Puglia, cala il contagio: solo 4 casi. Ma a Lecce c'è un morto. Ipotesi chiusure territoriali

Puglia, cala il contagio: solo 4 casi. Ma a Lecce c'è un morto. Ipotesi chiusure territoriali
di Maddalena MONGIÒ
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Lunedì 17 Agosto 2020, 17:12 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 15:26
L'altalena del Covid: l'altro ieri è salita a 15 nuovi contagi, ieri è scesa a 4, ma purtroppo il bollettino epidemiologico giornaliero della Regione Puglia è listato a nero. C'è stato, infatti, un decesso nella provincia di Lecce. Era dall'8 agosto che non si verificava un evento luttuoso, ma la linea positiva si è interrotta la vigilia di Ferragosto quando un 82enne di Trepuzzi non ce l'ha fatta e si è arreso alla violenza del virus. I sintomi del Covid si sono manifestati durante l'isolamento precedente l'accesso in una residenza per anziani. Come avviene per i ricoveri in ospedale, infatti, anche per accedere alle strutture residenziali è necessario che l'ospite sia sottoposto prima a tampone per accertare che non si tratti di un positivo asintomatico. Nel caso dell'82enne i sintomi si sono manifestati già prima dell'esito del referto e quindi i dubbi erano pochi, purtroppo il virus è stato per lui fatale.
E se la preoccupazione aumenta, il governo pensa a correre ai ripari: se da un lato è escluso un lockdown generalizzato, dall'altro si valuta l'ipotesi di istituire chiusure territoriali, aree da zona rossa per limitare la diffusione del virus. Uno scenario, spiegano i bene informati a Palazzo Chigi, che diventerà possibile qualora i contagi dovessero continuare a salire.
Comunque, mentre la paura del contagio torna a farsi sentire ieri in Puglia i casi sono stati solo 4 su 920 test effettuati e in gran parte di importazione. I positivi sono stati riscontrati tre in provincia di Bari e uno in provincia di Foggia. I direttori generale delle Asl di Bari (Antonio Sanguedolce) e Foggia (Vito Piazzolla) hanno reso nota la casistica. Dei tre casi baresi, spiega Sanguedolce, «una persona rientrava dalla Grecia, un'altra dalla Repubblica Ceca, e un altro caso ha riguardato un sintomatico individuato nell'attività di triage in struttura sanitaria. Il Dipartimento di Prevenzione resta impegnato nel lavoro di tracciamento e di sorveglianza epidemiologica». Per Foggia, Piazzolla puntualizza: «Il nuovo caso riguarda un cittadino straniero presente sul territorio provinciale per il quale è stata attivata la sorveglianza attiva e il tracciamento dei contatti stretti».

Il bollettino di ieri mostra con chiarezza l'abbassamento dell'età dei contagiati: la media è di 56 anni. La maggiore percentuale di contagi (37,6%) nella fascia d'età tra i 19 e i 56 anni, la più bassa da 0 a 18 anni (4,9%). L'altra percentuale corposa (31,8%) va dai 51 ai 70 anni, mentre gli over 70 contagiati sono il 25,7% del totale. La provincia di Foggia e quella di Brindisi hanno registrato la maggiore incidenza di contagi, Taranto la più bassa. Ogni 10mila abitanti l'incidenza è di 20,4 contagiati a Foggia, del 17,3 a Brindisi, del 12,7 a Bari, del 10 alla Bat, di 7,7 a Lecce, di 5 a Taranto. L'indice di letalità pugliese, è dell'11,4 per cento. Uno studio di Epicentro, dell'Istituto superiore di sanità, pubblicato a fine luglio ha analizzato le concause che portano alla morte in presenza del Sars-Cov-2. L'analisi si basa su un campione di 34.142 pazienti deceduti in Italia e positivi all'infezione. Complessivamente, 155 pazienti (3,9% del campione) non presentavano nessuna patologia, 549 (13,9%) presentavano 1 patologia preesistente, 807 (20,4%) presentavano 2 patologie e 2.441 (61,8%) presentavano 3 o più patologie. Prima del ricovero in ospedale, il 22% dei pazienti deceduti per Covid seguiva una terapia con ACE-inibitori e il 15% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l'angiotensina). Nelle donne il numero medio di patologie osservate è di 3,5 per cento; negli uomini del 3,3 per cento. Per quanto riguarda i decessi di under 50, nello studio è precisato che: «Al 22 luglio sono 389, dei 34.142 (1,1%), pazienti deceduti Sars-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 86 di questi avevano meno di 40 anni (56 uomini e 30 donne con età compresa tra i 0 e i 39 anni). Di 8 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 64 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo». I sintomi più comuni, osservati prima del ricovero nei pazienti positivi e poi deceduti, sono stati: febbre dispnea e tosse, quelli più comuni; i meno frequenti, diarrea e emottisi. Il 6,6 per cento dei malati non presentava alcun sintomo al momento del ricovero.
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