Pronto soccorso nel caos, i medici: «A rischio la salute di tutti»

Pronto soccorso nel caos, i medici: «A rischio la salute di tutti»
di Paola ANCORA
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Domenica 15 Gennaio 2023, 05:00

Se vi venisse un infarto, in quel di Brindisi, non è escluso che ad accogliervi in Pronto soccorso troviate un dermatologo o un senologo, «che non hanno mai visto un elettrocardiogramma in vita loro» dice Angelo Mita, responsabile regionale del sindacato dei medici Anaao. Non ci sono soltanto le liste d’attesa, in Puglia, a evidenziare quanto il diritto alla salute necessiti di essere puntellato e difeso, oggi più che mai. C’è l’emergenza dei Pronto soccorso, che si è manifestata ovunque in tutta Italia, ma al Sud e in Puglia ha portato a un provvedimento senza precedenti: la dichiarazione dello stato di emergenza nella Asl di Brindisi, «anche se non ci è stato notificato alcun provvedimento» evidenzia, scettico, il presidente dell’Ordine dei medici brindisini, Arturo Oliva, che è anche responsabile regionale del Cimo, altra sigla sindacale dei camici bianchi. In virtù di questo stato di emergenza, la Asl può consentire la copertura dei turni al Pronto soccorso anche da parte di medici non specializzati nell’emergenza urgenza, come appunto senologi o dermatologi. È anche per questo - spiegano i sindacati - che tanti medici si dimettono, stremati, frustrati, ma anche preoccupati di quanto potrebbe accadere, stretti fra l’incudine - ovvero l’obbligo di ottemperare a un ordine di servizio in Pronto soccorso - e il martello di non poter garantire le cure necessarie ai pazienti in pericolo di vita, pur dovendosi assumere la responsabilità penale nel caso qualcosa andasse storto.

I sindacati

«Lo stato di emergenza significa questo - attacca Mita -, affrontare le emergenze con medici che non hanno armi e capacità per affrontarle. È la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E fra pochi anni non mancheranno soltanto i medici di Pronto soccorso, ma anche i chirurghi e gli anestesisti ovvero tutti quelli specialisti che sono l’ossatura del sistema sanitario pubblico. Esiste una precisa volontà di smantellare il sistema universalistico di cure: pensi che per il rinnovo dei contratti dei dirigenti medici sono state stanziate risorse insufficienti persino a coprire gli aumenti legati all’inflazione». Così i giovani medici fuggono all’estero, dove vengono ben pagati e valorizzati e «sui social - aggiunge Mita - dilagano gli annunci di queste cooperative che assoldano medici per farli lavorare a gettone. Il Sistema sta implodendo e si fugge nel privato, dove è tutto più tranquillo, si corrono meno rischi, non ci sono turni massacranti». E mentre accade tutto questo, la politica - incalza Mita - sventola una soluzione del problema inadeguata, «ovvero eliminare il numero chiuso dalle Facoltà di medicina. Non basta, non è una decisione risolutiva del problema». Che si declina ovunque con lo stesso grado di drammaticità: nel Salento le lunghe code in attesa di cura, le ambulanze fuori dagli ospedali del Tarantino, il personale carente fra Bari e Brindisi. «Il problema principale - dice Oliva - è che non si vede la fine di questa emergenza e, per Brindisi, nessuno se lo chiede. Per la pandemia sono arrivati i vaccini e qui, ora, cosa accadrà? All’Ordine non è arrivata nessuna dichiarazione di stato di emergenza. L’aspetto più inquietante di tutta questa faccenda è che in Pronto soccorso ci sta andando gente che non ha requisiti, con un aumento logico dei rischi per medici e pazienti. Altri professionisti se ne andranno, come già ha fatto una collega, dimettendosi. La risposta alla richiesta di assistenza non è adeguata e non è quella prevista dalle norme». 
Dal canto loro il presidente della Regione, Michele Emiliano, e l’assessore alla Salute, Rocco Palese hanno evidenziato che serve un intervento del Governo, con nuove risorse, per risolvere il problema della sanità. E nel frattempo? Il consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Sanità, il dem Vincenzo Di Gregorio ha scritto al governatore e all’assessore, lanciando «l’ennesimo appello ad assumere provvedimenti immediati per assicurare un servizio sanitario dignitoso ai cittadini di Taranto e della provincia ionica, anche istituendo figure professionali che possano supportare gli ammalati nel giusto e importante collegamento con i propri familiari per avere notizie certe e veloci sulle condizioni degli stessi». Senza risposta, evidenzia Di Gregorio, la richiesta di intervenire per risolvere le lunghe attese ai Pronto soccorso: «Avevo proposto lo spostamento dei codici meno gravi presso i punti di primo intervento di Massafra, Paolo VI e Grottaglie sotto la direzione del 118», ma la richiesta è rimasta lettera morta. 
«Sa qual è il vero difetto di un medico pubblico? - chiede Mita -. È che tiene al proprio lavoro e lo fa con passione, con sincera dedizione alla salute dei pazienti.

Ci sono colleghi che non riescono a smontare perché non hanno chi li possa sostituire».

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