Benzina-record in Puglia: più di due euro per un litro. E rincara anche il carrello della spesa

Benzina-record in Puglia: più di due euro per un litro. E rincara anche il carrello della spesa
di Paola COLACI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:54

Caro-carburante, la spia dei rincari continua a segnare “rosso” in Puglia: più di 2 euro (2.09 cent) per un litro di benzina sul servito per alcuni distributori del Barese. E 1 euro e 75 cent in media in modalità “self service” nell’area metropolitana. Stesso andamento al rialzo anche in provincia di Brindisi dove in alcuni casi il carburante nella giornata di ieri ha superato la “soglia psicologica” dei 2 euro. Ma stando alle rilevazioni dell’Osservatorio prezzi carburanti del Ministero dello Sviluppo economico e calcolatrice alla mano, proprio a causa del caro-benzina una famiglia pugliese in media spende oggi circa 430 euro in più su base annua solo per i maggiori costi di rifornimento. 

Rincara la spesa alimentare

Di contro, la crescita dei prezzi dei carburanti potrebbe avere effetti nefasti anche sui consumi in vista delle festività natalizie: in altre parole le famiglie saranno costrette a tagliare le spese. E la contrazione dei consumi, stimano le associazioni di settore, potrebbe ammontare a circa 200 euro a nucleo. Ma c’è di più. Se il petrolio “muove” persone e merci, l’escalation dei listini alla pompa anche in Puglia produrrà inevitabilmente effetti a catena sul costo delle materie prime. Del resto l’85% dei prodotti viaggia ancora su gomma. E la “fiammata” sul carburante continua a incidere sui prezzi finali praticati ai consumatori. Rincari in vista, dunque, su farina e altre materie prime. E prezzi di pane, pasta e prodotti tipici pronti a “lievitare” già a partire da dicembre. Anzi, in alcuni casi i listini all’ingrosso hanno già subito i primi rincari. Il costo del latte da febbraio è cresciuto del 5% e quello della pasta sfiorerà il +30%. Ma anche acquistare un chilo di zucca o di pere costerà fino al 25% in più. E ancora, nella lista degli aumenti sono già finite le zucchine: nei supermercati pugliesi sono passate da 1.60 euro a 2.20 euro al chilo. E per acquistare un chilo di melanzane 1.20 euro non basta più: le “quotazioni” al supermercato hanno già superato la soglia di 1.60 euro. A subire una impennata inaspettata è anche l’insalata: se prima costava 1 euro ora oscilla tra 1.20 e 1.5 euro. Destinato ad aumentare anche il prezzo della pasta fresca di circa 60 centesimi, ma potrebbe raggiungere 70 centesimi in più in relazione all’aumento del costo della farina. E insieme alla pasta, è salito di qualche centesimo anche il prezzo della passata di pomodoro. 
C’è, poi, il “fronte del pane”: dal primo dicembre nel Salento e in tutta la regione il prezzo lieviterà di 5 centesimi a panino, con un balzo da 3 euro a 3.50 al chilo.

Prezzo valido solo per il classico pane di grano tenero, tuttavia. Sul fronte dei prodotti realizzati con grano duro, semola e farine speciali - che in alcuni casi sono aumentate del 100% - ogni panetteria stabilirà il proprio listino. Ma l’aumento dei prezzi anche sui cereali - che all’ingrosso oscilla dal 30 al 50% - sta già facendo i primi rincari anche sulle carni. E a fare il resto c’è l’emergenza energia, con le tariffe di luce e gas che già a partire da ottobre hanno subito un incremento rispettivamente del +29,8% e del +14,4% determinando maggiori costi a carico di industrie e imprese. 

I fondi di bilancio

Basterà, dunque, il fondo straordinario di due miliardi appena stanziato nella Legge di Bilancio a mitigare il rincaro delle bollette di luce e gas? Sul punto gli addetti ai lavori non si sbilanciano. Sì, perché il caro-energia non sembra avere sosta. E anche il miliardo e 200 milioni messo sul tavolo dal governo luglio e altri 3.5 a ottobre non sono stati sufficienti a mitigare la stangata sull’energia elettrica e sul gas. Ora al pacchetto si aggiungono altri due miliardi - la stessa somma dovrebbe essere confermata anche nel 2023 - in vista di gennaio. Ma già a dicembre l’impennata sui prezzi delle materie prime - petrolio e gas in testa - rischia di gelare le famiglie. E anche il rischio “speculazioni” è dietro l’angolo. Tant’è che il Governo già a luglio ha approvato in prima lettura uno schema di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva europea 633 del 2019 in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare. Ma l’iter del provvedimento attualmente non è ancora concluso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA