Anche in Puglia la stangata: prezzi in rialzo per latte, pane, pasta e scontrino raddoppiato

Anche in Puglia la stangata: prezzi in rialzo per latte, pane, pasta e scontrino raddoppiato
Anche in Puglia la stangata: prezzi in rialzo per latte, pane, pasta e scontrino raddoppiato
di Rita DE BERNART
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 12:13

Il pane, il latte, il caffè al bar prima di andare al lavoro: un rituale mattutino che diventa sempre più salato. Quasi del doppio rispetto alla media. Il costo del carrello della spesa da qualche mese continua a lievitare e per effetto contrario diminuisce il suo peso. Più attenzione allo scontrino, dunque, e selezione dell'essenziale per non dover rinunciare a qualche piccola abitudine, al caffè o alla pizza con gli amici. I rincari generalizzati per i prodotti alimentari e le materie prime, oltre che per luce, gas e carburante, pesano infatti sempre di più sul portafoglio dei pugliesi e degli italiani.

L'allarme e i rialzi

Un allarme lanciato anche dalle associazioni di consumatori secondo cui la stangata in alcuni casi supererà quest'anno i mille-mille e duecento euro annui a famiglia. Un'emergenza destinata ad aggravarsi ancora nei prossimi mesi in considerazione dei nuovi aumenti previsti; ortaggi e verdure, prodotti caseari e latticini, pane e pasta hanno già subito rincari considerevoli, e il primo effetto negativo, secondo i gestori di supermercati e piccoli market, è una flessione di circa il 20% della spesa nei primi 15 giorni di gennaio. Dai dati forniti dal Codacons, emerge che con l'inflazione attuale al +3,9% si avrà una stangata media, considerata la totalità dei consumi di una famiglia tipo pari a +1.198 euro annui.

Lo scorso anno invece, sempre secondo l'associazione a tutela dei consumatori- la famiglia tipo italiana, a causa del tasso di inflazione medio all'1,9% registrato aveva dovuto sborsare 584 euro in più per l'aumento dei prezzi al dettaglio, con punte di +758 euro annui per un nucleo con due figli.

Emblematico il caso del grano, e dei cerali in genere, e quindi di due dei prodotti base della dieta dei pugliesi: il pane e la pasta. Il costo del grano dallo scorso giugno è aumentato del 90% e un chilo di pasta che fino a qualche tempo fa veniva acquistato dalla grande distribuzione a 1 euro e dieci, oggi ne costa 1 e 40 e arriverà a costarne anche 1 e 50.

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Una mazzata che, per qualche mese, le grandi catene della distribuzione organizzata hanno potuto contenere, evitando di gravare sui consumatori, grazie ai contratti con prezzo bloccato. Con il nuovo anno però, per citare un esempio, il classico formato da mezzo chilo di pasta pugliese che prima si acquistava a scaffale a 45 centesimi, costa già 59 centesimi e la previsione è di arrivare a 75 centesimi. Ovvero un aumento di circa il 38%. Stesso discorso per il pane il cui costo per le famiglie è già raddoppiato. Aumenti anche per le mozzarelle, altro prodotto di largo consumo in Puglia, che hanno subito incrementi fino a 80 centesimi al chilo all'origine, secondo i dati forniti dai titolari degli esercizi alimentari. In salita anche il riso e il caffè.

I nuovi prezzi

Alcune aziende pugliesi di caffè hanno già depositato i nuovi prezzi che a partire da fine gennaio saliranno dell'8%; in media per una confezione da 250 grammi oggi in vendita a 2 euro e 30 significa oltre 18 centesimi in più. Non va meglio con i prodotti ortofrutticoli; agli elementi di rischio a cui la coltivazione già di suo è esposta, condizioni metereologiche, parassiti, malattie della pianta, si sommano ora anche l'aumento indiscriminato dei costi delle materie prime, dei trasporti e del gas. Prezzi altalenanti e spesso alle stelle dunque per le produzioni che arrivano da altri territori ma soprattutto per quelle varietà di ortaggi, come le zucchine, coltivati in serra nei mesi invernali; sale il costo per l'energia elettrica e sale anche quello degli acquisti dal fruttivendolo. Insomma i rincari collegati alle materie prime, iniziati lo scorso anno, gravano maggiormente sul consumatore finale. Ma la rincorsa al rialzo dei prezzi è un grosso danno anche per le aziende che non riescono a coprire i costi di produzione e si vedono costrette ad adeguare i listini.

A partire dalla scure del caro energia e gas aumentati di oltre il 50% a cui si somma l'aumento per i materiali di imballaggio quali carta, cartone e plastica, che indicativamente è di oltre il 30%, e dei trasporti al +15%. Schizzano anche quelli di materiale ferroso e legno per serramenti e per attrezzature per le aziende vitivinicole, tra cui i pali per l'impianto della vite il cui costo è raddoppiato. «Ormai bisogna controllare le fatture di volta in volta - dicono alcuni imprenditori di settimana in settimana ci sono variazioni in salita. Costretti ad adeguare il listino anche ristoranti, bar e pizzerie. Qualcuno azzarda il caffè al banco a un euro e 50 e anche la pizza del sabato sera potrebbe diventare un lusso. Un effetto domino partito con il blocco delle attività a causa del covid, la maggiore richiesta di gas e la crisi dei carburanti che, a catena, con la ripresa della domanda, ha influito sui prezzi delle materie prime.
 

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