Pillole anti-radiazioni nucleari, in farmacia scatta la caccia ai blister. D'Ambrosio Lettieri: «Niente psicosi, restiamo lucidi»

Pillole anti-radiazioni nucleari, in farmacia scatta la caccia ai blister. D'Ambrosio Lettieri: «Niente psicosi, restiamo lucidi»
4 Minuti di Lettura
Lunedì 7 Marzo 2022, 17:32 - Ultimo aggiornamento: 19:11

Pillole a base di ioduro di potassio per proteggersi dagli effetti di una eventuale esplosione nucleare: dopo l'attacco russo alla centrale ucraina di Zaporizhzhya i Paesi dell'Europa si organizzano. Se in Svizzera si fa scorta di pasta e il governo raccomando di avere a disposizione almeno 9 litri di acqua per persona in casa, in Belgio e in Italia è già caccia di pastiglie di iodio. In Veneto e in Friuli Venezia Giulia nelle ultime ore le richieste del farmaco si sono moltiplicate. Ma anche nelle altre regioni - Puglia compresa - c'è già chi ha contattato il proprio farmacista di fiducia per avere notizie circa il principio attivo e la reperibilità del medicinale. Corsa all'acquisto e boom di ricerche anche in rete, sui canali di vendita on line. Ma i farmacisti mettono in guardia dai rischi del "fai-da-te".

Iodio, l'Italia verifica le scorte di compresse. Allerta dei medici: mai assumerle in assenza di radioattività

L'appello dei farmacisti pugliesi: «Niente psicosi, restiamo calmi»

Alla base della caccia allo iodio c'è il principio farmacologico che saturerebbero la tiroide di iodio buono impedendo che si accumuli quello radioattivo, in grado di provocare tumori. Ecco perché anche sul territorio regionale in via prudenziale c'è già chi si è recato nella propria farmacia di fiducia nel tentativo di assicurarsi i blister "anti-nucleari". Una corsa all'acquisto che al momento, secondo i farmacisti pugliesi, non solo appare del tutto ingiustificata ma potrebbe rivelarsi addirittura dannosa nel caso di assunzione del farmaco "fai-da-te". «Non facciamoci prendere da psicosi ingiustificate - richiama alla calma e alla prudenza il presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Bari e Bat, Luigi D'Ambrosio Lettieri - Al momento questa caccia al farmaco è del tutto ingiustificata.

Restiamo calmi ed evitiamo di farci prendere dal panico senza alcun motivo. Ricordiamo, inoltre, che assumere farmaci senza prescrizione medica o una reale necessità oltre che inutile può rivelarsi molto rischioso».

Il precedente durante il disastro di Chernobyl

Le pillole di iodio sono state già usate per l’incidente di Chernobyl quando l’esplosione della centrale aveva provocato un’emissione di iodio radioattivo che può accumularsi nella tiroide e causare tumori. L’assunzione di compresse di ioduro di potassio riusciva impedire l’accumulo dell'agente radioattivo o almeno limitarlo. "Durante un incidente nucleare - si legge sul portale dell'Istituto superiore di sanità - , lo iodio radioattivo può essere rilasciato contaminando l'ambiente, con conseguente esposizione esterna. L'inalazione di aria contaminata e l'ingestione di cibo e acqua potabile contaminati possono portare all'esposizione interna alle radiazioni e all'assorbimento di iodio radioattivo principalmente da parte della tiroide. La ghiandola tiroidea utilizza lo iodio per produrre ormoni tiroidei e non distingue tra iodio radioattivo e iodio stabile. Dopo un incidente nucleare, se lo iodio radioattivo viene inalato o ingerito, la ghiandola tiroidea lo assorbe allo stesso modo dello iodio stabile. Se lo iodio stabile viene somministrato prima o all'inizio dell'esposizione allo iodio radioattivo - spiega ancora l'Iss - , l'assorbimento di quest'ultimo sarà bloccato dalla saturazione della ghiandola tiroidea con iodio stabile, riducendo così efficacemente l'esposizione interna della tiroide. Nel complesso, la somministrazione orale di iodio stabile (insieme al controllo degli alimenti e dell'acqua potabile) è considerata una strategia appropriata per ridurre il rischio di effetti negativi sulla salute delle persone esposte a un rilascio accidentale di iodio radioattivo ed è inclusa in molti paesi nei piani di emergenza".

© RIPRODUZIONE RISERVATA