Pnrr, occasione mancata sulla scuola: restano i divari fra Nord e Sud. Tutti i dati Svimez

Pnrr, occasione mancata sulla scuola: restano i divari fra Nord e Sud. Tutti i dati Svimez
di Paola ANCORA
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Domenica 14 Maggio 2023, 05:00

Meno asili nido, tassi di dispersione scolastica più elevati, minori competenze maturate dagli studenti al termine del ciclo di studi obbligatorio. Alla radice di ogni divario territoriale c’è la scuola e il diritto allo studio, non ugualmente garantito nelle diverse aree del Paese. E se il Piano nazionale di ripresa e resilienza si riprometteva di sanare i gap territoriali fra Nord e Sud come chiedeva l’Europa, lo Svimez avvisa che qualcosa è andato storto e che, con ogni probabilità, questo obiettivo non potrà essere centrato. Almeno non entro il 2026. 
Nell’ultimo numero di “Informazioni Svimez”, l’associazione ha fornito una prima fotografia del grado di aderenza del Pnrr alle finalità di perequazione infrastrutturale, mettendo in evidenza le criticità emerse nelle due fasi di riparto degli stanziamenti su base regionale e di assorbimento di quei fondi da parte di Comuni e Città metropolitane che hanno partecipato ai bandi del ministero dell’Istruzione. 

I dati e i divari

I dati sono impietosi e li si può comprendere meglio a partire da quello di partenza, cioè l’attuale spesa in conto capitale, ovvero gli investimenti, sostenuta dalle pubbliche amministrazioni nelle diverse regioni italiane. In Puglia – terz’ultima in classifica - per ciascuno studente si investono 158 euro, nella Provincia autonoma di Bolzano 1.099 euro; in Valle d’Aosta 729 euro; in Emilia Romagna 271 euro. Ultima è la Sicilia con 118 euro per studente, preceduta dalla Campania con 141 euro. 
E tuttavia solo per gli asili nido il gap infrastrutturale fra Nord e Sud è stato utilizzato come criterio prioritario di riparto dei fondi: ha avuto, infatti, un peso del 75% nella valutazione complessiva. Una buona notizia, visto che in Puglia sono attualmente disponibili 13,9 posti ogni 100 bambini e il livello essenziale delle prestazioni individuato dallo Stato e dall’Europa è di 33.

Nessuna regione del Mezzogiorno lo raggiunge, a differenza di Lazio, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana e Umbria. Significativo il fatto che siano persino “avanzati” 188 milioni di euro assegnati dal Governo alle Regioni del Sud, costringendo il ministero prima a prorogare i termini dei bandi pubblicati per l’accesso alle risorse e, poi, a emanare un secondo bando. Così i Comuni della Puglia - a differenza di quelli siciliani o calabresi - hanno potuto usufruire di finanziamenti superiori a quelli previsti con l’assegnazione originaria, trascinando la regione in vetta alla classifica per fondi destinati a realizzare nuovi asili nido (271 milioni e 386mila euro), seconda solo alla Campania. 

Anche per quanto riguarda mense e palestre dotate di agibilità e certificazione anti-incendi il Sud è messo male: tutti gli indicatori guida del Pnrr «registrano valori sensibilmente più contenuti rispetto al Centro-Nord» scrive Svimez. Meno del 25% degli alunni meridionali della scuola primaria può usufruire di una mensa. Al Nord la percentuale sale al 60%. La Puglia si ferma al 39,4%. Eppure, nel riparto delle risorse disponibili, hanno pesato altri criteri e non quello del maggiore fabbisogno. Per esempio ha inciso il numero di alunni attuale e la proiezione demografica della popolazione scolastica, per il Mezzogiorno niente affatto rosea. Così la “quota Sud” dei fondi Pnrr è scesa dal 55,3% garantito per gli asili nido al 40% riconosciuto per l’estensione del tempo pieno con la costruzione di nuove mense. Un fattore, quest’ultimo, decisivo per incidere positivamente sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro e per l’accumulazione del capitale umano dalla quale dipende la tenuta e lo sviluppo dell’economia. L’Emilia Romagna, per esempio, ha ottenuto 40 milioni di euro per costruire nuove mense pur essendo la regione, insieme a Piemonte e Liguria, che nelle scuole elementari ne ha di più. La Puglia, invece, si ferma a poco più di 34 milioni, quasi quanto il Veneto che di milioni ne riceverà 35. Pur essendo, come tutto il Mezzogiorno, un territorio che ha una fragile e carente disponibilità di infrastrutture per lo sport, la Puglia avrà dal Pnrr 36,5 milioni per realizzare nuove palestre al servizio delle scuole: l’Emilia Romagna ne avrà 45, la Lombardia 73, il Piemonte 46, la Toscana circa 60. 
Altro capitolo dolente: la costruzione di nuove scuole. All’Emilia Romagna andranno 146 milioni di euro, alla Puglia 80. A incidere anche il forte calo demografico che sta svuotato la regione e l’intero Sud. Una tendenza che non accennerà a smorzarsi finché ai cittadini pugliesi non saranno offerti servizi adeguati a sostenere il peso di un sogno: quello di restare.
 

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