Pnrr, soldi e progetti ma mancano tecnici e ingegneri nel privato: in Puglia sos per 5mila

Pnrr, mancano tecnici e ingegneri nel privato: in Puglia sos per 5mila
Pnrr, mancano tecnici e ingegneri nel privato: in Puglia sos per 5mila
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 23 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:42

Ci sono i soldi e le opportunità del Pnrr ma manca la manodopera nel privato. È l’ennesimo paradosso di una ripresa che già vede alcuni bachi nella pubblica amministrazione con la carenza di personale. Ora ci si aggiungono diversi comparti e molte figure professionali - si va dagli ingegneri ambientali ai responsabili dei cantieri, tanto per citarne alcuni nel settore di infrastrutture ed edilizia - di aziende private. Se da indagini di Webuild (ex Salini Impregilo) emerge che servono a livello nazionale 3mila figure di staff specializzato, 23mila operai specializzati e più di 70mila operai generici nelle costruzioni, in Puglia si stima una necessità di circa 5mila unità. Professionalità decisive affinché le infrastrutture ideate per colmare divari tra Nord e Sud vedano la luce.

Le professionalità che mancano

Un terreno su cui si giocherà la riuscita della sfida della rinascita sarà soprattutto il Mezzogiorno, cui viene destinato il 40% delle risorse. La ministra per il Sud Mara Carfagna ha spesso evidenziato che il piano rappresenta un «cambio di paradigma» e che si sta lavorando affinché il Mezzogiorno diventi «nei prossimi 5-10 anni un habitat naturale favorevole all’attività di impresa». C’è un però. Ci sono i generali ma i soldati sono decimati. O, se si preferisce la metafora automobilistica, c’è una fuoriserie ma il serbatoio è in riserva. Webuild, in un evento organizzato da Intesa Sanpaolo, si è concentrato sul settore delle costruzioni: mancano all’appello ingegneri, project manager, contabili, esperti in gestione delle risorse umane, responsabili della gestione di cantieri, autotrasportatori, operatori addetti alle Tbm (le tunnel boring machine o talpe meccaniche).

E ancora: minatori, carpentieri, saldatori, addetti agli impianti elettrici e meccanici. Pesano i tanti anni di fermo dei lavori nel settore delle costruzioni.

Un allarme nazionale che può essere tranquillamente declinato a livello locale con una stima di circa 5mila persone in meno nelle costruzioni. Allargando la lente sugli altri comparti regionali, il sismografo Unioncamere Puglia ha analizzato i dati sulla “natimortalità” e sugli addetti nel primo semestre 2021: ebbene, continuano a diminuire gli addetti che si assestano in totale a quota 1.091.457 e cioè meno 30.999 rispetto a fine 2020. La contrazione della forza lavoro è rimasta l’elemento principale di “elasticità” del sistema, sia pur con differenze significative fra i vari settori.

L’emorragia è continuata nella ristorazione e alloggio, nel commercio al dettaglio e anche in agricoltura e nelle industrie alimentari. Sono possibili varie interpretazioni e concause secondo Unioncamere: dall’espulsione strutturale al ricorso al sommerso, dall’impatto del reddito di cittadinanza fino alla carenza di alcune figure specializzate. Molte delle aziende che sono nate nella prima metà del 2021 appartengono a comparti che hanno espulso forza lavoro (commercio, ristorazione, alloggio, agricoltura), il che fa pensare a casi non sporadici di imprenditoria come forma di autoimpiego. In controtendenza, vi sono state invece chiusure di aziende nei comparti moda, legno arredo e anche delle industrie alimentari.

L'effetto travaso

Guardando al prossimo futuro, nel privato e nel pubblico andranno coperti nei prossimi 5 anni quasi 4 milioni di posti di lavoro a livello nazionale, stando alle previsioni sui fabbisogni occupazionali e professionali elaborate nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal. Si spera in un effetto travaso anche in Puglia. Per esempio, per quanto riguarda i “Lavoratori previsti in entrata dalle imprese nel periodo ottobre - dicembre 2021”, l’industria pugliese conta di inglobare circa 21mila professionisti (in quella manifatturiera 12.680, nelle costruzioni 8.540). Una boccata d’ossigeno che, se si dovesse concretizzare, spazzerebbe via un incubo: avere risorse e progetti ma non la possibilità di sfruttarli a pieno.

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