Puglia, un posto all'asilo per 18 bambini su 100: dal Pnrr 190 milioni per raddoppiare l'offerta

Puglia, un posto all'asilo per 18 bambini su 100: dal Pnrr 190 milioni per raddoppiare l'offerta
di Paola ANCORA
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Giovedì 2 Dicembre 2021, 05:00

Appena il 18,9% dei bambini fino a due anni di età trova posto negli 831 asili nido della Puglia. Manca un pesante 14,1% per centrare l’obiettivo di raggiungere la soglia minima del 33% imposta dall’Unione Europea con gli accordi di Barcellona: sebbene si tratti di una stima approssimata, significa essere chiamati a raddoppiare o quasi il numero di asili o servizi per l’infanzia disponibili sul territorio pugliese. E per farlo le risorse stanziate a questo scopo con il Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno decisive. Tanto più che, anche recuperando il 14,1% che serve per ottenere un “sufficiente” in pagella, ciò non basterebbe a raggiungere il livello di servizi offerti nel Centro e Nord Italia, con l’Emilia Romagna in grado di offrire un posto all’asilo al 40% dei bambini più piccoli, la Valle d’Aosta al 43,9%, la Toscana al 37,3%. Numeri raccolti da Istat, elaborati quest’anno da openpolis insieme alla Onlus “Con i Bambini” e che, letti con la lente offerta da Svimez due giorni fa nel corso della presentazione del rapporto annuale sul divario fra Nord e Sud del Paese, raccontano quanta strada ci sia da fare per colmare la distanza nei servizi offerti alle famiglie e quanta per offrire alle donne, in particolare, l’occasione di lavorare e di farlo a tempo pieno, come imporrebbe il treno della ripresa economica lanciato dall’Ue con il Next Generation Eu

La classifica


Le regioni meridionali si trovano, non a caso, tutte in fondo alla classifica stilata da openpolis, con Campania e Calabria poco sopra i dieci posti ogni 100 bimbi, che diventano 12 in Sicilia, mentre la Puglia è quart’ultima con 18,9 posti. Un tema, quello del gap Nord-Sud nelle politiche educative, sul quale i Governi degli ultimi anni hanno concentrato l’attenzione senza riuscire a imprimere una significativa inversione di rotta, a partire dalle previsioni del decreto legislativo 65 del 2017, intitolato proprio “Istituzione del sistema integrato di educazione 0-6 anni”, che prevedeva non solo l’ampliamento del servizio di asili nido, ma anche un suo riequilibrio territoriale. 


In questo quadro, le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono un treno che difficilmente passerà di nuovo e, non a caso, circa il 49,6% dei 17,59 miliardi di euro destinati alla scuola andrà al Mezzogiorno. Della cifra complessiva, 12,1 miliardi serviranno proprio alla costruzione di nuovi asili e scuole, a partire da quelle dell’infanzia, ma anche alla realizzazione di palestre, mense e alla manutenzione straordinaria dei plessi scolastici di ogni ordine e grado. I restanti 5,46 miliardi di euro del Pnrr Istruzione nazionale serviranno invece alla “riduzione dei divari”, agli Istituti tecnologici speciali, alla didattica digitale e all’estensione del tempo pieno.
Alla Puglia andrà una fetta consistente dei fondi stanziati: più di 348 milioni di euro, 49,7 dei quali per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico degli istituti scolastici di ogni ordine e grado e altri 34,9 milioni per la loro messa in sicurezza. Somme che andranno ad aggiungersi ai 130 milioni di euro per 70 progetti approvati dalla Regione Puglia nell’ambito del Piano triennale dell’edilizia scolastica 2018-2020. Ancora. Alla costruzione di nuovi asili per i bambini pugliesi saranno destinati 189,8 milioni del Pnrr, 41,2 milioni saranno impiegati per costruire nuove scuole d’infanzia, 20,5 milioni per nuove mense, 13,2 milioni per palestre e strutture sportive scolastiche.

Le parole dell'assessore e il nodo competenze


«Stiamo lavorando moltissimo» ha ribadito, anche ieri, l’assessore regionale alla Scuola, Sebastiano Leo i cui uffici, tuttavia, hanno sollevato al ministero della Pubblica istruzione un problema di ruoli e procedure che rischia di mettere i bastoni fra le ruote al percorso tracciato per una efficiente spesa dei fondi del Pnrr. «Se per le spese di ristrutturazione, da realizzare in continuità con i piani di edilizia scolastica già finanziati nei mesi scorsi, saremo noi ad assegnare le risorse a disposizione entro il 10 febbraio prossimo – spiega la dirigente regionale Marella Lamacchia, che è anche componente della tecnostruttura nazionale sull’edilizia scolastica -, sui restanti fondi il trasferimento sembrerebbe dover avvenire dal ministero ai Comuni.

Non sono chiari i criteri di assegnazione delle risorse e il compito delle istituzioni in campo, le Regioni hanno già chiesto un ruolo chiaro e definito nella programmazione per evitare sovrapposizioni o buchi». Si vedrà.

Ancora sugli asili


Sul fronte asili, ai quali è destinato il pacchetto di finanziamenti più cospicuo «per accrescere il sostegno alla genitorialità», sono in corso a Roma «i primi tavoli tecnici per capire come muoversi» dice l’assessora regionale al Welfare, Rosa Barone. Un lavoro che dovrà essere costruito a partire dai chiaroscuri, dalle grandi differenze che esistono fra comune e comune in termini di servizi offerti alla cittadinanza. Per limitare il confronto alle sole città capoluogo, se a Lecce ottiene un posto all’asilo il 35,2% dei bambini, a Bari la percentuale si ferma al 16,7%, con Taranto e Brindisi nel mezzo, al 21,3% e 22,7% rispettivamente. L’offerta complessiva è molto diversificata anche da provincia e provincia, con i comuni delle aree più interne - dove la domanda debole e dispersa ha storicamente limitato lo sviluppo di una rete di servizi strutturata e capillare - influisce negativamente sui dati finali. Da questa prospettiva, è la provincia di Bari a offrire il maggior numero di asili: ne conta 253, seguita dal Salento con 214, dal Foggiano con 114, dalla provincia di Taranto con 107 asili, 80 nel Brindisino e 63 nell’intera provincia della Bat. Da qui al 2026, l’obiettivo è raddoppiare l’offerta, incidendo positivamente sull’educazione dei più piccoli e contribuendo a portare al lavoro decine di migliaia di persone.

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