Psr, nuovo stop del Tar: graduatoria da rivedere. Ma la Regione tranquillizza: «Operiamo bene»

Psr, nuovo stop del Tar: graduatoria da rivedere. Ma la Regione tranquillizza: «Operiamo bene»
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Mercoledì 6 Novembre 2019, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 20:23
Psr, punto e a capo. Quando sembra che tutto fili per il verso giusto si ritorna di nuovo alla casella di partenza, proprio come nel gioco dell'oca. Non c'è pace per il bando regionale sugli investimenti pugliesi del Programma di sviluppo rurale di circa trecento milioni di euro. Il Tribunale amministrativo della Puglia lo ha di nuovo bloccato, ribaltando le precedenti decisioni e riammettendo i ricorsi sia singoli che collettivi contro la graduatoria regionale già rivista e corretta nei mesi scorsi.
La decisione, di fatto, stopperà i pagamenti in corso di una grossa fetta dei beneficiari della misura 4.1. I giudici di primo grado, allineandosi al Consiglio di Stato (che con le ordinanze 4393, 4412 e 5204, pronunciate il 5 settembre e l'11 ottobre 2019 in relazione ad analoga controversia, aveva affermato che le difese svolte dalla Regione confermavano il carattere parziale dell'istruttoria) hanno bocciato la circolare regionale con cui sono stati corretti in corsa i requisiti di accesso al bando, in particolare nella parte in cui è stata eliminata la presentazione obbligatoria del Durc, la certificazione contributiva e previdenziale. Tutte le procedure in corso, quindi, verranno sospese fino alla decisione di merito fissata per il primo aprile 2020. Altri quattro mesi di stop, dunque, e la quasi certezza matematica della perdita dei finanziamenti comunitari.
A finire nel mirino sono i criteri di attribuzione del punteggio. In buona sostanza si accusa l'ente di aver svolto l'istruttoria in maniera parziale, questione rimarcata nei due mesi precedenti anche nelle ordinanze del Consiglio di Stato, che ha suggerito alla Regione la strada del possibile ripescaggio dei ricorrenti scartati precedentemente, ammettendoli con riserva in posizione utile all'ammissione all'istruttoria tecnico/amministrativa che serve poi ad essere ammessi al contributo economico.
Durissimo il commento delle associazioni di categoria contro l'operato della Regione Puglia. C'è il rischio concreto di dover restituire 157 milioni di euro, perché la Puglia non è stata in grado di spenderli. Intanto, piovono critiche anche da parte di Legacoop Puglia. «Il Psr nella parte che riguarda le cooperative, la misura 4.2 è fermo. Anche la graduatoria provvisoria, dopo un'attesa di due anni, è rimasta così com'è. Intanto, la scadenza del 31 dicembre si avvicina. Le cooperative - sostiene il presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo - cominciano a pensare che la Regione Puglia non abbia più interesse a sostenerle». Per il consigliere regionale del M5s, Cristian Casili «Il Tar conferma le nostre perplessità, il disimpegno delle risorse ormai è certo. Due misure sono del tutto bloccate e siamo inchiodati a una spesa pubblica di 453 milioni, ultimi in Italia. Tutto ciò è vergognoso per una regione che da 5 anni ha a disposizione oltre 1,6 miliardi di euro ».
Questo pomeriggio la Regione ha incontrato il partenariato nella sede della Presidenza per fare il punto sul Psr e le prospettive future. «Il confronto con le organizzazioni ci ha consentito non solo di condividere con i rappresentanti delle associazioni agricoli e dei tecnici regionali il grande lavoro che si sta facendo nell’obiettivo comune di non perdere risorse – hanno dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il direttore di Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone, a margine della riunione - ma anche di tranquillizzare tutti sul fatto che i recenti allarmismi che hanno avuto eco sui mezzi di informazione non costituiscono un ostacolo all’azione messa in campo dalla Regione. Dalle reazioni della platea abbiamo potuto constatare che è stato accolto positivamente il richiamo ad operare unitamente per il bene del nostro comparto agricolo e della nostra economia e nell’auspicio di poter raggiungere tutti gli obiettivi prefissati».



M.C.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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