«La Puglia deve correre: ecco il piano delle opere da sbloccare o realizzare»: la Cgil pungola il Governo

«La Puglia deve correre: ecco il piano delle opere da sbloccare o realizzare»: la Cgil pungola il Governo
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Sabato 4 Luglio 2020, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 12:24
L'esigenza è doppia, l'urgenza massima: da una parte realizzare le infrastrutture per accorciare il gap con le aree più sviluppate del Paese e connettersi all'Europa; dall'altro lato sbloccare i cantieri per dare ossigeno all'economia pugliese, soprattutto dopo la crisi da Covid-19. Allarme e proposte sono della Cgil Puglia, insieme con le sigle di categoria Filt e Fillea: sul piatto un documento in vista degli Stati generali della Cgil Puglia che si terranno a settembre.

«Accelerare la realizzazione di infrastrutture di trasporto e logistiche per costruire un sistema regionale in grado di garantire la mobilità delle persone e delle merci, collegando meglio la Puglia al resto dell'Italia e dell'Europa, favorendo lo sviluppo e la competitività del territorio, migliorando la qualità della vita, intervenendo sulla sostenibilità ambientale, realizzando condizioni di contesto attrattive per nuovi insediamenti economici. A partire dalle opere definite prioritarie e strategiche nel DEF 2017-2019, per colmare il gap che la nostra regione presenta con le altre aree del Paese»: è quanto chiede il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, al Governo nazionale, alle stazioni appaltanti, agli enti locali. C'è un dato da cui parte l'analisi del sindacato: gli indicatori Istat descrivono una Puglia in ritardo rispetto anche al Mezzogiorno per dotazione di rete ferroviaria 20,8 chilometri per 100mila abitanti, rispetto al 27,8 della media del Sud così come per la rete autostradale 1,3 chilometri per 10mila autovetture contro la media di 1,7 del Mezzogiorno e di 2 del Nord del Paese. Ancora: gli autobus circolanti sono 1,8 per 1000 abitanti contro i 2 di media delle altre regioni meridionali. Gli studenti che si recano a scuola o università ricorrendo a mezzi di trasporto collettivo sono in Puglia 24,7 su 100, erano 28,6 nel 2008, numeri che posizionano la nostra regione al penultimo posto, peggio fa solo la Sicilia. Allo stesso modo le persone occupate che si recano al lavoro ricorrendo a mezzi collettivi sono 7,7 su 100, contro la media Mezzogiorno di 8,2.

Ci sono molti raddoppi ferroviari tra le opere per le quali la Cgil Puglia chiede una accelerazione: «Nei programmi iniziali, parliamo del 2009, i lavori sulla tratta Bari-Foggia-Caserta avrebbero dovuto avere come limite temporale il 2020. Ad oggi è impossibile fare previsioni, con progetti esecutivi che prevedono la perforazione di una montagna per realizzare la stazione Irpinia. Così come per il raddoppio del tratto tra Lesina e Termoli, progetto finanziato dal 2001 e mai avviato, sembra prevalere non l'opzione affiancamento ma un intervento tecnicamente più complesso e quindi in termini di tempo più lungo». Non ultimo per Giuseppe Guagnano, segretario generale della Filt Cgil Puglia, c'è il tema della sicurezza, soprattutto perché a quattro anni dall'incidente ferroviario sulla Andria Corato, tratta in concessione a Ferrotranviaria, «ci preoccupa quanto segnalato dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie nella relazione del 2019, e cioè che l'adeguamento infrastrutturale per migliorare gli standard di sicurezza stabiliti a seguito di quel drammatico evento che causò la morte di 23 persone tra utenti e lavoratori della ferrovia. A tutti gli operatori l'Ansf ha imposto l'adeguamento entro il 2018, e sette operatori delle dodici reti regionali interconnesse non si sono anche attrezzati», e «le Ferrovie Sud Est, che gestiscono la tratta più lunga, non hanno mai avviato i lavori e rischiano anche una multa dall'Unione Europea». Sempre Guagnano ricorda che «le direttive europee impongono entro il 2030 a ogni Paese di portare al 30% la soglia delle merci che viaggia su ferro, e l'Italia ad oggi è ferma al 6%. Pensiamo per un attimo al sistema ferroviario pugliese, che da Bari in giù non ha infrastrutture che permettono di sfruttare l'Alta Velocità, e che sulla dorsale Adriatica e nella trasversale tirrenica sconta ancora strozzature del binario unico. Questo penalizza le persone ma anche le imprese e gli hub logistici e portuali che devono spostare prodotti e merci».

Ma non sono queste le sole opere in attesa di completamento, «importanti per completare la rete di infrastrutture di trasporto e logistica in Puglia e dare ossigeno a un settore in crisi come quello edile, che sta registrando una forte contrazione di occupati», ricorda il segretario generale della Fillea Cgil Puglia, Silvano Penna: «Dalla SS 106 Jonica agli interventi sull'Hub portuale di Taranto, dal progetto del Nodo di Bari fino ai lavori di ammodernamento della SS 96 verso Matera tutte rientranti nell'elenco delle infrastrutture prioritarie -, associate al potenziamento della linea ferroviaria Bari-Taranto e alla traversale che va da Taranto a Reggio Calabria, sono tutti interventi che permetteranno alle persone di viaggiare con più velocità e in maggiore sicurezza, a vantaggio del sistema turistico, ma anche alle imprese di movimentare meglio e più velocemente le merci e che ovviamente avrebbero importanti ricadute».
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