Ritardi nei tamponi e disfunzioni nell'organizzazione: la protesta dei medici pugliesi. In Puglia occupato un posto su due in area medica

ospedale covid
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Lunedì 22 Marzo 2021, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 14:29

Disfunzioni nella gestione e nell'organizzazione delle misure anti Covid. È la dura accusa di 80 medici di famiglia pugliesi - indirizzata alla Regione Puglia e all'Asl Bari - che hanno firmato un documento di protesta: dai «tamponi prenotati ma non effettuati» ai «ritardi nel ricovero dei pazienti» che necessitano di essere presi in carico dagli ospedali. Lamentano anche un «eccessivo carico burocratico» che si verifica «soprattutto per le disfunzioni dei vari sistemi e piattaforme informatiche della Regione».

«Alla Regione - si legge nel documento - e alla direzione generale della Asl Bari i medici di medicina generale chiedono: di attivare una task force di medici di base volontari (almeno 5), con la funzione di avviare un processo di deburocratizzazione delle attività sanitarie del territorio»; «di liberalizzare veramente la possibilità di prenotazioni dei tamponi con data certa, luogo certo e ora certa»; di «predisporre un ufficio deputato esclusivamente ad emettere i provvedimenti di isolamento e fine isolamento in base a regole certe, che risponda al telefono alle necessità di tipo burocratico in ambito covid dei pazienti senza reinviare al medico di famiglia la soluzione del problema»; di «riaprire gli uffici Asl al pubblico (CUP e altro) che sono chiusi».

IN PUGLIA OCCUPATO UN POSTO SU DUE IN AREA MEDICA

In Puglia quasi un posto letto su due di area Medica Covid (malattie infettive e pneumologia) è ormai occupato: secondo la rilevazione di Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, è pieno il 46% del totale dei posti in area «non critica». Situazione difficile anche nelle terapie intensive, dove il tasso di occupazione è al 37%, ben 7 punti sopra la soglia di sicurezza fissata dal ministero.

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