Pnrr, sos personale negli enti: i 70 esperti solo a fine anno

Pnrr, carenza di personale nei Comuni. E la task force dei 70 esperti solo a fine anno
Pnrr, carenza di personale nei Comuni. E la task force dei 70 esperti solo a fine anno
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 6 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:50

«Al Sud la sfida del Pnrr e più in generale la sostenibilità delle attività amministrative e di governo del territorio è messa in crisi dalla carenza di personale, quantitativa e qualitativa. Gli anni delle “vacche grasse” sono finiti da tempo per i nostri municipi e oggi viviamo una situazione di carestia che va a danno dei cittadini e delle opportunità che nella fase di ripresa veniamo chiamati a cogliere».

Il grido d’allarme di Carlo Salvemini, sindaco di Lecce, era già stato lanciato oltre un mese fa proprio di fronte alla ministra degli Interni Lamorgese per l’incontro “Da Sud” organizzato da Dario Stefàno. E ieri è stato replicato. I Comuni devono “mettere a terra” i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza ma senza personale diventa un’impresa. Uno spettro reale: ci sono i soldi ma chissà se e come saranno utilizzati. Per far fronte - almeno in parte - a queste problematiche, in tutta Italia è scattata la fase del reclutamento di mille esperti e tecnici esterni da assegnare agli enti locali. Alla Puglia spetta una task force di 70 “esperti multidisciplinari” da assegnare agli uffici tecnici di Regione, Province e Comuni.

Ieri scadeva il termine per ogni regione per presentare il piano del fabbisogno, cioè come ogni ente intende utilizzare questi consulenti. La Puglia, da quanto si apprende dagli uffici regionali, ha indicato l’obiettivo specifico di rafforzare e accelerare gli iter legati ai procedimenti autorizzativi.

L’esperienza negli ultimi anni ha messo in evidenza l’elevata durata del tempo che occorre per realizzare le opere pubbliche e i procedimenti autorizzativi sono la principale causa. Il secondo step delle selezioni dovrà completarsi sulla base di elenchi forniti dal governo nazionale che a oggi, però, non sono stati inviati. L’auspicio è che questo circolo vizioso possa risolversi entro il 31 dicembre per dare ossigeno agli enti locali.

I numeri in Puglia

Le parole di ieri di Salvemini, infatti, replicano quanto diversi sindaci del Sud, a partire dal neoeletto Manfredi a Napoli, stanno ripetendo come un mantra: la carenza di personale è un ostacolo alla ripresa. Un tema sul quale Anci ha ripetutamente sollecitato il Governo chiedendo da tempo interventi di sostegno ai Comuni che siano concreti e adeguati, al di là delle buone intenzioni che pure non mancano come dimostra il Piano Brunetta. Ma c’è molto da fare. Nei seimila comuni delle regioni ordinarie, cioè quelli in cui a partire dal 2015 si è applicato il federalismo fiscale, la differenza Nord-Sud è marcata: la Puglia è in coda con 3,7 impiegati comunali ogni mille abitanti. Solo per raggiungere la media nazionale di 6 ogni mille, servirebbero oltre 9mila assunzioni in Puglia. Insomma, un numero che fa capire quanto ci sia da fare ancora. Il totale di assunzioni necessarie in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata è di almeno 40mila unità.

«Abbiamo bisogno di giovani funzionari, con un alto livello di istruzione, in quantità sufficiente per far correre le amministrazioni locali. In particolare al Sud. Altrimenti è impensabile che il divario possa essere colmato. E non ci sarà Pnrr che tenga» ha aggiunto Salvemini.

«Serve grande alleanza istituzionale»

A provare a spegnere il fuoco e la rabbia dei sindaci del Mezzogiorno che anche attraverso la rete “Recovery Sud” continuano a fare pressioni, è stata la sottosegretaria per il Sud e la Coesione territoriale Dalila Nesci. «I sindaci del Mezzogiorno pongono il tema di come spendere i fondi del Pnrr ed è in questa direzione che stiamo lavorando. Già con la prima tornata del Concorso sud abbiamo assegnato ai Comuni 775 tecnici e, con il secondo bando appena aperto, sarà possibile assumere altri 2022 professionisti di supporto. Accanto a queste misure abbiamo previsto anche risorse specifiche per la progettazione, attraverso un Fondo da 128 milioni di euro rivolto a Regioni ed Enti locali per il conferimento di incarichi a esperti e un ulteriore Fondo da 161 milioni di euro a favore di piccoli Comuni, aree interne, province e Città metropolitane per l’acquisizione di proposte progettuali. Questo non è più il tempo delle narrazioni semplificate ma di una grande alleanza istituzionale».

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