Pnrr e opere prioritarie: Puglia tra le ultime con 197 milioni di euro

Il confronto con Sicilia (6,8 miliardi di euro) e Campania (2,7 miliardi) al 31 dicembre 2022

Pnrr e opere prioritarie: Puglia tra le ultime con 197 milioni di euro
Pnrr e opere prioritarie: Puglia tra le ultime con 197 milioni di euro
di Alessio PIGNATELLI
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Martedì 9 Maggio 2023, 05:00

L’importo totale messo a gara per le infrastrutture prioritarie, al 31 dicembre 2022, nell’ambito del Pnrr è in totale di 17,7 miliardi di euro. Osservando la situazione regione per regione spiccano gli ingenti importi destinati a Sicilia (6,8 miliardi di euro) e Campania (2,7 miliardi). E la Puglia? Il Tacco d’Italia si porta a casa la misera cifra di 197 milioni di euro (l’1,1% rispetto al totale ndr) per otto bandi pubblicati e due investimenti prioritari. Le due opere principali in questione sono il raddoppio della tratta Andria-Barletta della linea ferroviaria Bari-Barletta e il collegamento ferroviario dell’aeroporto del Salento con la stazione di Brindisi.

Il report 

L’elaborazione dei dati di Openpolis si basa sul rapporto della commissione ambiente della Camera sullo stato di attuazione delle infrastrutture prioritarie previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dal fondo complementare (Pnc).

Si tratta di investimenti che spaziano dalle ferrovie ai sistemi di mobilità urbana, dalle autostrade agli interventi su porti e aeroporti. Tra gli svariati interventi previsti, il rapporto della camera prende in esame quelli relativi agli ambiti considerati prioritari. Si tratta di ferrovie, ciclovie, porti e interporti, sistemi urbani, strade e autostrade, aeroporti, infrastrutture idriche ed edilizia pubblica. Il report offre spunti interessanti e racconta anche lo stato di realizzazione - è bene rimarcarlo, aggiornato al 31 dicembre 2022 - delle infrastrutture prioritarie volute dalle due agende. La tempistica fa la differenza, nel senso che si tratta di una fotografia a fine dello scorso anno. Se poi la macchina del Pnrr dovesse viaggiare a velocità più spedita nel 2023, insomma, non è dato sapersi ma al momento la situazione è questa.

In generale, come ricorda anche la fondazione Openpolis che da mesi focalizza la sua attenzione sul Piano, è evidente anche dalla mappa come nei territori del Centro e del Nord la distribuzione dei fondi sia più omogenea, al contrario del Mezzogiorno. Basti pensare che due grandi regioni come la Puglia e la Calabria – non prive di gravi mancanze in termini infrastrutturali – ricevono all’incirca 200 milioni ciascuna. Una differenza marcata come abbiamo visto con Sicilia e Campania ma, come spiegano gli analisti di Openpolis, trovare il colpevole è un’impresa ardua. Per due motivi: le richieste di accesso agli atti non hanno sortito gli effetti sperati, innanzitutto. Secondo: la miriade di progetti e le differenti nature non consentono di avere una risposta univoca. Detto ciò, la problematica generale è quella nota: mancanza di tecnici esperti, burocrazia, difficoltà a recepire i fondi da parte degli enti locali.
Nel rapporto della Camera ci sono altri dati molto interessanti. Per esempio, il costo delle infrastrutture prioritarie della programmazione Pnrr-Pnc aggiornato al 31 dicembre 2022 ammonta a 132,504 miliardi di euro, in aumento di circa 7,2 miliardi (+5,7%) rispetto alla precedente rilevazione aggiornata al 31 maggio 2022 che individuava una spesa di 125,318 miliardi.

I rincari

La variazione di costo registrata rispetto a maggio 2022 è il risultato dei seguenti due fattori (il primo in aumento, il secondo in diminuzione): gli adeguamenti tariffari connessi agli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, nonché dei carburanti e dei prodotti energetici; l’esclusione dal perimetro del Pnrr di alcune opere non realizzabili entro il 2026, come ad esempio l’adeguamento della linea Adriatica Bari-Napoli con caratteristiche Av/Ac, il cui costo a maggio 2022, come riportato nell’allegato infrastrutture al Def 2022, era pari a 9,365 miliardi di euro. In generale, i lavori sulle ferrovie si trovano allo stadio più avanzato, registrando la percentuale maggiore (26%) di opere in corso. Seguono ciclovie (11%), porti e interporti (10%), sistemi urbani (7%), strade e autostrade (1%). Mentre aeroporti, infrastrutture idriche ed edilizia pubblica sono ancora fermi a passaggi precedenti all’avvio dei progetti.

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