato dell’epidemia sui territori; chi non s’allinea ai parametri, rientrerà nel lockdown col marchio di zona rossa. Non sarà monitorato soltanto il numero di contagi, ma verrà anche soppesata la capacità delle regioni di garantire l’offerta sanitaria territoriale, la reattività nel tracciare i contagi e spegnere sul nascere i focolai.

Emiliano firmerà l’ordinanza col pacchetto di riaperture non solo quando avrà rassicurazioni dall’Avvocatura regionale, ma anche non appena si saranno messi pienamente in moto gli incentivi alle piccole e medie imprese della manovra pugliese da 450 milioni.

In molti casi, del resto, non avrebbe senso consentire di ripartire senza tuttavia fornire una prima spinta finanziaria. Sempre nell’ottica di un più organico piano di riaperture pugliesi, prende forma il gruppo di lavoro della Regione: finora le istanze di deroga presentate dalle imprese alle Prefetture venivano prese in esame, per il necessario parere di congruità, dal Dipartimento Sviluppo economico della Regione (guidato da Domenico Laforgia, ex rettore UniSalento); adesso s’affiancheranno, per una lettura più complessiva, anche Pierluigi Lopalco (l’epidemiologo a capo della task force sanitaria) e Danny Sivo (coordinatore del Sistema regionale di gestione integrata della sicurezza sul lavoro). Analizzeranno non solo le domande in deroga, ma anche i piani di sicurezza delle aziende destinate a riaprire a stretto giro.

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