Programmazione energetica in Puglia: la Regione lavora al Piano

Programmazione energetica in Puglia: la Regione lavora al Piano
di Paola COLACI
4 Minuti di Lettura
Domenica 31 Ottobre 2021, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:22

L'obiettivo è tracciato: vincere la sfida del Green Deal definita nel pacchetto climatico Fit for 55 entro il 2030. E la strategia di azione italiana - il documento Clima-Energia 2030 presentato ieri al G20 a Roma - porta la firma del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Entro i prossimi nove anni sono previsti il raggiungimento del 32% di rinnovabili sui consumi complessivi al 2030 e la riduzione dei consumi di energia primaria del 32.5% rispetto all'andamento tendenziale.

La transizione ecologica in Italia

L'Italia, dunque, dovrà dotarsi di 60 gigawatt di nuova potenza installata (di cui almeno 43 GW da fotovoltaico e 12 GW dall'eolico). Sotto la voce transizione ecologica - una delle missioni principali del Piano nazionale di ripresa e resilienza - sono già segnati più di 68 miliardi: 59,4 miliardi dal dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,1 miliardi dal Fondo complementare. E se rinnovabili e idrogeno verde saranno i cardini della spinta, la Puglia è già un passo avanti.


Almeno rispetto alla prospettiva delle imprese che dalla zona di Foggia al Salento continuano a investire sull'energia del sole e del vento. C'è la Green Hydrogen Valley, innanzitutto. Il progetto di Edison, Snam, Saipem e Alboran per produzione di idrogeno da fotovoltaico che punta a 300 milioni di metri cubi all'anno. Ci sono gli iter autorizzativi per due parchi eolici off shore e altri 410 progetti per produzione da rinnovabili restano in attesa in Regione. Ecco perché ora il governo di Michele Emiliano prova ad accelerare.

Piano energetico in Puglia, si lavora alla bozza

«Entro la fine dell'anno dovrebbe essere pronta la prima bozza del Piano energetico, attualmente in via di redazione di concerto con l'assessorato all'Ambiente» fa sapere l'assessore regionale allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci. «Il principio di partenza è noto: la Puglia produce ben oltre il suo fabbisogno di energia e conta il maggior numero di impianti da fonti rinnovabili in Italia» aggiunge. Si tratta, tuttavia, di impianti che per centrare gli obiettivi dettati dal pacchetto europeo Fit for 55 in parte devono passare attraverso il repowering. Il ripotenziamento, in altre parole, Interventi necessari per aumentare l'efficienza e la potenza degli impianti fotovoltaici o eolici, nati ormai da diversi anni, e che oggi presentano componenti usurate e obsolete. «A partire da quelli che stanno raggiungendo i 15 anni di età - specifica Delli Noci - Attraverso opportuni processi di ammodernamento è possibile implementare le produzioni. Ma alla base del nuovo Piano c'è anche la necessità di prevedere sistemi di accumulo al fine di consentire alla Puglia di immettere in rete energia senza sbalzi». E ancora, per garantire uno sviluppo ordinato delle rinnovabili sul territorio e individuare le aree da destinare alla green energy, parte integrante del nuovo Piano regionale sarà lo Studio di compatibilità di nuovi insediamenti produttivi da fonti rinnovabili. «Compresi quelli legati all'agrovoltaico - aggiunge Delli Noci - Ma stiamo lavorando anche sull'idrogeno verde: c'è la necessità non più rimandabile di riconvertire i grandi produttori della Puglia.

A partire da Cerano e dai porti oltre, naturalmente, alla sfida dell'Ilva. Si tratta di interventi non più rimandabili».


L'attenzione degli assessorati regionali allo Sviluppo economico e all'Ambiente è puntata, inoltre, sui singoli territori. «A partire dallo sviluppo delle Comunità energetiche, sul modello di Melpignano». Nel piccolo Comune della Grecìa salentina è nata, infatti, la Cooperativa di Comunità. Si tratta del primo esperimento del genere in Italia di società cooperativa a responsabilità limitata costituita da soci-cittadini-utenti, con l'obiettivo iniziale di realizzare una rete diffusa di impianti fotovoltaici sui tetti di case, aziende e edifici pubblici. «Modello che deve essere preso a esempio e replicato in altre realtà della regione - aggiunge l'assessore - Ma in questo percorso di sviluppo saranno coinvolti anche i sindaci ai quali è sarà richiesto di redigere piani energetici territoriali che rappresentano uno strumento fondamentale per centrare gli obiettivi del 2030».


Rispetto alle risorse economiche necessarie per avviare e completare il percorso di transizione energetica in Puglia, «una parte rilevante dei fondi sarà garantita attraverso il Pnrr. Ma per la riconversione dell'Ilva, per esempio, potremo contare sui 600 milioni del Just Transition Fund. Nel bilancio della Regione, ancora, sono previsti capitoli di spesa destinati a questi obiettivi». Puglia capofila nella partita dell'idrogeno, dunque? «Nei fatti è già così. La Puglia deve essere capofila non solo rispetto al tema dell'idrogeno ma anche in relazione all'obiettivo di Stato della transizione energetica».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA