I pediatri pugliesi: «Vaccino utile per tutelare i ragazzi. Ma il 23 agosto è tardi»

I pediatri pugliesi: «Vaccino utile per tutelare i ragazzi. Ma il 23 agosto è tardi»
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 2 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:36

«Il vaccino va fatto, senza se e senza ma, perché abbiamo capito che la variante Delta del Coronavirus contagia soprattutto la fascia d’età dei più giovani, ma sono perplesso sulla campagna vaccinale per gli under 18, che a mio parere andrebbe gestita diversamente». Parola del vicepresidente nazionale e referente per la Puglia di Fimp pediatri, Luigi Nigri, che nutre forti sul fatto che la scuola possa ricominciare a settembre con la maggioranza degli studenti vaccinati, come spera invece la Regione Puglia, che dal 23 agosto avvierà una grande campagna per vaccinare la fascia dei ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni.

Le perplessità

Tante le perplessità espresse dal dottor Nigri, a cominciare proprio dalla campagna vaccinale che parte fra 20 giorni. «Tanto per cominciare già ora chi vuole vaccinarsi in quella fascia di età può farlo, basta prenotarsi in farmacia. Quindi mi chiedo che senso ha avuto far partire la campagna solo il 23 agosto, considerato, che la scuola comincia neanche un mese dopo?». L’altra incongruenza è - aggiunge Nigri - «la sicurezza di avere almeno il 60% di studenti vaccinati prima dell’avvio del nuovo anno scolastico. Sinceramente credo che sarà impossibile arrivare a quella percentuale, visto che molti genitori stanno rinviando sperando che prima o poi possano essere i pediatri a vaccinare i loro figli».
Serve, secondo Nigri, un patto con le famiglie e «quel patto si stabilisce solo con il proprio medico o pediatra di famiglia. Si tratta di fiducia, i genitori si fidano solo di chi ha seguito per anni i propri figli, io ricevo ogni giorno decine di telefonate di famiglie che mi chiedono se posso essere io a somministrare il vaccino, quando sentono che devono andare negli hub desistono immediatamente. E non c’è verso di convincerli, prendono tempo. Quindi, a mio avviso, sarebbe stato meglio affidare la vaccinazione dei più piccoli ai pediatri che sul territorio hanno sicuramente una organizzazione più capillare. Il rischio è arrivare al 20 settembre con pochi studenti vaccinati e con lo spettro di un altro anno ancora in Dad». 

La variante

Quel che preoccupa maggiormente è che la variante Delta colpisce i giovani con sintomi quasi inesistenti per loro, ma molto gravi invece per gli adulti a cui possono trasmetterlo anche inconsapevolmente, genitori e nonni soprattutto. «I sintomi sono così leggeri che spesso non fanno nemmeno il tampone, però la trasmissione del virus c’è ed è pericolosa. Per questo è meglio vaccinare anche gli adolescenti, ma l’obiettivo sarebbe stato raggiunto prima se a vaccinare, ripeto, saremmo stati noi pediatri o i medici di famiglia». 
Intanto per il prossimo 6 agosto è atteso il “Piano Scuola” varato dal ministero all’Istruzione su indicazione del Comitato Tecnico Scientifico, in cui viene stabilito una sorta di vademecum comportamentale per la ripresa delle lezioni in presenza.

Nel documento ampio spazio viene dato proprio alla vaccinazione, ritenuta una «misura indispensabile», motivo per cui si invitano sia i ragazzi che i docenti che ancora non si sono vaccinati a farlo.

L'obbligo

Sull’obbligo, invece, per il momento il premier Draghi ha fatto un passo indietro, nel senso che ha imboccato la strada di una forte “raccomandazione” alla vaccinazione. Ma se la “moral suasion” si dovesse rivelare inutile non è escluso che si passi all’imposizione vera e propria, che porterebbe a dover esibire il green pass per entrare in classe. Una cosa è certa: il Comitato Tecnico Scientifico vuole escludere in ogni caso il ritorno alla Dad, anche alla luce dei risultati poco edificanti dell’Invalsi. Per questo, il generale Figliuolo ha chiesto entro il 20 agosto i nominativi dei docenti e del personale tecnico-amministrativo ancora non vaccinato. In realtà la Puglia ha una percentuale molto alta di prof e Ata vaccinati, per questo ora la priorità sono gli under 18. Dal 23 agosto saranno i singoli istituti, secondo un ordine quotidiano già stabilito, a indicare di volta in volta agli studenti di ognuna delle 7mila classi delle scuole medie inferiori e superiori in quale hub recarsi, tutti assieme e alla stessa ora, per essere vaccinati in blocco. «Stimiamo che l’iniziativa avrà successo come è già accaduto a giugno con i maturandi che si sono presentati in massa nelle strutture vaccinali, anche li classe per classe sulla base delle indicazioni ricevute dalle scuole» ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Pierluigi Lopalco, confidando nel fatto che la «stragrande maggioranza dei cittadini» siano favorevoli «per uscire fuori il prima possibile da un incubo».

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