Puglia, la maggioranza contro Azione: una mozione di decadenza per il segretario d'aula

Puglia, la maggioranza contro Azione: una mozione di decadenza per il segretario d'aula
di Alessandra LUPO
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 12:27

Potrebbe rivelarsi una seduta del Consiglio regionale piuttosto movimentata quella convocata per oggi a Bari. Come primo punto all’ordine del giorno c’è l’elezione del Consigliere segretario d’aula in rappresentanza dell’opposizione che dovrà sostituire Giandiego Gatta, eletto in Parlamento. Una casella già destinata dal centrodestra al consigliere foggiano di Forza Italia Napoleone Cera.

Il disegno della maggioranza: mozione di decadenza contro Clemente

La maggioranza però non ci sta, perché il suo segretario d’aula, Sergio Clemente, eletto con i voti del centrosinistra è intanto passato dai Popolari ad Azione, gruppo collocato per editto del presidente Michele Emiliano tra le file dell’opposizione. 
Il centrosinistra regionale, quindi (insieme a Civici e 5 Stelle), non si sente più rappresentato da Clemente e dopo le varie richieste, preghiere e sollecitazioni a dimettersi per fare spazio a un membro organico della maggioranza, ora ha in animo di passare alle maniere forti, presentando una “mozione di decadenza” per liberare la casella dell’ufficio di presidenza del Consiglio e ristabilire gli equilibri interni alla cinquina capitanata dalla presidente Loredana Capone
Per presentare questa mozione, prevista dal regolamento ma sin qui inedita in Puglia, occorrono due terzi dei consiglieri eletti, ovvero 33. Ma le firme sinora raccolte dalla maggioranza (centrosinistra, civici e M5s) sono solo 29. All’appello mancherebbero quindi 4 voti, che per forza di cose dovrebbero arrivare in soccorso dal centrodestra. Ma che non è affatto scontato che arrivino. 
«Il consigliere segretario d’aula da eleggere è quello di minoranza - premette Paride Mazzotta, capogruppo di Forza Italia in via Gentile - visto che il nostro si è dimesso saremo noi a stabilire chi dovrà essere al suo posto, il discorso è semplice.

La maggioranza - prosegue Mazzotta - ha eletto Clemente e se ora lui ha cambiato partito è un problema che dovranno risolvere senza il nostro aiuto. La mozione? Non contino su di noi». 

Forza Italia: Non contino sul nostro aiuto


Al netto della posizione dura e pura di Mazzotta, però, non è detto che altri meno intransigenti non si lascino convincere a dare man forte alla maggioranza. Tanto più che come ritorsione per il mancato appoggio, il centrosinistra potrebbe “impallinare” l’elezione di Cera mettendo fine all’usanza di astenersi al momento del voto. La questione è stata al centro di varie riunioni convocate ieri ma resta per ora con un grosso punto interrogativo. Quel che è certo però è che le scintille non mancheranno. Anche vista l’ormai conclamata polemica tra la maggioranza e Azione, così vicini a livello nazionale dove il possibile segretario Stefano Bonaccini ha aperto al Terzo Polo. così lontani in Puglia dove la maggioranza ha optato per l’alleanza (e il veto) del Movimento 5 Stelle.

Il garante per l'handicap e gli agrinido

Nella a seduta di oggi poi l’ente regionale dovrebbe anche votare il suo garante per le persone portatrici di handicap. La terza dei nomi tra cui il Consiglio dovrà esprimersi era stata approvata a maggioranza dalla Commissione sanità, con l’astensione di FdI e del presidente Mauro Vizzino: si tratta di Antonia Margiotta, Antonio Giampietro e Giuseppe Muolo. Sono stati solo loro a restare in piedi dopo la scrematura dell’assessorato al welfare dopo l’eliminazione dei non aventi il titolo di laurea. Successivamente la selezione è stata effettuata dalla Commissione sanità, a seguito di una valutazione tecnica che ha tenuto conto, otre ai titoli anche della comprovata esperienza nel settore. 
Infine nel Consiglio di domani si dovrebbe votare anche la proposta di legge su Agrinido e Agriasilo a firma del consigliere Cristian Casili (M5s) che nella sesta commissione aveva trovato l’unanimità. Con la nuova norma, la Puglia darebbe modo alle strutture con i requisiti di istituire nidi e scuole dell’infanzia all’aperto. Un modello educativo sinora riservato a pochi fortunati fruitori che ora potrebbe diventare all’ordine del giorno con uno snellimento delle procedure ancora maggiore rispetto alle esperienze di Lazio, Emilia e Umbria, dove gli agrinido solo già realtà da tempo.
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