Puglia, una scuola del digitale per formare gli esperti del futuro: vertice fra il ministro Colao e l'assessore Delli Noci/ L'intervista

Puglia, una scuola del digitale per formare gli esperti del futuro: vertice fra il ministro Colao e l'assessore Delli Noci/ L'intervista
di Matteo CAIONE
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Mercoledì 27 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:36

La Puglia alla prova del Pnrr. Un’occasione storica per agganciare l’ultimo treno del futuro. Transizione è la parola d’ordine: transizione digitale e green. Una delle missioni principali del Piano di ripresa e resilienza è l’impatto sul Mezzogiorno. Le grandi opportunità che sono sul piatto e il tema delle potenzialità che può esprimere la Puglia sono stati i temi al centro dell’incontro che ieri l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, ha avuto con il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao e la sottosegretaria Assuntela Messina. Numerose le questioni affrontate, dalla trasformazione digitale che, attraverso i progetti Fondo Innovazione e Competenze in campo, sta coinvolgendo i comuni pugliesi, ai fondi del Pnrr, alle grandi potenzialità dello spazioporto di Grottaglie. 
Assessore Delli Noci, l’incontro col ministro Colao è stata l’occasione per chiarire la missione della Puglia all’interno del Pnrr. È una sfida epocale che richiede grande capacità progettuale. Quali sono i temi cruciali?
«L’incontro mi ha permesso di aggiornare il ministro sul cuore pulsante della questione, ovvero la transizione digitale. Ma anche sull’importante missione istituzionale della Regione alla space week di Expo Dubai e di rinnovare la richiesta di attenzione nei confronti dello spazioporto di Grottaglie, l’unico in Europa, che può avere un ruolo strategico. Sul Pnrr intanto serve una strategia nazionale affinché nessun territorio resti indietro».
Il Pnrr camminerà principalmente sulle gambe delle regioni e dei comuni. Qual è l’orizzonte e quali sono le difficoltà che state incontrando?
«Ci sono numerosi progetti in corso e futuri che riguardano la Puglia e ci sono alcune difficoltà per risolvere le quali abbiamo bisogno del supporto del Governo. La difficoltà maggiore è quella delle competenze: il ministero della Pubblica amministrazione assegnerà ai Comuni un supporto di personale, ma non sappiamo ancora quando questi profili qualificati si insedieranno e quanti effettivamente accetteranno l’incarico. C’è bisogno di un supporto forte e concreto. Gli uffici sono affogati in una quotidianità tale da non riuscire ad avere la capacitò di andare oltre. Intanto, tra le prime questioni affrontate c’è quella della transizione digitale verso la quale ci stiamo muovendo accompagnando gli Enti Locali in questo processo e fornendo loro le competenze necessarie ad affrontare le sfide future. Per raggiungere l’obiettivo, abbiamo certamente bisogno di completare le infrastrutture digitali ma anche di formare i dipendenti pubblici - come già stiamo facendo - e di garantire la presenza di esperti del digitale nella Pa, nei grandi e nei piccoli comuni».
Spendere e spendere bene. Su cosa indirizzerete le risorse del Piano nazionale? 
«I fondi del Pnrr potranno essere utili anche nella realizzazione di una Scuola del digitale, con centri di competenza territoriale, che formi gli esperti del futuro. Voglio ricordare che l’Ict, le tecnologie della comunicazione e dell’informazione, rappresenta un comparto di eccellenza in Puglia: attualmente, sono 4.800 le imprese, multinazionali, PMI e start-up, che occupano oltre 15.250 dipendenti. Un settore importante per l’economia pugliese che vogliamo spingere favorendo nuovi insediamenti. Se il digitale semplifica e migliora la vita dei cittadini nel rapporto con la pubblica amministrazione, ancora di più può farlo rispetto ai temi sanitari. Al ministro Colao infatti ho manifestato la necessità del fascicolo sanitario che, attraverso il rinnovamento e l’ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali del settore sanitario, può garantire una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza».
Quale sarà il ruolo della Regione Puglia in questa partita decisiva?
«La Regione è in campo per la costruzione di una cabina di regia in grado di supportare i territori. Anche perché i fondi non sono solo quelli del Pnrr, ma ci sono anche altre opportunità, tutte da cogliere, che avremo nei prossimi anni. Supportare, quindi, i Comuni e stimolare il protagonismo degli enti di ricerca. Fondamentali saranno i temi della ricerca, della mobilità, della telemedicina, della transizione energetica, dell’economica circolare. Invito i comuni e i territori a costruire progetti strategici in maniera aggregata e non in competizione tra piccole amministrazioni. La missione non sarà quella di riqualificare una singola piazza ma ricreare attrattori economici e turistici. E poi altro tema particolarmente strategico saranno le Zes, le zone economiche speciali: sono strategiche per rivedere l’organizzazione della Puglia come hub logistico del Mediterraneo grazie ai suoi porti. La Puglia si deve affermare come porta di accesso dal Mediterraneo all’Europa: un hub che non conviene solo a livello fiscale ma anche a livello logistico. Questa sarà la chiave di volta per capovolgere l’Italia».

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