Piano casa, costruttori e ordini professionali soddisfatti: «Vince la rigenerazione urbana»

Piano casa, costruttori e ordini professionali soddisfatti: «Vince la rigenerazione urbana»
di Paola ANCORA
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Giovedì 21 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:21

Il sì in Commissione regionale Urbanistica alla proposta di legge sul Piano casa restituisce speranza al mondo dell’edilizia, frastornato da anni di leggi in proroga e incertezze che hanno reso accidentata la strada degli investimenti e dello sviluppo. «Quella trovata è una buona sintesi - dice Valentino Nicolì, presidente di Ance Lecce - e come costruttori possiamo ritenerci soddisfatti. Restano ancora delle questioni irrisolte, come quella delle zone D, i comparti industriali, per i quali si poteva prevedere qualcosa in più e invece sono rimasti fuori, e la necessità di stabilire un regime transitorio per tutte le pratiche aperte con la normativa vigente. Vedremo quali soluzioni saranno individuate dal Consiglio, ma tutto sommato è una buona legge». Per Nicolì in questi anni «il Piano casa è stato fondamentale, sia per guidare le dinamiche economiche del settore sia per la gestione di un territorio il cui patrimonio edilizio va riqualificato. Non si tratta, insomma, di un fatto meramente speculativo». Sul nodo politicamente delicato della monetizzazione degli standard, ovvero della possibilità di pagare il Comune gli spazi di verde e parcheggi che il privato non dovesse riuscire a garantire, Nicolì sottolinea la necessità «di tenere conto dell’esistenza di aree dove la densità del tessuto urbano non consentirebbe interventi di questo tipo, pur avendo bisogno di lavori di riqualificazione edilizia. La monetizzazione qualche volta - chiude il numero uno di Ance Lecce - è un “male necessario”. Non si può fare un ragionamento astratto, ma ci si dovrà calare nelle singole realtà». Compito, questo, che spetterà ai Comuni, pienamente protagonisti del nuovo Piano casa. 

Beppe Fragasso, presidente di Ance Bari, insiste sulla certezza del diritto. «Finalmente - dice - si vede la luce su un provvedimento fermo da oltre sei mesi.

Auspico che la proposta del consigliere Amati, che noi sposavamo, vada in porto perché avere un riferimento normativo certo e strutturale è per noi una priorità. È necessaria una legge che faccia pulizia delle proroghe, delle aspettative disattese e che stabilisca tipologie edilizie, ubicazioni, magari con premialità differenziate, dando una cornice chiara e certa alla rigenerazione urbana che è il futuro dell’urbanistica e delle città, motore dello sviluppo futuro». Riqualificare dunque «l’edilizia della seconda metà del secolo scorso, energivora e insicura» deve essere obiettivo inderogabile per chi amministra il territorio. «Sarà una buona occasione per eliminare dalle città i capannoni che rendono insalubri le periferie» aggiunge Fragasso, suggerendo poi di mutuare dalle altre regioni le buone pratiche già in essere, «come quelle sugli standard urbanistici: qualche volta semplici variazioni di sagoma - chiude - servono a ricavare spazi per il verde, per i parcheggi, suoli dove realizzare servizi come gli asili nido». 

La voce dei professionisti


Soddisfatto anche il presidente dell’Ordine degli Architetti di Brindisi, Maurizio Marinazzo, che invita a recuperare, tuttavia, «una più ampia partecipazione dei territori nella definizione delle leggi regionali e a ripartire con la nuova legge urbanistica, che non sappiamo che fine abbia fatto». «Il Piano casa approvato in Commissione - aggiunge - fa sintesi e recepisce alcune nostre richieste, ma vedremo come sarà risolto il nodo del conflitto con le competenze statali e se si riuscirà a spazzare via una stagione di leggi in deroga che hanno penalizzato il settore. Bene i riferimenti all’efficientamento energetico». 
Per Francesco Micelli, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Lecce, «il nodo del Piano casa è oramai in discussione da più di un decennio. Servono certezze e stabilità con un provvedimento che dovrà essere definitivo ed omogeneo con il dovere di superare la radicata indeterminatezza nella sua applicazione e che soprattutto abbia tempi certi. Operando sulla riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio, il Piano è stato ed è tuttora un’occasione di sviluppo per il territorio e l’economia pugliese. Meritevole - conclude - è l’introduzione nella proposta di legge di un potenziamento della sostenibilità energetica al fine di migliorare il patrimonio edilizio».

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