Positivi prima del 12 gennaio e bloccati in casa, in attesa di un tampone molecolare che ne accerti la negativizzazione e li “liberi”. Sono ancora circa 8.000 i pugliesi in isolamento e in attesa di una mossa della Asl di appartenenza: la disposizione regionale che prevede la presa in carico del contagiato da parte del medico di base, infatti, vale solo per chi ha accertato la sua positività dopo il 12 gennaio. La sorte di tutti gli altri è nelle mani, invece, delle Aziende sanitarie.
I ritardi
Il dato era lo stesso il 6 gennaio, ma i ritardi accumulati in queste settimane per smaltire migliaia di richieste di tampone si sono verificati anche nell’aggiornamento dei dati. Dunque il numero reale potrebbe essere inferiore alle 8.000 unità, ma comunque elevato. Soprattutto perché, in qualche caso, i contagiati sono chiusi prudenzialmente in casa dalle feste.
«La presa in carico da parte dei medici dei positivi sintomatici dopo il 12 gennaio - dice il direttore del Dipartimento Salute regionale, Vito Montanaro - è andata molto bene, sta funzionando.
Il vertice
Per questo, stamattina ci sarà una riunione del Dipartimento per mettere a punto una strategia, capire cosa è andato storto e correggere la rotta. Bisogna fare in modo che le Asl prelevino i campioni dai positivi, li processino e ottengano il risultato utile allo sblocco del Green pass di ciascun cittadino. «Provvederemo al più presto» garantisce Montanaro, soddisfatto invece di come è stata oliata la macchina con i medici di base. «Quando si accerta un contagio, anche con test antigenico, il medico lo comunica e viene bloccato il Green pass. Poi, trascorso il tempo previsto, il medico prescrive il tampone di controllo e, se negativo, si sblocca il Green pass. Facile e veloce». Ma non per tutti.