Puglia, Ferragosto carissimo: a tavola i rincari più alti d'Italia. Tutti i dati

Puglia, Ferragosto carissimo: a tavola i rincari più alti d'Italia. Tutti i dati
di Matteo CAIONE
4 Minuti di Lettura
Domenica 15 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:59

La Puglia è tra le mete preferite per trascorrere le vacanze. Tra le più ambite, ma anche tra le più costose. La regione più orientale dello Stivale fa registrare i rincari più alti d’Italia soprattutto sul conto da pagare al ristorante. Alle stelle, tuttavia, anche i costi per pernottamenti e lidi. A lievitare quindi non sono solo l’appeal e i numeri delle presenze, ma anche i prezzi. E il boom del turismo, che nell’estate dell’incertezza legata ancora al Covid ha reso la Puglia sold out, porta in dote cifre da caro vacanze. A dirlo sono i dati dello studio realizzato dall’Unione nazionale consumatori (Unc): una panoramica sull’andamento dei costi dei soggiorni in Italia nello scorso mese di luglio. L’indagine fotografa l’oscillazione dei prezzi e stila la classifica di città e regioni sulla base esclusivamente dei rincari o dei ribassi rispetto al 2020 per quanto riguarda alberghi e alloggi, ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e attività di gastronomia.

I dati e il confronto


Guardando ad un’estate fa, l’impennata tocca soprattutto la Puglia: nell’altalena dei costi delle vacanze, la Puglia continua ad andare su principalmente per le spese per ristoranti e attività di somministrazione di cibo e bevande. È qui che fa registrare i rincari (come percentuale di crescita dei prezzi) più alti di tutta la Penisola: la Puglia è addirittura al primo posto tra le regioni con un aumento del 3,6% nell’ultimo anno. Seguono Basilicata (+2,9%) e Trentino Alto Adige (+2,6%). Per le città, Bari è quarta nella classifica nazionale che tiene conto del surplus di costi, col +4,3%. In cima c’è Rovigo, dove i ristoranti rincarano del 7,3% rispetto ad un anno prima. Sul podio Treviso (+5,3%) e Benevento (+5,1%). La città rimasta in deflazione è Bergamo, con una flessione dello 0,4% rispetto all’estate 2020. Poi c’è il fronte dei servizi di alloggio. E in merito al listino di alberghi, pensioni, B&B, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù, la Puglia è la seconda regione d’Italia (superata al fotofinish solo dalla Valle d’Aosta col +12,4%) con i maggiori rincari: 12,1% in più guardando indietro di un anno. Terza la Basilicata (+8,3%). L’unica invece con il segno meno è la Calabria, dove i prezzi degli alberghi calano dell’1,2% rispetto ai dati di luglio 2020, mentre sotto l’1% si piazzano Piemonte (+0,5%) e Campania (+0,7%). Nella cerchia delle città, Bari è seconda: la capitale pugliese a luglio ha fatto registrare un incremento del +16,5% sui pernottamenti rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Al terzo posto c’è Verona (+14,1%). Emergono poi disparità territoriali enormi con la forbice del divario che si apre fino a 28,5 punti percentuali tra la città con il maggiore rincaro, Siena (+18,1%), e quella più economica, Viterbo, che ha avuto un calo dei prezzi del -10,4%. Tra le più virtuose sugli alloggi compaiono Vicenza (-5,6%) e Caltanissetta (-4,6%).

Caro prezzi anche nei lidi


Ma il conto salato non è solo quello di alberghi e ristoranti. A piazzare il carico sullo studio dell’Unc è la rilevazione pubblicata nei giorni scorsi dai vertici provinciali di Lecce dell’Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) sulla variazione dei costi dei servizi negli stabilimenti balneari del Salento, soprattutto sulla tariffa per il noleggio di un ombrellone e due lettini in spiaggia. Rispetto ai dati raccolti nel 2019, ovvero all’ultimo anno pre-pandemia, il report (curato dal presidente Adoc Alessandro Presicce e da Barbara Irno Consalvo) ha fatto registrare un incremento dei prezzi del 15%. Il costo medio giornaliero per i servizi base, considerando tutta la costa salentina da un capo all’altro, dallo Ionio all’Adriatico, da Torre Lapillo a Casalabate, passando per Leuca, è di 25 euro. Più il parcheggio: un incremento di 4-4,50 euro che fa lievitare fino ad un totale di circa 30 euro il costo di una giornata nei lidi. Ma non è solo l’effetto Covid. L’Adoc, spulciando nell’archivio delle rilevazioni che partono dal 2008, segnala un aumento annuo del 4,2% (ben oltre il tasso di inflazione medio) in tutto l’arco degli ultimi 13 anni. E se nell’era pre-Covid l’incremento era del 3,6% annuo, nel biennio 2019-2021 è stato del 7,5% in soli 12 mesi. Dunque, dal 2019 i prezzi nei lidi salentini sono aumentati del doppio rispetto a quanto aumentavano precedentemente. E tra ristoranti, alberghi e spiagge, l’exploit turistico della Puglia fa fare un salto in alto anche ai prezzi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA