Puglia, diverse vertenze occupazionali ma anche nuove economie: si punta a Ict e rinnovabili

Idrogeno, eolico e l’industria culturale provano ad attutire le emorragie occupazionali

La Puglia oltre le vertenze: si punta a Ict e rinnovabili
La Puglia oltre le vertenze: si punta a Ict e rinnovabili
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:56

Da una parte, le grandi vertenze che soffocano la ripresa economica pugliese, Acciaierie d’Italia e Leonardo in primis. Dall’altra, un fermento che in questi anni ha fatto sì che la Puglia diventasse capofila in alcuni settori. E non si parla di quelli tradizionalmente più rodati, come turismo o agricoltura, ma di comparti innovativi: l’Ict (Information and Communication Technologies), le rinnovabili e l’industria culturale creativa. Una produzione che chiaramente non annulla le sofferenze derivanti dai numerosi tavoli di crisi ma traccia una strada da esplorare, a maggior ragione in ottica Pnrr.

Qualche cifra

Per intendersi: l’Ict rappresenta un comparto di eccellenza in Puglia e, attualmente, sono 4.800 le imprese (multinazionali, PmI e start-up) che occupano oltre 15.250 dipendenti.

Un settore che ha richiamato anche la recente visita del premier Draghi in visita all’Istituto Cuccovillo.

L’aerospazio, nonostante la recente crisi di Leonardo che ha annunciato la cassa integrazione dal 3 gennaio per 1.049 a Grottaglie e 790 a Foggia, resta un settore centrale: nei primi 6 mesi del 2021, il fatturato export pugliese ha superato i 194 milioni di euro. Ma probabilmente è il comparto dell’energia rinnovabile a suscitare più interesse tra i big player del settore. A cominciare da quella che è stata definita, in maniera evocativa, “Green Hydrogen Valley”. L’obiettivo è produrre a chilometro zero il prezioso vettore per servire l’industria locale e la mobilità sostenibile contribuendo ad accelerare la diffusione dell’idrogeno verde. Edison e Snam hanno siglato, insieme a Saipem e Alboran Hydrogen, un memorandum of understanding per la messa in opera del progetto e realizzare tre impianti di produzione di idrogeno per complessivi 220 Mw nei territori di Brindisi, Taranto e Cerignola.

Le rinnovabili

A proposito di energia rinnovabile, già adesso la Puglia è ampiamente protagonista: produce il 25% dell’energia eolica italiana e il 14% di quella solare. È la prima regione d’Italia per numero di impianti e per potenza installata di “nuove rinnovabili”, al netto cioè dell’idroelettrico. Secondo il think thank di Cassa depositi e prestiti, nel 2019 in Puglia si registrano oltre 1.100 impianti eolici per una capacità installata che supera i 2,5 GW e oltre 51 mila impianti fotovoltaici che hanno una potenza di 2,8 GW. C’è poi quell’industria creativa che negli anni è cresciuta tantissima e, con circa 13 mila imprese in Puglia, si presenta come una delle realtà più dinamiche del Sud Italia.

Sempre secondo le stime di Cdp, pre pandemia la ricchezza generata ha raggiunto quasi i 2,7 miliardi di euro con un’incidenza prossima al 4% del valore aggiunto complessivo regionale. A proposito di futuro: oltre il 60% degli occupati pugliesi del sistema produttivo culturale e creativo ha meno di 44 anni. Un quadro che deve tenere conto, però, delle grandi difficoltà presenti sul territorio. Oltre alla già citata Leonardo, Acciaierie d’Italia, vertenza che da anni stenta a sbloccarsi, ingloba da sola 8.200 lavoratori diretti e circa 1.700 rimasti nell’alveo di Ilva in As. Senza considerare l’indotto. Lunedì ci sarà una riunione al Mise col ministro Giorgetti per capire se ci sono sviluppi sul nuovo piano industriale. Solo sul tavolo di crisi della Regione coordinato da Leo Caroli ci sono altre 49 vertenze aperte. Uno scenario frastagliato, tra luci e ombre. E con un unico, grande obiettivo: far sì che la ripresa trainata dai fondi del Pnrr non possa disperdersi a causa di queste problematiche sfruttando, magari, la spinta propulsiva delle nuove economie pugliesi.

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