Superati i 6mila morti. Ma i contagi settimanali sono da fascia gialla

Superati i 6mila morti. Ma i contagi settimanali sono da fascia gialla
di Massimiliano IAIA
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Giovedì 6 Maggio 2021, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 21:09

Proprio nel giorno in cui il numero dei decessi si abbassa rispetto al trend degli ultimi giorni, la Puglia supera una nuova soglia nel computo delle vittime: in 14 mesi oltre 6mila morti. Ma - benché così drammatica - questa è una delle poche notizie negative di un bollettino che continua a confermarsi più incoraggiante rispetto al quadro epidemiologico delle ultime settimane. Se, infatti, bisognerà attendere domani per conoscere il colore della Puglia a partire da lunedì, i dati continuano a confermare una tendenza da zona gialla. Molti parametri, infatti, sono in calo: dagli attuali contagiati al numero dei ricoveri. E il tasso di positività si stabilizza, restando comunque inferiore al 10%. Anche i dati relativi ai decessi fanno registrare una netta diminuzione rispetto al giorno prima. Elementi, questi, che analizzati nel loro insieme dovrebbero portare il ministero della Salute a stabilire il cambio di colore per la Puglia a partire dalla prossima settimana.

Il bollettino di ieri


Nella giornata di ieri, ci sono stati 1.171 nuovi contagiati su 12.351 tamponi, per un tasso di positività del 9,48%, in aumento rispetto a quello del giorno prima, ma fortunatamente ben lontano da quel 13% fatto registrare solo la settimana scorsa. Numeri che comunque inducono a suggerire una certa prudenza, considerando che il tasso di positività in Puglia è più alto rispetto alla media nazionale, ieri del 3,2%.
Oltre un terzo dei nuovi positivi di ieri riguarda la provincia di Bari, con 434 casi. Segue la provincia di Taranto che torna a superare la soglia dei 200 positivi (236). Scendono a 169 i nuovi positivi nel Salento, sono 99 nella provincia di Brindisi. Il quadro regionale è completato dai 123 nuovi positivi della provincia di Foggia e dai 112 della Bat, mentre due casi di residenti fuori regione sono stati riclassificati e attribuiti.
Si abbassa drasticamente il numero delle vittime in un giorno: ieri in Puglia sono state 12, il dato più basso degli ultimi 18 giorni. Tre morti a testa nelle province di Taranto, Bari e Foggia, due a Lecce e uno a Brindisi. Numeri che continuano ad ingrossare il drammatico bilancio delle vite spezzate dal Coronavirus in Puglia, che proprio ieri hanno superato la soglia delle 6mila. E circa 5.500 decessi, tra l'altro, sono avvenuti dal mese di settembre ad oggi.
Ieri altri 1.293 guariti, mentre continua a calare il numero degli attuali positivi, passato a 46.486 (il mercoledì precedente erano 48.643, mercoledì 14 aprile erano poco meno di 52mila).

Scende anche il dato sui ricoveri, con 1.742 positive al Covid che hanno dovuto fare ricorso alle cure ospedaliere.

La decisione sul cambio zona attesa per domani


Se la Puglia dovrà aspettare domani per conoscere il colore della prossima settimana, è già acceso il dibattito sui sistemi di classificazioni delle regioni. Proprio i governatori, infatti, avrebbero aderito alla proposta della Sardegna (che dalla zona bianca di qualche settimana fa rischia di restare arancione anche la prossima settimana) di rivedere i parametri, oggi considerati non al passo con il quadro epidemiologico generale. «L'attuale sistema di classificazione è inadeguato e il caso della Sardegna, che ha trascorso le ultime tre settimane in zona rossa e arancione con dati da zona gialla, è emblematico», ha dichiarato l'assessore della Sanità Mario Nieddu nella Conferenza Stato-Regioni. Secondo l'esponente della Giunta Solinas, «è impensabile aprire la stagione turistica incatenati agli attuali rigidi automatismi che rischiano di decretare chiusure sulla base di parametri che spesso arrivano a descrivere un quadro epidemiologico già superato». Infatti, ha aggiunto l'assessore, «per quella che è l'esperienza della nostra Isola, il sistema di classificazione ha sempre inseguito il virus arrivando a decretare restrizioni quando già la situazione era in miglioramento. Un meccanismo di questo tipo non risponde alle necessità di contenimento epidemiologico ed è insostenibile per un Paese a vocazione turistica come il nostro».
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