Meno tamponi ma contagi al 20,3% L'allarme: settimane difficili in vista

Meno tamponi ma contagi al 20,3% L'allarme: settimane difficili in vista
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Lunedì 3 Gennaio 2022, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 20:39

In Puglia solo 16.982 tamponi anti-Covid nelle ultime 24 ore. Circa un sesto di quelli processati lo scorso 30 dicembre e un quarto di quelli analizzati a San Silvestro. Eppure a restituire esito positivo sono stati 3.452 test. A conti fatti il 20,3% del totale.

La conferma dai numeri di ieri

La conferma di come sulla spinta di Omicron il virus in regione continui a correre ancora sono una volta arriva del bollettino regionale. Se i pugliesi attualmente positivi sono 30.679, in soli dieci giorni durante le festività natalizie - dal 24 dicembre al 2 dicembre - in regione si sono registrati complessivamente 19.473 nuovi contagi. E 40 morti.

La pressione sugli ospedali


Ma continua a cresce anche la pressione sugli ospedali pugliesi: seppure ancora lontano dalla soglia critica del 15%, in regione negli ultimi giorni il tasso di occupazione dei posti letto di pazienti Covid in area medica è salito dal 7 al 10%. Ma peggiora anche la situazione anche nelle terapie intensive: se il 27 dicembre la percentuale di occupazione dei letti era ferma al 4%, nella giornata di ieri la rilevazione Agenas ha restituito esito pari al 6%. Nonostante tutto, però, gli indicatori legati all'andamento della pandemia garantiscono ancora alla Puglia la permanenza in zona bianca. E la conferma arriva dall'ultimo monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore della Sanità.
Pur restando a rischio moderato, però, nei sette giorni compresi tra il 24 e il 30 dicembre l'incidenza del contagi su 100mila abitanti è salita a 322 casi (la media nazionale di 783 positivi su 100mila abitanti). Solo a inizio dicembre lo stesso indicatore per la Puglia non superava i 79,2 casi ogni 100mila abitanti. In rapida crescita anche l'indice di contagio Rt che attualmente è pari a 1.41. Ben al di sopra, dunque, della soglia di rischio fissata a 1.
Ma per gli esperti il peggio deve ancora venire. L'epidemia si trova in una fase delicata e un ulteriore rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è altamente probabile - sottolineano dall'Iss - Alla luce della elevata incidenza e della circolazione della variante Omicron, è necessario il rigoroso rispetto delle misure comportamentali individuali e collettive, ed in particolare distanziamento interpersonale, uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e riducendo le occasioni di contatto ed evitando in particolare situazioni di assembramento. Non basta. Una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a contenere l'impatto dell'epidemia anche sostenuta da varianti emergenti si legge ancora nel monitoraggio.
Ma a sollecitare i pugliesi a non abbassare la guardia è Maria Chironna, professoressa d'Igiene dell'Università di Bari e responsabile del laboratorio Covid del Policlinico. «Ci aspettano settimane complicate. Lasciate perdere chi dice che non c'è da preoccuparsi perché l'infezione si è raffreddorizzata» ha scritto su facebook la virologa, invitando chi non lo ha fatto a vaccinarsi. Chironna ha, dunque, pubblicato i dati di uno studio recente della UK Health Security Agency secondo il quale con la terza dose l'efficacia dei vaccini contro le ospedalizzazioni da Omicron sale all'88% a due settimane dalla somministrazione, mentre chi ha solo una dose può contare su una efficacia pari solo al 52%.
Infine un recall sull'efficacia della vaccinazione. «I vaccini evitano i ricoveri in proporzione maggiore solo dopo terza dose effettuata da breve tempo - ha aggiunto la professoressa - Omicron può dare infezioni e non malattia nei vaccinati, anche con tre dosi. La variante accresce il rischio di forme sintomatiche nei vaccinati con due dosi, se sono trascorsi più di 6 mesi, o con una sola dose. E ancora, la durata dell'immunità è di pochi mesi e vogliamo evitare il peggio, dobbiamo fare richiami. È molto probabile, infine, secondo la virologa che faremo altre dosi di richiamo.
P.Col.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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