Caos legge elettorale: «Doppia preferenza o ricorreremo al Tar»

Caos legge elettorale: «Doppia preferenza o ricorreremo al Tar»
di Vincenzo DAMIANI
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Giovedì 13 Febbraio 2020, 13:32 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 10:53
La commissione Pari opportunità annuncia il ricorso al Tar se non dovesse essere introdotta la doppia preferenza di genere nella legge elettorale; l'assessore Francesco Stea e il commissario Arpal Massimo Cassano provano a mettere alle strette il governatore Michele Emiliano; il Pd chiede soccorso al M5S, consapevole che, viste le fratture nel centrosinistra, l'attuale maggioranza non sarebbe in grado da sola di approvare un nuovo sistema elettorale a pochi mesi dal voto.

La coalizione di governo va in cortocircuito, a provocare le crepe l'audizione in VII commissione della presidente della commissione Pari opportunità, Patrizia Del Giudice: «Quello di oggi ha annunciato - è l'ultimo atto formale che compiamo in questa sede, abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare», dopodiché «è chiaro che dovremo ricorrere al Tar» se non verrà inserita la doppia preferenza nella legge elettorale.

L'effetto potrebbe essere quello di invalidare il voto della prossima primavera. La Puglia fa parte delle cinque regioni italiane a non essersi ancora adeguata alla legge nazionale. «Facciamo quest'ultimo tentativo con grande senso di responsabilità - ha aggiunto Del Giudice - siamo un organismo tecnico, però un'azione politica andava fatta. Il governo attuale si era impegnato, tramite il presidente Michele Emiliano, a compiere come primo atto della legislatura l'approvazione della legge sulla doppia preferenza, questo non è avvenuto. Ci propongono di accontentarci di un impegno per la prossima legislatura, noi non ci stiamo. È una questione di civiltà e democrazia».

In VII commissione giacciono tre proposte per introdurre nel sistema elettorale pugliese la doppia preferenza e portano le firme di altrettanti consiglieri regionali di maggioranza: Ernesto Abaterusso, Cosimo Borraccino e Anita Maurodinoia. La proposta di Abaterusso che ieri è tornato a chiedere di portarla subito in Aula per la votazione - è stata inserita nell'ordine del giorno 11 volte, ma la discussione non è mai stata avviata. Già nel 2012, durante il governo Vendola, con il voto segreto il Consiglio regionale affossò la proposta di legge. Il 3 febbraio del 2016, però, è stata approvata una norma nazionale, la numero 20, che stabilisce i principi fondamentali cui le Regioni devono attenersi nella disciplina del proprio sistema elettorale. In particolare, la legge parla di promozione della parità tra uomini e donne nell'accesso alle cariche elettive attraverso la predisposizione di misure che permettano di incentivare l'accesso del genere sottorappresentato alle cariche elettive. La Regione Puglia non si è ancora adeguata.

Ieri, il consigliere del Pd, Michele Mazzarano, ha provato a tirare nella mischia il M5S: «Se i pentastellati ci dessero una mano ha detto durante l'audizione per approvare la doppia preferenza aiuterebbero tutti». La consigliera dei 5Stelle, Grazia Di Bari, ha rigettato la palla dall'altra parte: «Trovo strumentale questa richiesta, è stato il presidente Emiliano a prendere l'impegno, voi siete maggioranza. Se non riuscite tra di voi a trovare un accordo non è colpa nostra. È strumentale la polemica contro il M5S, noi non abbiamo posto alcun veto, portatela in consiglio regionale» la proposta di legge. Il centrodestra resta a guardare, mentre il centrosinistra va in fibrillazione e ad animare il dibattito sono l'assessore all'Ambiente Gianni Stea e il commissario Arpal Massimo Cassano, fondatore di Puglia Popolare: per i due esponenti politici se nuova legge elettorale deve esserci, questa deve contenere non solo la doppia preferenza ma anche la sospensione del consigliere regionale nominato assessore, con subentro del primo dei non eletti; e l'abbassamento al 3% della soglia di sbarramento per chi si presenta in coalizione.

Due novità che darebbero più chance alle liste, sulla carta, più deboli. Se non fosse, però, che il presidente Michele Emiliano, nei giorni scorsi, ha bocciato la proposta di sospensione del consigliere nominato assessore: «Non è nel programma di governo», ha tagliato corto. A soffiare sul fuoco ci pensa Fratelli d'Italia: «Ma può il commissario straordinario Arpal chiedere la modifica della legge elettorale? La Puglia vive questa anomalia voluta scientemente ed elettoralmente da Emiliano».
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