Approvato il Piano Casa: si agli ampliamenti anche in zone vincolate. La guida: otto schede su tutto quello che si può fare

Approvato il Piano Casa: si agli ampliamenti anche in zone vincolate. La guida: otto schede su tutto quello che si può fare
di Giuseppe ANDRIANI
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Sabato 30 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:36

Approvato il piano casa, dopo anni di difficoltà e disaccordi. Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge all’unanimità. Nelle zone omogenee B e C, quelle caratterizzate da degrado e abbandono (il Comune dovrà stabilire di quali si tratta, con una delibera ad hoc), sarà possibile intervenire per aumentare le volumetrie (quindi costruire) fino a un massimo del 20%, o del 35% in caso di demolizione o ricostruzione. Tra finalità ed obiettivi «la promozione e il riuso del patrimonio edilizio esistente, al fine di migliorare la qualità architettonica ed ambientale dello spazio abitale con il contenimento del consumo del suolo», spiegano dal Consiglio. Il cuore della legge è costituito dagli ambiti d’intervento e relativi interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione. I Comuni avranno il compito di individuare gli ambiti edificati, sempre e solo all’interno delle zone omogenee B e C, caratterizzati da degrado o abbandono del patrimonio edilizio esistente, dove consentire interventi di riuso e riqualificazione e su immobili con qualsiasi destinazione, attraverso interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione con destinazione finale di tipo residenziale. Nelle zone omogenee E (contesti rurali), invece l’ampliamento delle costruzioni non può superare il 20%, demolizione e ricostruzione non oltre il 35% dell’esistente e non oltre i 200 mc. Tutti gli interventi devono rispettare le norme di tutela paesaggistica fissate dal Pptr. 
Rispetto al testo licenziato dalla Commissione, quello approvato dal Consiglio contiene alcune modifiche frutto di proposte emendative di natura tecnica. In particolare con un emendamento aggiuntivo è stato inserito che le pratiche edilizie inoltrate e protocollate ai sensi della legge 14 del 2009, presso gli sportelli unici per l’edilizia dei comuni pugliesi, prima della data del 29 luglio 2022, verranno istruite e concluse secondo le prescrizioni della stessa legge.

Piano casa, gli emandamenti

Con altri emendamenti aggiuntivi sono stati modificati alcuni articoli della legge regionale relativa il recupero dei sottotetti, porticati, locali seminterrati e interventi esistenti e di aree pubbliche non autorizzate. 
«Una grande fatica per un testo sostanzialmente uguale a quello presentato, superando inutili ostilità nei confronti dell’edilizia sugli edifici esistenti e quindi contro l’ambiente, il lavoro e la legalità», commenta Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio e programmazione, primo sottoscritore della proposta di legge approvata. Ora la parola passa ai Comuni, nella speranza di vedere approvate al più presto 257 delibere, per dare forza a un programma di tutela ambiente, posti a tavola e legalità». 
Soddisfazione anche da Giuseppe Tupputi e dal gruppo “Con”: «Siamo particolarmente orgogliosi del lavoro compiuto in questi mesi per disegnare non solo uno schema di sviluppo urbanistico, ma anche per dare un quadro normativo chiaro e certo a cittadini e imprese».

Un voto a favore ma per «senso di responsabilità» dal Movimento 5 Stelle: «Riteniamo, però, che l’intero articolato avrebbe potuto avere uno struttura migliore e più ordinata se le numerose proposte emendative fossero state meglio approfondite nelle sedi opportune. Quello approvato è un testo che avrà bisogno di un monitoraggio attento e costante, elemento che è mancato totalmente per gli interventi attuati con la vecchia legge sul Piano Casa, che permetterà di introdurre correzioni laddove necessario», scrivono i consiglieri di maggioranza del M5S Marco Galante, Rosa Barone, Cristian Casili e Grazia Di Bari.

L'opposizione all'attacco

All’attacco Antonella Laricchia: «La maggioranza ha buttato giù la maschera: la proposta di legge sul piano casa, che dovrebbe avere come obiettivo il riuso e la riqualificazione edilizia del patrimonio esistente, come scritto nel titolo, in realtà si traduce solo in un accumulo di deroghe alla pianificazione urbanistica. Quello che all’inizio della discussione della pdl era solo un sospetto, si è trasformato in certezza dopo la bocciatura all’unanimità dell’emendamento aggiuntivo che avevo presentato».

Piano Casa Puglia, cosa si può fare? Le nostre faq

Di seguito una serie di domande e risposte, con una guida pratica su cosa si può fare e cosa no in seguito all'approvazione del Piano Casa

Quale sarà il ruolo dei Comuni?
I comuni dovranno individuare gli ambiti edificati, esclusivamente all'interno delle zone omogenee B e C, caratterizzati da degrado o abbandono del patrimonio edilizio esistente, dove consentire interventi di riuso e riqualificazione e su immobili con qualsiasi destinazione, attraverso interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione con destinazionale finale di tipo residenziale

Cosa accade nelle zone con vincolo?
Nelle zone sottoposte a vincolo paesaggistico saranno ammesse tutte le disposizioni del testo, con i rispettivi interventi regolarmente autorizzati, previo parere degli organismi preposti al controllo sul rispetto delle prescrizioni e delle linee guida del Pptr. Di fatto, se rientrano nelle zone omogenee B e C, e gli interventi rispettano il piano paesaggistico, saranno accordati

Ampliamento anche nei centri storici?
Le zone dei centri storici delle nostre città non rientrano in quelle omogenee B e C e quindi nel piano casa. Non sarà possibile quindi eseguire interventi di aumento delle volumetrie, secondo quanto stabilisce il piano casa, nei centri storici. In realtà il nodo legato alle città vecchie dei borghi pugliesi non era mai entrato in discussione durante il percorso della proposta di legge

Quali regole nelle zone industriali?
Le zone industriali non rientrano quelle del piano casa. Discorso diverso per gli immobili con destinazione d'uso produttiva all'interno delle zone omogenee B, C o E (in contesti rurali), quelle di cui si occupa il piano. In tal caso saranno previsti gli interventi di riqualificazione, ampliamento e demolizione secondo i parametri già espressi dal piano casa. Sarà possibile anche cambiare la destinazione d'uso

In base a cosa varia il tasso di interventi?
Gli interventi di ampliamento volumetrico di un edificio ricompreso nelle zone B e C potranno raggiungere quota 20%, che diventa il 35% nel caso in cui si tratti di una demolizione con ricostruzione. Non si dovrà comunque superare il limite dei 200 metri cubi (300 in caso di edifici a destinazione residenziali). Lo stesso vale per gli edifici che si trovino in contesti rurali

Il piano vale anche nei pressi delle coste?
Se vi sono edifici già esistenti nei pressi di zone costiere, che rientrino nelle zone omogenee B, C o E valgono le regole del piano casa. Se gli edifici dovessero essere sottoposti a vincolo paesaggistico, così come già spiegato precedentemente, saranno concessi gli interventi a patto che venga rispettato il piano paesaggistico (Pptr), al quale non sono ammesse deroghe

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