Puglia, con i droni i telefonini entrano in carcere. La penitenziaria scrive ai prefetti

Puglia, con i droni i telefonini entrano in carcere. La penitenziaria scrive ai prefetti
di Roberta GRASSI
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Domenica 12 Marzo 2023, 15:59 - Ultimo aggiornamento: 18:13

Telefonini in carcere, cocaina, hascisc e materiale proibito che giunge dall'esterno anche per mezzo di droni. Non di rado turbolenze e fenomeni di protesta. Così, vista la situazione carceraria pugliese, i sindacati scrivono ai i prefetti della Puglia e al presidente della Regione, Michele Emiliano.

La missiva dell'Osapp

A intervenire, in particolare, è l'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria. Si fa cenno alle aggressioni, ai tentativi di introduzioni di sostanze stupefacenti, telefoni cellulari e quant’altro: «Considerando che la Puglia - si legge - ha un alto tasso di criminalità organizzata molto efferata, in particolar modo nel foggiano, tarantini, barese e leccese, considerando che si percepiscono anche eventuali forme di protesta da parte della popolazione detenuta attraverso forme di disordine o ancor peggio di rivolte, anche da parte di gruppi anarchici o che condividono forme di protesta per particolari regimi detentivi, noi riteniamo che sia da prendere in seria considerazione tutto ciò, coinvolgendo tutte le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria».

«In Puglia 800 poliziotti in meno nelle carceri»

«La nostra richiesta - proseguono -  non è finalizzata a una sorta di protagonismo sindacale, ma da un effettiva esigenza di incontro e confronto, finalizzata ad illustrare una situazione di enorme disagio e senso di abbandono che vivono donne e uomini della polizia penitenziaria, che conta una carenza di personale di circa 700/800 poliziotti sull’intero territorio regionale».  Si fa cenno alla maxi evasione di Foggia, ma anche a quanto accaduto a Lecce dove negli scorsi giorni è stato arrestato un detenuto campano, perché in possesso di 18 telefonini in cella, oltre a 40 grammi di cocaina e 200 di hascisc.

Nelle settimane precedenti erano stati sequestrati, sempre nel penitenziario di Borgo San Nicola, altri microtelefoni.

Le indagini sui droni 

Non si esclude, dalle indagini in corso, che l'introduzione illegale possa essere avvenuta mediante l'impiego di droni che riescono a oltrepassare i muri alti degli istituti, sempre meno sorvegliati - aveva in precedenza rilevato il Sappe, altro sindacato di polizia penitenziaria - proprio a causa della cronica carenza di personale. 

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