«Chi beve ha il cervello più piccolo». Scienziati e mondo del vino si dividono dopo le parole della biologa

«Chi beve ha il cervello più piccolo». Scienziati e mondo del vino si dividono dopo le parole della biologa
di Alessio PIGNATELLI
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Martedì 24 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:27

Non c’è pace per il nettare degli dei. Questa volta la crociata contro il vino parte da una delle patrie della birra, l’Irlanda. E trova proseliti anche in Italia, in primis la biologa Antonella Viola. Semplificando: Dublino ha deciso di equiparare vino e sigarette inserendo nell’etichetta gli avvertimenti sui danni alla salute. La ricercatrice ha approvato questa scelta aggiungendo anche frasi che hanno suscitato perplessità e polemiche. E in Puglia la decisione irlandese - approvata dalla Commissione europea - è stata accolta come un attacco alle esportazioni di vino, da sempre uno dei prodotti di qualità più commercializzati all’estero.

Ecco allora che politica e produttori locali si sono scagliati contro quello che definiscono «terrorismo e disinformazione» con possibili effetti devastanti su tutto il comparto.

Cosa sta succedendo

La notizia che ha messo in subbuglio il sistema pugliese è questa: entro il 2026, sulle bottiglie di vino e di altri alcolici venduti in Irlanda, dovranno essere apposte nuove etichette - del tipo “il vino nuoce alla salute” - che avvertano le persone dei rischi legati al consumo di queste bevande.

Non solo. Le dichiarazioni a supporto di questa novità da parte di Antonella Viola hanno fatto anche più rumore del provvedimento stesso: «Studi recenti hanno analizzato le componenti della struttura cerebrale, dimostrando che uno o due bicchieri di vino al giorno possono alterarle. Insomma, chi beve ha il cervello più piccolo» ha affermato l’immunologa in un’intervista al Corriere della Sera.

Il dibattito

Da qui, il pandemonio. Anche tra stessi professionisti: è stato per esempio l’infettivologo Matteo Bassetti a cassare la tesi della collega mentre l’epidemiologo e consigliere pugliese Pier Luigi Lopalco è sceso in campo in difesa di Viola. Per Bassetti «il suo è un messaggio corretto dato nella maniera sbagliata. Credo che sia giusto dire alle persone che non bisogna esagerare, che il vino può far male quando si usano delle grandi quantità». Lopalco ha supportato la linea-Viola: «L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), sulla base degli studi presentati, ha dichiarato che non esiste una dose giornaliera sicura. La dose sicura è zero». La battaglia del vino è apertissima. «Dichiarazioni gravissime che potrebbero avere ripercussioni sostanziali per l’intero comparto economico vitivinicolo nazionale e internazionale» ha attaccato Novella Pastorelli, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria. Parole condivise anche da Damiano Reale, presidente del Consorzio del Salice Salentino doc, da Angelo Maci, presidente del Consorzio di Brindisi e Squinzano, da Francesco Liantonio, presidente del Consorzio dei vini doc e docg Castel del Monte e di Massimo Tripaldi, presidente di Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria.

«A nome di tutta la filiera dei vini di qualità e in particolare delle Denominazioni e dei Consorzi di tutela della Puglia affermiamo indiscutibilmente che non è il vino a far male ma l’abuso – continuano gli operatori del settore - Le opinioni di tali studiosi suonano come macigni, affermare che il vino nuoce gravemente alla salute crea un danno catastrofico all’economia vitivinicola d’Italia e al sistema di esportazione, provocando danni incalcolabili all’intero comparto. In Italia e soprattutto in Puglia il vino non è una bevanda, è molto di più. È cultura, è racconto dei territori, è parte di una tradizione secolare oltre che una componente della dieta mediterranea, una dieta sana ed equilibrata e che è anche patrimonio immateriale dell’umanità; dunque il vino non può essere criminalizzato».

L'appello

Appello condiviso anche dal gruppo regionale di Fratelli d’Italia che chiede a Bruxelles di fare chiarezza sulla norma sull’etichettatura: «I nostri vini hanno conquistato il mercato mondiale, punirli così significherebbe assestare un brutto colpo anche all’economia vitivinicola, con ripercussioni negative sull’export - spiegano il capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro - In un momento nel quale le nostre aziende agricole hanno a che fare con una difficile ripresa post-crisi pandemica e alle prese con il rincaro delle bollette. Non mettiamo in discussione le risultanze delle ricerche scientifiche condotte dall’Oms, così come non ci permettiamo neppure di mettere in discussione le opinioni dei professori universitari come Viola o il collega Lopalco. Siamo convinti che il buon senso sia la via maestra». E la chiusura non poteva che mutuare delle parole molto note: «Del resto, lo dice anche un grande produttore di vini pugliesi e famoso cantante Al Bano Carrisi: un bicchiere di vino, con un panino è felicità».

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