Contagi, curva costante e 34 decessi. Lopalco, scontro con Anelli: «Qui niente zona rossa»

Contagi, curva costante e 34 decessi. Lopalco, scontro con Anelli: «Qui niente zona rossa»
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Martedì 1 Dicembre 2020, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 14:00

Non è un braccio di ferro, ma la guerra dei numeri, dei parametri, degli indicatori-sentinella corre sottotraccia in Puglia. La curva pandemica resta costante, non si appiattisce (ieri 1.659 nuovi casi, il 16,89% su 9.820 test, e altri 34 decessi), i medici invocano maggiori restrizioni al sapor di zona rossa, ma le scelte delle istituzioni viaggiano in direzione diversa: il governo non ha certo in agenda lo spostamento della Puglia arancione nella fascia di rischio più alto, e lo stesso Pierluigi Lopalco frena. Replicando così agli Ordini dei medici: « È fuori discussione l'entrata in zona rossa», per la prima volta «l'indice Rt (l'indice di trasmissibilità del virus, ndr) è di poco inferiore a uno» ma l'assessore regionale alla Sanità ed epidemiologo evidenzia anche che «bisogna mantenere alta la guardia» perché «il virus si ferma con i corretti comportamenti».


Era stato Filippo Anelli - presidente dell'Ordine dei medici di Bari e della Fnomceo, la federazione nazionale - a chiedere il giro di vite in Puglia. Il tutto sulla base dell'andamento pandemico, disallineato rispetto al lento raffreddamento della diffusione del virus su scala nazionale.
Intanto i decessi superano quota 1.500, i pugliesi attualmente positivi al Covid sono arrivati quasi a 40mila e ieri la percentuale dei tamponi positivi su quelli effettuati è stata - come detto - del 16,89%, superiore di un punto alla media della scorsa settimana. La curva epidemiologica in Puglia stenta a scendere, i numeri si mantengono costanti o in leggera crescita, a differenza del trend che si registra nel Centro-Nord Italia. Ieri sono stati registrati 1.659 i nuovi casi di infezione da Covid: 577 in provincia di Bari, 567 in provincia di Foggia, 176 nella provincia Barletta-Andria-Trani, 159 in provincia di Taranto, 96 in provincia di Brindisi, 78 in provincia di Lecce, 5 residenti fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota.

È sempre tangibile la linea di demarcazione tra nord e sud della Puglia, una cesura consolidata nel corso della seconda ondata. Tanto da indurre il governatore Michele Emiliano a chiedere al governo una zona rossa esclusivamente per Bat e Foggia, le province con il ritmo di contagi e ricoveri più allarmante.
I decessi ieri sono stati 34, di cui 14 in provincia di Bari, 2 nella BAT, 7 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto. Il totale delle vittime sale così a 1.517, mentre con 631 guariti in più rispetto a quelli trasmessi l'altroieri i negativizzati arrivano in tutto a 14.696. Con queste cifre gli attualmente positivi (casi totali meno decessi e guariti) passano a 39.766. Il numero dei ricoveri sale leggermente, ieri erano 1.911 (dieci in più in un giorno), di cui 218 in terapia intensiva. Il tasso di occupazione dei posti letto - secondo il cruscotto di dati dell'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - resta comunque alto: 48% e 49% rispettivamente nelle terapie intensive e negli altri reparti Covid.
Proprio sui decessi s'è concentrata ieri la constatazione di Emiliano: «La pandemia è come una guerra, c'è un elemento militare, c'è lo scontro sul campo di battaglia ed è evidente che l'arma migliore contro il virus è stare chiusi in casa». Il governatore ha aggiunto che ci saranno «moltissimi morti: credo che alla fine avremo più morti per il coronavirus che durante tutta la II Guerra Mondiale, almeno dei civili. Questa cosa va detta chiaramente, perché c'è ancora qualcuno che sottovaluta la gravità di quello che sta accadendo». Se «gli scienziati ci avessero detto guardate che durerà probabilmente anni, come qualcuno adesso dice più chiaramente», bisognava «prepararsi non ai cento metri, ma alla maratona. Adesso dobbiamo sopravvivere, dobbiamo fare meno danni possibili alle nostre aziende», ha continuato Emiliano. «Gestire la pandemia - ha proseguito - è un equilibrio continuo, stop and go, tra esigenze di salute ed esigenze economiche. Stiamo cercando di trovare un punto di equilibrio che consenta all'economia italiana di trovare la possibilità di esprimere un minimo di fatturato per tenere in piedi il Paese».
Complessivamente, nel Paese, si notano segnali confortanti che si affiancano, ancora, a segnali di forte criticità. Per questo, la situazione dell'epidemia appare complessivamente in miglioramento ma è «tutt'altro che tranquilla»: è questa la lettura che danno gli esperti del trend epidemiologico nel Paese, anche alla luce dei dati giornalieri del contagio che segnalano 19.350 nuovi casi di coronavirus ed un numero di vittime che si mantiene ancora molto alto, raggiungendo i 785 decessi in un giorno. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 182.100 tamponi, oltre 50mila più di lunedì In totale i casi finora sono 1.620.901, i morti sono arrivati a 56.361.
Re.Att.
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