Piano casa, è confusione: la Regione verso il dietrofront

Piano casa, è confusione: la Regione verso il dietrofront
di Stefania DE CESARE
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Lunedì 24 Ottobre 2022, 05:00

Piano Casa, dietrofront. La Regione Puglia sta valutando la possibilità di riportare la legge al testo originario, “ripulendolo” dagli emendamenti che il Consiglio regionale ha approvato spianando la strada al ricorso per incostituzionalità, ricorso puntualmente arrivato a un mese dall’approvazione della legge. Il Consiglio dei ministri ha infatti impugnato il Piano Casa pugliese per la seconda volta, contestando la norma in 14 punti, a partire dalla mancata richiesta di un parere delle Soprintendenze per scongiurare eventuali contrasti con il Piano paesaggistico regionale. Tradotto: secondo il Governo l’attuazione del regolamento edilizio voluto dalla Regione dovrebbe essere subordinata all’acquisizione di un parere da parte dell’ufficio periferico del ministero per i Beni culturali. 
Non senza qualche rilievo polemico all’indirizzo di quanti, in seno al Consiglio, avrebbero «abbandonato la strada del dialogo», l’assessora all’Urbanistica Anna Grazia Maraschio ha annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di riaprire il confronto con gli ordini professionali, le associazioni dei costruttori e tutte le realtà coinvolte nel Piano Casa, prima di intavolare quello con il Governo, nella speranza di poter sistemare le cose senza dover per forza arrivare davanti alla Consulta. Da non dimenticare, infatti, che il 29 novembre si terrà un’altra udienza, quella relativa alla precedente norma sul Piano Casa, pure impugnata dall’esecutivo perché ritenuta incostituzionale. 

Ridurre la confusione

L’obiettivo dell’assessorato, dunque, è ridurre al minimo la confusione imperante, «l’incertezza normativa che si voleva evitare e che è invece ricaduta nuovamente sulle spalle di imprese e cittadini» ha detto sempre Maraschio, bacchettando i «furbetti dell’emendamento all’ultimo minuto» e ricordando che «certe scorciatoie non portano da nessuna parte». Da qui la scelta di riavvolgere il nastro e tornare a discutere il progetto di legge non emendato - come ha sottolineato la stessa assessora - perché è negli emendamenti, che si è avuto poco modo di approfondire in Aula, che si è annidato il rischio incostituzionalità. 
Certo è che orientarsi in questa giungla di regole scritte, impugnate, modificate tante volte non è semplice per i Comuni, i cui uffici tecnici sono sguarniti di personale e devono, oltretutto, lavorare a progetti e bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A Brindisi, la dirigente all’Urbanistica del Comune Marina Carrozzo chiarisce che «sono in sospeso 31 istanze avviate con il vecchio Piano Casa nel 2021 e attualmente ancora in fase istruttoria». Dopo il via libera al nuovo Piano, lo scorso agosto, «sono state presentate solo una manciata di pratiche, ovviamente adesso archiviate». «Se la Consulta dovesse accogliere il ricorso e la legge regionale, che ritenevamo buona, venisse annullata, saremmo punto e a capo - commenta l’assessore all’Urbanistica brindisino, Dino Borri -. L’iter per la presa d’atto della legge regionale era in fase avanzata, ma davanti all’impugnativa ci siamo fermati. È inutile in questo scenario incerto proporre una delibera. Abbiamo sospeso e lavori e attendiamo di capire come evolverà la situazione». Stessa situazione a Taranto. «Abbiamo già pronta la bozza di delibera per l’adozione del nuovo Piano casa. Ora però ci siamo fermati - dice Gianni Nardelli, dell’ufficio Urbanistica -. Bisognerà vedere cosa farà la Regione, ma entro gennaio dobbiamo capire come muoverci perché se la legge non è abrogata, siamo obbligati a ottemperare alle norme». A Lecce, nel 2022 sono state avviate 187 pratiche edilizie, 89 delle quali - specificano gli uffici - hanno ottenuto il rilascio del permesso a costruire, 30 sono in attesa di documentazione integrativa e 68 pratiche sono ancora da istruire. Anche in questo caso, la confusione normativa non aiuta. 
Alla Regione il compito di dipanare l’intricata matassa e riportare chiarezza in un settore, l’edilizia, già fortemente in crisi per il caro energia e l’impennata dei prezzi delle materie prime. 

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