Manca il personale nei Comuni, il Pnrr è a rischio: mancano i giovani e i laureati

Manca il personale nei Comuni, il Pnrr è a rischio: mancano i giovani e i laureati
di Giuseppe ANDRIANI
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Domenica 12 Marzo 2023, 05:00

Dai Comuni del Mezzogiorno, e da quelli pugliesi in particolare, arriva l’ennesimo allarme: con il personale che non c’è, il rischio è che saltino diversi progetti legati al Pnrr. Il discorso è molto più semplice di quanto si possa pensare: manca il personale, si allungano i tempi per la realizzazione delle opere e visti i paletti stretti dell’Unione Europea sul Pnrr, diversi progetti sono a rischio realizzazione. L’ultimo report allarmistico è quello di Svimez, che dipinge un quadro nel quale emergono anche delle differenze tra il Mezzogiorno e il resto dell’Italia. Se nel Nord-Est, per esempio, i giorni di ritardo nell’esecuzione dei lavori rispetto ai tempi previsti per i cantieri aperti dal 2011 al 2022 sono in media 48, diventano 135 al Sud. E per la conclusione dei lavori da Roma in giù il ritardo medio è di 116 giorni, quasi triplo rispetto alla media nazionale (46). 
I Comuni partecipano ai bandi del Pnrr (in 98 su 100 hanno presentato almeno un progetto negli ultimi due anni) ma se hanno meno laureati hanno anche meno possibilità di vincere l’assegnazione delle risorse. È uno dei dati che Svimez ricorda con forza nell’ultimo report. Il paradosso è al Sud: i Comuni con meno di 30.000 abitanti, quindi quelli più piccoli, partecipano più spesso ai bandi del Pnrr, ma meno spesso ricevono le risorse. Segno evidente che esiste un problema. 

E quel problema, quasi sempre, si traduce in personale mancante.

Già nel corso delle scorse settimane l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) aveva lamentato delle problematiche, ad esempio, nel reperire figure quali segretari comunali. E il problema, come denunciato più volte dagli stessi enti, è ancor più ampio. Basti pensare che il personale che lavora nei Comuni si è ridotto del 27% fra il 2007 e il 2020, «con una dinamica decisamente peggiore al Sud - scrive la Fondazione Con il Sud in un report pubblicato appena qualche settimane fa - che nel resto del paese, anche a causa della mancata o distorta applicazione delle norme sul finanziamento dei Comuni. I dati disponibili mostrano anche più elevati tempi di realizzazione degli investimenti pubblici nei comuni del Mezzogiorno, che possono essere legati anche ad una relativa carenza di personale qualificato. Un campanello d’allarme per il Pnrr».

Lo studio

La Fondazione con il Sud aveva diviso, nel proprio studio, i grandi Comuni italiani in quattro quartili. Nel gruppo in cui la situazione è peggiore vi sono 26 Comuni, di cui 16 al Sud e cinque in Puglia (Foggia, Brindisi, Taranto, Barletta, Andria). Gli enti di queste cinque città sono in difficoltà. E per altro hanno anche meno laureati all’interno degli uffici rispetto alla media nazionale. La differenza è anche qui, nel grado di istruzione dei dipendenti e dei collaboratori: il i laureati al Sud rappresentano il 21,2%, al Centro-Nord invece il 28,9%. E spesso anche nell’età. E Svimez ricorda che la percentuale di under 20 negli enti locali è solo del 4,8% nel Mezzogiorno, contro il 10,2% nel Centro-Nord. 
«L’84% dei medi Comuni - continua lo studio - del Sud ha un rapporto fra dipendenti comunali e popolazione peggiore della media. Diversa, migliore, la situazione nelle Isole, entrambe regioni a statuto speciale. Cagliari è nel primo gruppo (0,81), e sei comuni siciliani sono nel secondo. Peggiore il quadro a Olbia e Sassari e a Messina e Gela; più critica la situazione a Quartu Sant’Elena. Il 58% dei medi comuni delle Isole è sotto la media italiana, una percentuale lievemente migliore di quelli del Centro».
«Di contro - spiega Fondazione Con il Sud -, i 10 comuni meglio attrezzati sotto il profilo del personale, per la fornitura di servizi e la realizzazione di investimenti pubblici sono, nell’ordine a partire dal “migliore”, Trieste, Trento, L’Aquila (ma a causa delle vicende del terremoto, un caso del tutto particolare), Reggio Emilia, Padova, Ravenna, Bolzano, Ferrara, Bologna e Varese». Non è un caso che tra questi non c’è neppure una città del Mezzogiorno. Il quadro è piuttosto chiaro: i Comuni sono in difficoltà, il Pnrr così è a rischio. E al Mezzogiorno va ancora peggio. Così, il Pnrr rischia di diventare un boomerang, piuttosto che un’opportunità.

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