Vaccini Covid: oltre 72mila prenotazioni, un terzo degli aventi diritto. A Lecce, torna il caos farmacie

Vaccini Covid: oltre 72mila prenotazioni, un terzo degli aventi diritto. A Lecce, torna il caos farmacie
di Paola COLACI
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Domenica 14 Febbraio 2021, 08:32

Un flusso costante di prenotazioni. E più di un terzo dei 260mila pugliesi over 80 già in lista per la somministrazione del vaccino anti-Covid. Nel dettaglio, alle 18 di ieri le prenotazioni registrate dalla Regione Puglia erano 72.377. «Oltre un terzo del target previsto dalla campagna ha detto l'assessore alla sanità, Pier Luigi Lopalco e siamo soddisfatti dall'andamento delle prenotazioni. Ricordiamo che nei prossimi giorni continueranno ad essere attivi i canali del sito sanita.puglia.it, dei Cup delle Asl anche per via telefonica e il capillare sistema FarmaCup delle farmacie pugliesi».


Dopo la falsa partenza dello scorso giovedì, tra polemiche e disagi legati a piattaforme off line, servizi a singhiozzo e farmacie che in molti casi non riuscivano ad evadere le richieste dell'utenza, la macchina delle prenotazioni dunque sembra aver superato la maggior parte degli intoppi. E anche nella giornata di ieri, seppure gli sportelli Cup di tutta la regione fossero chiusi, le richieste sono state raccolte on line, sul portale Puglia Salute e nelle farmacie delle province pugliesi. Tutte, tranne quelle salentine. L'ottimismo per l'annunciato superamento dei problemi di natura informatica riscontrati sulla piattaforma a disposizione delle farmacie della provincia di Lecce è durato poco. E già ieri mattina la maggior parte dei farmacisti si sono visti costretti a rimandare a casa anziani e cittadini che chiedevano di prenotare il vaccino. Alla base dello stop, come già chiarito nei giorni scorsi dalla responsabile Cup della Asl di Lecce Brigida Chimienti a mezzo nota trasmessa alle farmacie, ci sarebbe il nodo legato alla doppia prenotazione. Prima e seconda somministrazione insieme, in pratica. Opzione prevista solo nel Salento. Un sistema che mal si concilia, però, con le incognite relative alla copertura della seconda dose in caso di accavallamento degli appuntamenti. E con il rischio di una riduzione della disponibilità di vaccini, soprattutto. Da qui la decisione della Asl di sospendere le prenotazioni in farmacia.

Eppure per superare l'ostacolo, secondo quanto evidenziano i farmacisti salentini, basterebbe abilitare il sistema alle prenotazioni della sola prima dose. «Ma siamo ancora fermi in attesa di indicazioni - ha evidenziato nella serata di ieri il presidente dell'Ordine dei Farmacisti della provincia di Lecce Domenico Di Tolla - E anche nelle scorse ore ci siamo ritrovati a raccogliere proteste e gestire disservizi di cui non siamo responsabili». Del resto, ha ricordato Di Tolla, le indicazioni del direttore del Dipartimento della Salute Vito Montanaro erano chiare: in queste fase le prenotazioni devono essere relative solo alla prima dose vaccinale.

A fissare l'appuntamento per il richiamo, invece, dovrebbero provvedere i data manager. Ma tant'è. In provincia di Lecce almeno sino a domani non sarà possibile procedere neppure alla prima prenotazione. Anomalia sulla quale nelle scorse ore ha puntato i riflettori anche Federfarma Puglia: «Rivolgo un appello alle autorità affinché potenzino al massimo l'operatività del sistema e rendano omogenee le comunicazioni circa le disposizioni da adottare per le prenotazioni in tutta la Regione -  ha sottolineato il presidente Francesco Fullone - Le farmacie e tutti i loro lavoratori e collaboratori sono e continuano a essere un presidio sanitario di primo riferimento per tutti». Ma nelle scorse ore anche Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei medici di Bari, tornando sull'esclusione dei medici di medicina generale dalla campagna di vaccinazione, ha ribadito: «I medici di famiglia costituiscono una rete presente in modo capillare sul territorio, conoscono i propri pazienti e hanno con loro un rapporto fiduciario. Chi meglio di loro può vaccinare la popolazione anziana?».


Intanto è polemica su medici e personale sanitario no vax. «Non potranno lavorare nei reparti che gestiscono casi sospetti o confermati di Covid» aveva comunicato alle Asl pugliesi il direttore del dipartimento Salute Vito Montanaro. Ma sulla questione è intervenuto il consigliere regionale del Pd Fabiano Amati: «Non riesco a capire perché non si convochi il Consiglio regionale per approvare la legge sull'obbligo vaccinale per il personale sanitario. Spostare di reparto il personale non vaccinato non è un rimedio, ma un aggravamento del problema: determina cioè la difficoltà di organizzare i turni nei reparti a rischio». Di necessità di istituire osservatori territoriali utili a monitorare l'andamento delle prenotazioni ha, invece, parlato il segretario regionale della Cgil, Pino Gesmundo. «Crediamo che la Regione non possa rinunciare al governo unico del piano vaccinale, del quale deve essere in grado in tempo reale di verificare rispondenze e criticità, chiamando in causa le Asl» sottolinea il sindacalista. A denunciare l'esclusione dal Piano straordinario di vaccinazione dei vigili del fuoco è stato, infine, il consigliere regionale di Forza Italia, Paride Mazzotta. «Eppure operano in situazioni di massima allerta ed emergenza, spesso pericolose. Per questo ho ritenuto di presentare una richiesta di audizione in Commissione ed un'interrogazione diretta alla Giunta regionale per comprendere le ragioni sottese a questa grave omissione» ha concluso Mazzotta.

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