Piano Casa, l'assessora regionale Maraschio: «Presto una nuova legge, che premierà riqualificazione e riuso». L'anticipazione

L'assessora regionale all'Urbanistica, Anna Grazia Maraschio
L'assessora regionale all'Urbanistica, Anna Grazia Maraschio
di Paola ANCORA
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Giovedì 3 Febbraio 2022, 05:00

Il Governo impugna la legge pugliese di proroga del Piano Casa e l’assessora regionale all’Urbanistica Anna Grazia Maraschio prepara la contromossa: una legge ad hoc che spazzi via 13 anni di proroghe.

Assessora qual è la legge che ha in mente, quali i principi che la ispirano?
«Lavoriamo da mesi a una norma snella che renderà strutturali alcuni principi del Piano Casa. Il sistema delle proroghe, che ha portato a più di una impugnazione – quella del ministero dei Beni culturali è infatti solo l’ultima in ordine di tempo – non garantisce alcuna certezza né alle imprese né ai Comuni, con danni economici ormai insostenibili. La norma che intendiamo portare all’attenzione del Consiglio promuoverà la riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio esistente, con un sistema di premialità che contribuirà a migliorare la qualità architettonica dello spazio abitabile. Non solo».

Cos’altro?
«Abbiamo intenzione di restituire protagonismo ai Comuni, che devono avere un ruolo centrale nella definizione di una strategia di sviluppo dei territori». 

I costruttori temono che, con la nuova legge, verranno soppressi la possibilità di cambio di destinazione d’uso e la monetizzazione, consentita a partire dal 2015 e in base alla quale, quando un intervento edilizio non può essere accompagnato da una adeguata offerta di servizi, come parcheggi e verde, l’impresa può pagare al Comune un corrispettivo in denaro. Sono misure che Ance ritiene fondamentali: intende salvarle o sopprimerle?
«Ciascuno esprime una opinione in base al ruolo che ricopre. Il cambio di destinazione d’uso, cioè la possibilità di trasformare un capannone industriale in una civile abitazione, tradisce molti principi, a partire dalla stessa pianificazione. Il faro resta, per me, la qualità della vita delle persone, soprattutto quando si parla di grandi ampliamenti di cubature, il cui impatto è tutt’altro che trascurabile sul tessuto urbano di una città. Per fare sintesi fra visioni diverse, alla legge lavorano da tempo tutti gli Atenei di Puglia, compreso il Politecnico di Bari, gli Ordini professionali, la stessa Ance.

Raccoglieremo i contributi di tutti e, con il contributo dei partiti di maggioranza, mi auguro di riuscire a fare sintesi nel più breve tempo possibile».

In quanto tempo? Quando pensa la Puglia potrà salutare questa nuova norma?
«Mi auguro presto, ma è fondamentale per me, innanzitutto confrontarmi con le forze della maggioranza in Consiglio». 

Forze che sono state tutt’altro che “tenere” nei suoi confronti: la proroga è passata in Aula all’unanimità, nonostante il suo parere contrario. Si è ritrovata isolata: Sinistra italiana, che lei rappresenta, è disposta a giocare la sua permanenza in Giunta su questo tema?
«La questione è più ampia. Prima del voto in Consiglio, in V Commissione avevo chiesto un rinvio perché contavo proprio di condividere con la maggioranza il percorso di varo della nuova legge. Si temeva che una nuova proroga avrebbe finito con il portare a un’altra impugnazione: era una preoccupazione reale. In quel momento è tuttavia prevalso l’obiettivo di garantire continuità alla ripresa economica e a quella del comparto edile in particolare, obiettivo che non mi lascia certamente indifferente, anzi. Quanto accaduto fa parte della normale dialettica politica: non ho mai perso la fiducia del presidente e ho un dialogo costruttivo con le forze della maggioranza». 

A proposito di crisi dell’edilizia, il presidente di Ance Puglia Nicola Bonerba ha ricordato dalle colonne di questo giornale che in dieci anni sono andati persi 600mila posti. Non teme che una stretta delle maglie in tema di norme edilizie possa contribuire a peggiorare le cose?
«Il Piano Casa non è certo la risoluzione della crisi del comparto costruzioni, legata a molti fattori. Peraltro nessuno, qui, pensa di fare tabula rasa: vogliamo soltanto dare una legge alla Puglia, spazzando via ogni incertezza. Investire, dopo, sarà più semplice, soprattutto per quanto riguarda il riuso del patrimonio esistente».

Vi opporrete all’impugnazione del Governo o mirate a modificare la norma prima che i giudici si pronuncino?
«Non ho avuto modo di confrontarmi con il presidente Emiliano e con la maggioranza per decidere insieme il da farsi. Ma facciamo nostra la preoccupazione delle aziende pugliesi: ne terremo conto e cercheremo di dare risposte il prima possibile». 

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