Potì: «Non abbiamo bisogno dell'infermiera Lezzi...»

Potì: «Non abbiamo bisogno dell'infermiera Lezzi...»
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Sabato 27 Ottobre 2018, 18:29
Prima di tutto c'è il metodo, per nulla all'insegna del garbo istituzionale: «Non sono stato contattato da nessuno del governo, ho saputo tutto indirettamente. Eppure farebbe parte del rispetto istituzionale. Ma non è importante». Perché quel che importa a Marco Potì, sindaco di Melendugno e frontman dell'opposizione istituzionale al Tap, è la sostanza. Che lo delude parecchio, ma non lo induce nemmeno un po' ad arretrare. Anzi.
«Non abbiano chiesto a Giuseppe Conte o alla ministra Barbara Lezzi di essere i dottori dei nostri dolori. Non abbiamo bisogno del dottor Conte e dell'infermiera Lezzi. Ci cureremo da soli le nostre ferite, sapremo rialzarci e continuare a combattere, mantenendo ferma la nostra posizione. Conte con questo atteggiamento avalla quella che sarà una follia ingegneristica e la distruzione di un intero territorio. Nel Salento se lo ricorderanno bene». «Sono deluso e amareggiato per l'atteggiamento che ha avuto questo Governo del presunto cambiamento - dice Potì - rispetto a tutte le criticità che ci sono e che permangono essendo ancora sub judice e che possono arrivare a sospendere le autorizzazioni». «Sono ancora più deluso dalle dichiarazioni di Conte, che parla di ristori per le comunità e di vicinanza ai territori. Il primo ministro può starsene a Roma. Le comunità di questi territori - conclude - non vogliono essere ristorate, né vogliono vicinanza, perché non hanno trovato in questo Governo e nelle forze politiche che lo sostengono il coraggio e la volontà politica di cambiare rispetto a quest'opera verso cui si è dichiarato sempre e totalmente la contrarietà. Sono deluso da questa fretta e superficialità nel voler liquidare queste criticità che conoscevano bene tutti, specie i ministri e i deputati salentini del M5S».
Il supplemento di approfondimenti da parte del ministero dell'Ambiente è stato messo in moto proprio dalla documentazione integrativa del Comune di Melendugno. Potì allora entra nel merito e spiega: «Siamo in attesa in base a quali documenti è stata conclusa questa istruttoria. Immagino che verranno resi pubblici: giudicheremo ed eventualmente contesteremo. Costa però ha detto che se cambiano le condizioni in corso d'opera c'è un Comitato Via che autorizza eventuali modifiche, ma è un principio giuridico errato. Se c'è un decreto ministeriale che indica le condizioni da rispettare, non può un Comitato tecnico nominato irregolarmente modificarle. Bastava questo per fermare tutto. Ma aspettiamo le carte».
Potì torna allora sul fronte politico della vicenda: «Delusione e amarezza per un governo che non esiste politicamente. Un governo che ha scelto di non decidere, di trincerarsi dietro questioni tecnico-giuridiche e - come dicevo - ancora sub judice. Così hanno favorito Tap. Non c'è stato alcun coraggio di incidere su questa vicenda, hanno fatto i tecnici, e invece la gente si aspetta scelte politiche dai governi. La volontà del M5s mi è sembrata invece chiara». «Ora avremo con questo governo lo stesso atteggiamento avuto con Renzi, Calenda, Gentiloni. Dispiace che siano state tradite le aspettative di un intero territorio, che ha espresso un voto libero rispetto a impegni scritti»: il riferimento di Potì è al documento (in cui si parlava di iniziative per fermare l'opera) proposto ai candidati in campagna elettorale lo scorso febbraio, e sottoscritto da tutti gli esponenti pentastellati. «È stata certificata l'inutilità dei rappresentanti politici eletti dal territorio».
Conte e Lezzi potrebbero essere presto a San Foca per spiegare, o almeno provarci: «Rispetto tutti, ma le mie posizioni sono sempre le stesse. Se verranno, glielo dirà direttamente. Siamo un popolo orgoglioso e sicuro delle nostre posizioni: se il progetto era una follia ingegneristica prima delle elezioni, lo è anche oggi. Ora la nostra battaglia continua, in modo democratico, non violento, nelle istituzioni e nei tribunali».
F.G.G.
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