Positivi al Covid in ospedale: cresce il numero dei pazienti asintomatici. I sanitari: «Aree dedicate nei reparti»

Positivi al Covid in ospedale: cresce il numero dei pazienti asintomatici. I sanitari: «Aree dedicate nei reparti»
di Paola COLACI
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Venerdì 14 Gennaio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:30

Al pronto soccorso o in ospedale per un trauma, un parto o un intervento programmato. In fase di accesso alle cure, tuttavia, si scoprono positivi al Covid seppure siano del tutto asintomatici: nelle strutture sanitarie pugliesi cresce il numero di “pazienti-centauro”. Portatori del virus ospedalizzati per curare tutt’altro. In media uno su tre, secondo un’indagine Fiaso (Federazione delle aziende sanitarie ospedaliere). E 50 sul totale di 150 tra i ricoverati lo scorso 5 gennaio al Policlinico di Bari come ha rilevato Silvio Tafuri, ordinario di Igiene dell’Università di Bari e coordinatore della control room Covid. Ma il fenomeno ora si riscontra anche nelle altre strutture sanitarie pugliesi con percentuali variabili. 

A Lecce e nel Salento asintomatico il 20% dei pazienti ricoverati

A partire dall’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce e dalla rete dei nosocomi salentini. «La percentuale di positivi al tampone ma del tutto asintomatici tra i pazienti che hanno accesso alle cure a oggi si attesta a circa il 20% del totale» ha fatto sapere nelle scorse il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl Lecce, Alberto Fedele.

Al momento, però, non ci sono alternative. «Se un soggetto arriva in pronto soccorso magari con un infarto e risulta positivo al tampone di controllo attualmente verrà destinato all’area Covid - ha chiarito Fedele - Sarà, poi, il cardiologo a raggiungerlo per le cure del caso. E la procedura è standard per qualsiasi tipo di patologia che richiede l’ospedalizzazione, al netto solo delle partorienti che possono contare su un’area Covid allestita in reparto». Secondo il numero uno del Dipartimento di Prevenzione tuttavia, data la rapida evoluzione del virus grazie soprattutto alla campagna vaccinale che protegge dalle forme più gravi del Covid, da qui ai prossimi mesi si renderà necessaria la riorganizzazione del sistema dell’assistenza. «Sarebbe opportuno prevedere apposite aree dedicate ai pazienti asintomatici in ogni reparto di competenza - ha chiarito Fedele - Al momento, invece, si continua ancora a ragionare al contrario distinguendo solo tra pazienti Covid e non Covid. Se tale paradigma poteva essere valido in fase emergenziale ed acuta, ora è evidente che il sistema assistenziale va rivisto. Magari prendendo spunto dall’attuale gestione della fase pandemica della Spagna».

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A Brindisi positivi 10 tamponi pre-ricovero su 100

Dello stesso avviso anche il direttore del Dipartimento di Asl Brindisi, Stefano Termite: «Rispetto ad altri ospedali pugliesi al momento la percentuale di pazienti positivi asintomatici che hanno accesso alle strutture di Brindisi e Francavilla Fontana si attesta al 10% dei casi» ha fatto sapere nelle scorse ore. Portata del fenomeno più contenuta rispetto ad altre strutture che lo stesso Termite attribuisce però alla tipologia delle prestazioni sanitarie garantite. Rispetto alla procedura di gestione della casistica, tuttavia, l è analoga a quella degli altri ospedali pugliesi: a prescindere dalla patologia per la quale è richiesta l’ospedalizzazione dei pazienti, i positivi asintomatici comunque saranno destinati alle aree Covid. «Vista la larga circolazione del virus e la prospettiva sempre più ampia di diffusione anche a livello europeo - ha sottolineato Termite - il sistema sanitario va ripensato, adeguandolo al principio di convivenza con il virus. Altrimenti si rischia di non garantire più risposte adeguate alla richiesta di assistenza dei cittadini». Un cambio di passo negli ospedali: è questa, dunque, l’esigenza rimarcata da più parti da esperti, medici e sanitari anche in Puglia. 

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Ospedali sotto pressione: ricoveri sospesi e nuovi posti letto

Intanto le Asl continuano a fare i conti con gli effetti dell’onda d’urto di Omicron sulle strutture sanitarie. In affanno sui ricoveri il “Fazzi” di Lecce. Dopo lo stop ai ricoveri nei reparti di Pneumologia e Medicina, resta a rischio saturazione anche la Terapia intensiva in area critica. Un situazione che ha indotto il direttore generale dell’azienda sanitaria locale, Rodolfo Rollo a intervenire prevedendo l’attivazione di 30 posti letto Covid nel reparto di Medicina del “Santa Caterina Novella” di Galatina. Al Policlinico di Bari, invece, in seguito all’aumento del 40% dei ricoveri registrato nell’ultima settimana, è stato attivato nuovamente il padiglione di Osservazione breve di Intensiva esterno. In tutto 16 i posti letto garantiti. A Taranto, ancora, è stato riattivato il reparto Covid del Centro ospedaliero militare (Com) con il ricovero di due pazienti in fase post-acuta provenienti da strutture sanitarie locali. Nella Asl brindisina, l’ospedale di Ostuni già da sabato tornerà ad accogliere pazienti Covid con 28 posti letto nel reparto di Medicina interna e 20 posti in quello di Pneumologia. Ma già da ieri sono sospese le attività di ricovero programmate, mentre quelle in urgenza saranno indirizzate in altri ospedali. Stop, inoltre, a tutte le attività ambulatoriali. Per continuare a garantire assistenza ai pazienti non Covid, infine, sarà potenziato il numero di posti letto del reparto di Medicina interna dell’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana.
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