Pronto il Piano Rifiuti: sette nuovi impianti per il ciclo integrale

La Regione ci riprova dopo il flop della passata legislatura

Pronto il Piano Rifiuti: sette nuovi impianti per il ciclo integrale
di Antonio BUCCI
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Martedì 12 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:08

Dopo il flop della passata legislatura, la Regione ci riprova con il piano rifiuti per colmare finalmente i gravi ritardi, anche rispetto ad altre aree del Mezzogiorno, accumulati sul fronte della realizzazione degli impianti con pesanti ricadute sui costi di smaltimento e sulle tasche dei pugliesi. Ci sono le linee guida illustrate ai capigruppo della maggioranza in diversi incontri, l’ultimo ieri con l’assessore al ramo Anna Grazia Maraschio. Oggi riunione di maggioranza, nei prossimi giorni il confronto sarà allargato anche ai consiglieri del centrosinistra, complice la convocazione dell’Assemblea di via Gentile per mozioni e interrogazioni.

L'obiettivo

Obiettivo: ottenere il disco verde al provvedimento entro fine anno e farsi trovare pronti, rispetto alle direttive in materia del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in fatto di economia circolare. D’altro canto, la road map è stringente ed ha come punto fermo i paletti fissati dalla legge. Dal 2030 – infatti - sarà vietato lo smaltimento in discarica di rifiuti idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo, in particolare di quelli urbani. E allora? Entro il 2025, dall’assessorato puntano al raggiungimento del limite massimo del 20% di rifiuti urbani e del loro trattamento fino alla fine della filiera, destinati alla discarica, dimezzando ulteriormente nei dieci anni successivi. 
Già l’anno prossimo, intanto, i rifiuti urbani biodegradabili dovranno essere inferiori a 81 kg annui per abitante (nel 2019 eravamo a 101). Non si parte da zero e i numeri della differenziata sono incoraggianti: «Il trend è in fortissima crescita. Siamo passati da percentuali timide ad aver superato il 55% di media regionale ma con punte dell’80%. Ora bisogna lavorare sulle grandi città, che devono dare la spinta finale. Da una buona differenziata – che separa i materiali e li avvia al riuso - parte una economia circolare completa e concreta. I piccoli Comuni hanno già raggiunto risultati di eccellenza, dal Barese al Foggiano al Tarantino. Lì è più facile ma è anche vero che hanno meno risorse finanziarie, elemento che compensa, se così si può dire, il livello di difficoltà. E poi si deve passare alla stagione impiantistica», ha spiegato a margine dell’ultimo forum pugliese a tema, Fiorenza Pascazio. È da due mandati la prima cittadina di Bitetto, nel Barese, ma anche presidente Ager e delegata dell’associazione nazionale dei Comuni a tema. L’impiantistica, appunto. Primo perno della strategia sono quattro impianti ex novo per la gestione dell’umido, ai quali si aggiungono altre tre strutture per le cosiddette frazioni secche.

Si prevede una sponda tra il nord Barese e la Bat - a citare uno dei capisaldi - ma anche Ugento e Monte Sant’Angelo con strutture gemelle a chiudere lo schema su vetro, carta e plastica. Dalla Capitanata al Salento, la parola d’ordine è ottimizzare, integrando con la programmazione precedente e distribuendo uniformemente le forze su tutto il territorio regionale, all’insegna di economicità e prossimità. Le tempistiche sono differenti di caso in caso ma la macchina è avviata e sarà proprio la dotazione del Pnrr a rafforzarla ulteriormente. Molte delle procedure preliminari necessarie a partire, infatti, sono già in corso. Ad esempio, a Brindisi: il capoluogo messapico dovrebbe ospitare un impianto a ciclo integrato. E poi ci sono Bari, Lecce e Foggia. Tutt’altro che un passaggio repentino ma al quale arrivare per gradi.

Il report

Infatti, l’ultimo report del 2019 vedeva ancora una situazione critica della filiera dell’organico, per la sospensione del conferimento di alcuni impianti privati ed un deficit impiantistico, la cui prima conseguenza è stato il trasferimento Forsu (frazione umida) fuori regione. Per i Comuni, significa sborsare di più. Le previsioni per il 2022 vorrebbero una raccolta al 65%, la Produzione di rifiuto indifferenziato a 620.634,57 tonnellate e quella di differenziato a 1.274.542,84 tonnellate. Un quadro in netto miglioramento già nell’anno che arriva, nonostante il fabbisogno impiantistico non ancora del tutto soddisfatto, per poi arrivare al raggiungimento di un indice di riciclaggio della frazione organica del 90% al 2025, con un fabbisogno di strutture soddisfatto. Entro quella finestra, la differenziata dovrà essere al 70%, la produzione di indifferenziato si stima a 513.034 tonnellate e quella di differenziato a 1.197.081 tonnellate. 
L’agenda c’è, il tempo per entrare nei dettagli anche. Sotto l’albero di via Gentile, potrebbe concretizzarsi il via libera definitivo. Nella stessa direzione vanno anche i 9 milioni di euro, destinati a nuovi centri comunali per la raccolta differenziata di rifiuti e appena sbloccati dalla Giunta. La delibera è firmata dalla titolare del dicastero all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, e renderà possibile realizzare, ampliare o adeguare circa 25 centri comunali di raccolta differenziata di rifiuti oltre ai 74 già finanziati. Accederanno al finanziamento altrettanti progetti, già presentati nell’ambito dell’Avviso Pubblico del 2019, per una cifra complessiva di 9 milioni 450mila euro che si aggiungono ai 25 milioni già stanziati. Nell’elenco dei Comuni, figurano - tra gli altri - Fasano e Noci, Panni e Lecce ma anche Poggio Imperiale, Villa Castelli e Corato. 

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