Puglia, inverno caldissimo. L'allarme degli agricoltori: «Produzioni giù del 50%»

Puglia, inverno caldissimo. L'allarme degli agricoltori: «Produzioni giù del 50%»
di Pierangelo TEMPESTA
4 Minuti di Lettura
Domenica 8 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:02

Il Natale porta in dono la fioritura anzitempo di molti alberi da frutto e anticipa i tempi delle produzioni orticole. Ma si tratta di un regalo tutt’altro che gradito: i coltivatori pugliesi presto si troveranno a fare i conti con perdite che i più ottimisti stimano intorno al 50 per cento. Nel 2022, in Puglia, si è già registrato un calo della produzione orticola del 12,6 per cento rispetto al 2021. Stando ai dati Istat, si è passati da 2 milioni e 900mila tonnellate a 2 milioni e 580mila tonnellate di produzioni ortive. Le temperature anomale del periodo, poi, hanno sfalsato tutti i tempi, con un anticipo della maturazione di ortaggi come cicorie, finocchi, rape, broccoli e verze che ha generato un crollo dei prezzi. In molti campi, soprattutto nel Brindisino, non è difficile trovare colture abbandonate. E c’è chi ha sospeso la raccolta delle olive a causa dell’abbassamento dei prezzi. 

Le associazioni

«Non c’è ancora un calcolo reale dei danni - spiega Piero Tunno, presidente del Distretto florovivaistico e del cibo di Puglia - ma il dato di fatto è che, in questo periodo, la temperatura notturna sarebbe già dovuta scendere sotto lo zero. Molte colture come i ciliegi, i mandorli, i peschi hanno bisogno di molte ore di freddo. Il caldo di questi giorni precluderà sicuramente il raccolto di molti frutti. Si stima che le perdite saranno intorno al 50 per cento». Anche per le produzioni orticole, aggiunge, si è verificato un anticipo delle fioriture, con conseguente crollo dei prezzi: «Questo clima, inoltre, pregiudica la qualità del prodotto stesso». La stessa sorte è toccata agli agrumeti, «fioriti adesso invece che a marzo-aprile e quindi, sottoposti al rischio delle prossime gelate, in seguito alle quali non è detto che possano esserci nuove fioriture. Anche il raccolto degli agrumi, dunque, potrebbe essere in buona parte compromesso». Inoltre, si è reso necessario spostare di almeno 40 giorni le potature di vigneti, oliveti e alberi da frutto.
Non se la passa meglio il comparto floricolo: «Tutto ciò che era in programma di fioritura a gennaio, febbraio e marzo è stato anticipato, con conseguente crollo dei prezzi a causa delle produzioni non programmate. Si preannuncia un danno importante e siamo fortemente preoccupati. Speriamo che il meteo ci doni diminuzioni graduali di temperatura, affinché le piante riescano a riacclimatarsi. Le gelate improvvise danneggeranno le piante in maniera definitiva».

L’olivicoltura ha visto calare la produzione del 50 per cento, come spiega il presidente regionale di Coldiretti, Savino Muraglia: «Non è solo la perdita di produzione a spaventare, ma anche la capacità di riuscire a gestire in maniera performante le nostre aziende agricole a fronte di un clima pazzo e sempre più instabile». Importante in tal senso, per Coldiretti, è garantire la risorsa idrica, con l’attivazione di politiche finalizzate a individuare nuove tecnologie di irrigazione e colture sempre meno dipendenti dall’acqua. Sull’anticipo di fioritura causato dal caldo anomalo, aggiunge poi Muraglia, «le piante in vegetazione sono sottoposte ai rischi delle gelate che statisticamente arrivano a marzo, come è già accaduto alcuni anni fa. Ci saranno conseguenze negative sui frutti e sulla loro raccolta». «In molte zone della Puglia - spiega il vicepresidente regionale di Cia Puglia, Giannicola D’Amico - a fronte di una ridotta produzione di olive per l’annata di scarico, gli ulivi hanno già ripreso a vegetare, con molti mesi in anticipo rispetto al previsto. La stessa cosa sta avvenendo per la vite. Ancora una volta i cambiamenti climatici stanno determinando in maniera fortemente negativa il futuro delle aziende agricole delle province pugliesi e le sorti di migliaia di lavoratori. Il caldo anomalo di queste settimane, seguito dall’abbassamento repentino delle temperature nelle ore notturne, sta sfalsando i cicli biologici vegetativi di viti, mandorli e fruttiferi». Anche sul fronte degli agrumi, aggiunge, la vendita va avanti a prezzi molto bassi. «Ma il settore in cui si registra il ko è quello dell’ortofrutta: ci sono intere piantagioni di ortaggi rimaste in campo perché, a causa del clima, la produzione è compromessa e il caldo non invoglia il consumatore all’acquisto. I prezzi sono ribassati. Si stima una vendita ridotta di oltre il 50 per cento. Nella zona di Fasano, per esempio, ci sono tante piantagioni rimaste in campo». Non è migliore la situazione per l’uva da tavola, per gli agrumi e per le stesse olive, «la cui raccolta era partita sotto altri auspici ma che, a causa dell’abbassamento dei prezzi delle ultime settimane, ha finito per essere sospesa, soprattutto nelle zone in cui si fa la raccolta tradizionale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA