Il piano: un punto-vaccini ogni 20-30mila abitanti. Pronti i primi centri pugliesi

Il piano: un punto-vaccini ogni 20-30mila abitanti. Pronti i primi centri pugliesi
di Paola COLACI
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 11:05

«Stimiamo che ci debba essere un punto di somministrazione e forse di conservazione del vaccino ogni 20-30mila cittadini, se vogliamo farlo in un tempo rapido». Lo ha detto il commissario straordinario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri nelle scorse ore, illustrando in commissione Bilancio alla Camera, alcuni punti del piano per la vaccinazione anti-Covid che si sta mettendo a punto. E in Puglia si studia già la prima mappa dei punti di somministrazione. Centri che nel Salento potrebbero essere previsti al Fazzi di Lecce e Panico di Tricase. Al momento, però, si tratta ancora di ipotesi preliminari a cui le Aziende sanitarie stanno lavorando su tutto il territorio regionale. E indicazioni più certe dovrebbe arrivare già nelle prossime settimane.


Del resto, il crono-programma dettato da Arcuri non ammette ritardi. A fine gennaio, infatti, dovrebbero essere disponibili per l'Italia le prime 3,4 milioni di dosi del vaccino di Pzifer.

Poi partiranno si partirà con la campagna di somministrazione, destinata innanzitutto alle categorie protette o a maggior rischio. Operatori sanitari e anziani ospiti delle Rsa in testa. «Quasi tutti i vaccini, tuttavia, necessiteranno di essere somministrati due volte allo stesso individuo. Considerando le quattro variabili, che sono la temperatura, la modalità distribuzione delle case produttrici, la tipologia di conservazione e la modalità di somministrazione - ha aggiunto Arcuri - stiamo organizzando un piano che prevede il coinvolgimento delle amministrazioni regionali e comunali e che tenga conto delle scelte del parlamento sulle categorie che avranno la priorità nella somministrazione».


Punti di somministrazione che in provincia di Lecce, come si diceva, potrebbero essere allestiti al Vito Fazzi di Lecce e Panico di Tricase. «Se la campagna di vaccinazione dovesse partire in tempi rapidi la nostra struttura sanitaria non avrebbe difficoltà a garantire la somministrazione in loco delle dosi» ha fatto sapere nelle scorse ore il direttore sanitario dell'ente ecclesiastico, il dottor Pierangelo Errico. Del resto, la struttura del sud Salento è stata già inserita nell'elenco dei siti pugliesi di conservazione delle dosi, individuati dalla Regione, provincia per provincia, e trasmessi ad Arcuri lo scorso lunedì. Ricognizione delle postazioni in cui rientra anche il Fazzi. Come nel caso dell'ospedale di Tricase, anche il nosocomio leccese ospita infatti la banca del sangue e dispone di celle frigorifere in grado di conservare le dosi di siero a temperature fino a-80 gradi, richieste per le due tipologie di vaccino in corso di validazione. E anche il Fazzi dispone di spazi idonei da riconvertire in tempi rapidi in punto di somministrazione. Allo scopo non è esclusa l'ipotesi che la profilassi anti-Covid possa essere prevista proprio al Dea.


Somministrazione in loco che dovrebbe essere garantita anche negli altri hub pugliesi segnalati dalla Regione al commissario straordinario per l'emergenza. A partire dal Santissima Annunziata di Taranto e dalle altre quattro postazioni individuate dal Dipartimento di prevenzione. Ma anche a Brindisi dove, oltre all'ospedale Perrino, nella lista rientrano anche l'ex ospedale Di Summa, il Presidio territoriale di Fasano e il poliambulatorio di Oria. A Bari c'è il Policlinico e il Di Venere ai quali si aggiugnono gli ospedali di Molfetta, Putignano e Monopoli. Strutture che dispongono delle celle frigo indispensabili alla conservazione delle dosi di siero. Su questo fronte, tuttavia, l'azienda Pfizer nei giorni ha garantito che si occuperà direttamente del trasporto delle dosi in ogni punto di somministrazione. Consegne previste in apposite borse frigo da 5 scatole al massimo, con 975 dosi ciascuna che potranno garantirne la conservazione per 15 giorni al massimo. Per conservare almeno per 6 mesi, invece, sono indispensabili proprio le super celle.


I presidi ospedalieri indicati dalla Regione, così come previsto dalle indicazioni di Arcuri ai governatori - dovranno essere in grado di vaccinare almeno 2mila persone o più, con multipli di mille in 15 giorni. E per la Puglia, la prima tornata di vaccinazioni potrebbe coinvolgere 50mila persone: 40mila dipendenti del sistema sanitario e 10mila ospiti delle Rsa. Per la somministrazione delle dosi agli operatori e agli anziani ospiti delle Rsa, infine, dovrebbero essere previste unità mobili in grado di garantire la profilassi a domicilio. I dettagli del piano nazionale, in ogni caso, saranno definiti a breve. Il ministro della Salute Roberto Speranza punta, infatti, a presentarlo già nei prossimi giorni in Parlamento dove tra l'altro si discuterà del nodo obbligatorietà e delle categorie che avranno la priorità. Precedenza che potrebbe essere estesa anche alle forze dell'ordine. Si vedrà.

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