L'intervista/Amati: «Lopalco? Gli manca la competenza nell’amministrazione pubblica»

L'intervista/Amati: «Lopalco? Gli manca la competenza nell’amministrazione pubblica»
di Oronzo MARTUCCI
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Martedì 13 Aprile 2021, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 21:38

Fabiano Amati, consigliere regionale di maggioranza, qual è il voto che darebbe a Michele Emiliano, e a Pier Luigi Lopalco nella gestione della pandemia e del piano vaccinale?
«Non è il momento di dare voti e non è il momento della rissa politica, ma di fare preghiere affinché chi ha responsabilità accolga le soluzioni che vengono presentate per superare questa condizione che pone la Puglia agli ultimi posti».
Quali sono le soluzioni che dovrebbero essere accolte?
«L’impegno a tenere aperti gli hub vaccinali per 12 ore al giorno e prevedere che almeno un hub per provincia sia aperto notte e giorno. Bisogna potenziare la presenza dei medici nei centri vaccinali».
Cosa non ha funzionato sinora?
«La Puglia ha avuto una partenza stentata quando ha organizzato le vaccinazioni per gli ultraottantenni e per i soggetti fragili. Questo accade quando i generali non stanno sul campo. Il modo di procedere a stento ha riguardato anche le fasi successive».
Faccia un esempio del procedere a stento.
«Beh, per alcuni giorni si è deciso di stare quasi fermi e di rinviare al 12 aprile la vaccinazione dei 70enni, sostenendo che mancassero i vaccini. Tant’è che l’assessore Lopalco faceva riferimento alla fine di marzo a 39mila vaccini, mentre il 2 aprile il responsabile regionale della prevenzione, Michele Conversano, lo ha smentito e ha detto che erano disponibili 80mila vaccini».
L’assessore e il dirigente del dipartimento di prevenzione non si parlano?
«Non lo so. Ma se vi è bisogno di un facilitatore, sono disponibile. Dopo la dichiarazione di Conversano vi è stata la corsa a organizzazione nei giorni di Pasqua e Pasquetta, il 4 e 5 aprile, una sessione straordinaria di vaccinazione per i caregiver e i familiari conviventi di minori di 16 anni con disabilità grave. Ma la situazione continua a essere critica anche per quanto riguarda gli ultraottantenni».
Colpa dell’assessore Lopalco? O di Emiliano?
«Non sta a me indicare responsabilità. Ma vi è un eccesso di burocratizzazione e un uso curioso del verbo procedere. Per una serie di ragioni non vi è una scrivania dove non si pratichi lo scaricabarile e invece di andare avanti si va indietro. Ovviamente non c’è malafede, ma nel caso dell’assessore emerge chiaramente che egli non ha particolare esperienza e competenza di amministrazione pubblica, cioè di organizzazioni complesse, di diritto e di contabilità pubblica».
Lopalco è un epidemiologo con curriculum da docente universitario. Non basta?
«Sarà un bravo tecnico, ma gli manca la politica e soprattutto l’amministrazione pubblica. Per dire, il professore Tommaso Fiore è stato un ottimo assessore non perché era anche un ottimo anestesista, ma perché sapeva e sa di politica e di organizzazioni complesse».
C’è chi tra i gruppi di opposizione pensa a una mozione di sfiducia.
«Non è il tempo della lotta politica, ma delle soluzioni».
Tra sabato e domenica la Puglia ha conquistato spazio anche sui media esteri, perché prima ha comunicato che tutti gli ultra60enni potevano recarsi presso i centri di vaccinazione senza prenotazione e poi, per evitare il caos, ha dovuto comunicare il ritorno alle prenotazioni e vaccinazioni per fasce di età.
«Liberalizzare le vaccinazioni era una buona idea, ma andava accompagnata con norme di garbo, tipo dalle 8 alle 9 vanno quelli non prenotati i cui cognomi iniziano con le lettere A e B, e poi a seguire. Abbiamo 202mila vaccini circa e dobbiamo somministrali se vogliamo uscire da questo incubo. Il personale? Penso ci sia. Va organizzato. Senza dimenticarci dei tamponi».
Che significa?
«L’estate scorsa l’assessore Lopalco sosteneva che eravamo tutti malati di tamponite acuta e che era un errore, perché vi era il rischio di molti falsi negativi se i tamponi venivano fatti in fretta. È vero che con molti tamponi ci possono essere molti falsi negativi, ma si scoprono anche tanti veri positivi.

I veri positivi, spesso asintomatici, se non vengono controllati provocano un aumento dei contagi. In prospettiva non dobbiamo sottovalutare la necessità di utilizzare i tamponi, per essere anche pronti al tracciamento. Mi dispiace di fare anche in questo caso la parte dell’antipatico, ma io cerco semplicemente di proporre soluzioni».

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