Politiche, ancora bufera nel Pd: «Candidati imposti dall'alto, Lacarra si dimetta». Ed Emiliano punge Capone: «Premiata anche quando non fu eletta»

Politiche, ancora bufera nel Pd: «Candidati imposti dall'alto, Lacarra si dimetta». Ed Emiliano punge Capone: «Premiata anche quando non fu eletta»
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Mercoledì 17 Agosto 2022, 18:37 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 12:30

«Marco Lacarra si dimetta». Il Salento batte i pugni sul tavolo e dopo le scelte sulle liste compiute dalla direzione nazionale Pd e ritenute penalizzanti, chiede ora le dimissioni del segretario regionale dem. «L'assemblea ha deliberato all'unanimità la richiesta di dimissioni al segretario regionale Marco Lacarra alla luce della «ferma contrarietà rispetto alla gestione regionale della faccenda riguardante la posizione in lista di Loredana Capone».

Proprio all'indirizzo della Capone, nella nota diffusa ieri, il presidente della Regione, Michele Emiliano - che ha incassato un posto da capolista per il suo capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi nel listino della Camera a Lecce, scalzando la presidente del Consiglio regionale - scriveva delle tante soddisfazioni ricevute da Capone in Regione, prima donna eletta presidente del Consiglio. «Quando nel 2015 non fu eletta per pochissimi voti è stata comunque protagonista nella giunta con deleghe pesantissime». A dire, insomma, che tanto in quella occasione che, nel 2015, in occasione della corsa (perduta) a sindaco di Lecce, Capone è stata premiata con ruoli di peso nonostante non fosse stata eletta. «Mi dispiace solo che per esigenze nazionali sia stata candidata al quarto posto al Senato. Ma le sue chance di essere eletta sono comunque alte - ha aggiunto Emiliano perché i candidati nazionali che ha davanti sono a loro volta in lista nei collegi maggioritari di Napoli e Milano che il Pd dovrebbe aggiudicarsi». 

Parole che non sono servite a placare i malumori nel partito salentino, anzi. «'Le liste del Partito Democratico in Puglia e soprattutto in provincia di Lecce sono amarezza, delusione, mortificazione di un partito, dei suoi militanti, dei compagni e compagne. Nulla di Democratico - scrive oggi il consigliere regionale del Pd, Donato Metallo - ma candidati nominati dall’alto, imposti».

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